Ciclovia del Garda e Tagliata del Ponale: Michela Calzà (PD) presenta interrogazione alla Giunta provinciale. “Opera Faraonica in un ambiente tanto fragile: troppi dissesti, troppe varianti: servono prudenza, trasparenza e alternative reali”

La consigliera provinciale Michela Calzà (Partito Democratico) ha depositato un’interrogazione alla Giunta provinciale per fare chiarezza sullo stato dei lavori della Ciclovia del Garda – tratto trentino e sul nuovo progetto di collegamento con il Forte austroungarico della Tagliata del Ponale, dopo i ripetuti dissesti geologici e le numerose varianti progettuali che stanno rallentando in modo significativo l’opera.
Michela Calzà, 18 novembre 2025

«La ciclovia avanza con estrema difficoltà» spiega Calzà «In un versante roccioso e fragile come quello del Garda trentino, ogni passo deve essere compatibile con la sicurezza, il paesaggio e la storia del luogo. Quando si registrano frane, cedimenti e varianti continue, diventa doveroso chiedersi se le scelte attuali siano le più adeguate.»

Recentemente il commissario straordinario dell’opera ha commissionato lo studio e la progettazione di due nuove gallerie che dovrebbero essere realizzate nell’ambito dell’area funzionale 3.4, ma la realizzazione della altre unità funzionali ha presentato molteplici difficoltà. Le più clamorose sono note:

  • nel 2021 durante la realizzazione della UF1.1 (rampa di raccordo) è stato registrato un dissesto che ha comportato una perizia di variante al progetto esecutivo n. 2;
  • nel maggio del 2023 un grave dissesto geologico ha imposto la redazione della variante progettuale n. 3, alla quale è seguita la variante progettuale n. 4 per modificare il quadro economico e la n. 5 con modifica del progetto;
  • nel marzo del 2024 una grossa frana è precipitata esattamente dalla parete soprastante l’unità funzionale 1.1;
  • nel 2025 i lavori per la realizzazione dell’accesso al forte della Tagliata della Ponale sono stati sospesi. Mentre veniva realizzato il cavedio verticale, a causa dell'instabilità geologica, si è reso necessario bloccare tutto e predisporre un monitoraggio del foro per almeno un anno;
  • nel settembre 2025 la Direzione lavori con il Direttore operativo geologo e collaudatore statico ha chiesto un approfondimento per verificare la stabilità geomeccanica dell’ammasso roccioso dell’intero sistema.

Considerata la fragilità geologica del versante gardesano interessato, anche la futura gestione e manutenzione della ciclovia promette rischi e difficoltà, tanto che recentemente il comune di Riva del Garda ha deliberato la propria opposizione ad assumere qualunque responsabilità chiedendo, come hanno fatto altri amministratori locali, che a farsene carico sia la Provincia.

Le prese di posizione politiche e tecniche emerse rafforzano quindi la necessità di una revisione approfondita del progetto, che coinvolga pienamente le amministrazioni locali e garantisca la sicurezza, la sostenibilità e il rispetto del paesaggio gardesano.

«In questo scenario – afferma Calzà – la priorità deve essere la sicurezza. Non possiamo ignorare la delicatezza del versante (che presenta le stesse condizioni idrogeomorfologiche in tutto il tratto) né sottovalutare le alternative: in tratti così esposti, come avviene già sul lato bresciano, la soluzione via acqua con battelli elettrici può rappresentare un’opzione più sostenibile, meno impattante e soprattutto più sicura.»

La consigliera chiede alla Giunta:

  • quali ulteriori indagini geologiche siano previste nelle UF2 e UF3;
  • se i tempi e i costi siano stati aggiornati alla luce delle molte varianti;
  • per quali ragioni alcune lavorazioni siano state avviate prima dell’approvazione formale delle varianti;
  • come si intenda motivare la dichiarata “non delocalizzabilità” dell’opera;
  • e, in caso di situazioni di pericolo o chiusure della ciclovia, chi sarà responsabile delle ordinanze, considerato il rifiuto del Comune di Riva

«La ciclovia deve essere un’opportunità, non un rischio» conclude Calzà. «Per questo servono trasparenza, valutazioni tecniche solide e un confronto vero con i territori. Solo così possiamo garantire sicurezza, sostenibilità e rispetto per un luogo unico come il Lago di Garda.»

 

IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE