L'inevitabile fine della Trentino Music Arena. I consiglieri Manica e Maestri del PD sottolineano gli effetti dell’accordo sull’area ex San Vicenzo a Trento

Con l’accordo siglato fra il Comune di Trento e la Provincia sugli investimenti per l’impiantistica sportiva della città, si pone un punto fermo, ormai indispensabile, sulle prospettive di crescita di molte discipline sportive, che contribuiscono a fare di Trento e del Trentino uno dei protagonisti della diffusione dello sport in Italia. Si tratta insomma di un passaggio che va salutato con favore.
Alessio Manica e Lucia Maestri, 5 novembre 2025

Esiste però un aspetto dell’intera vicenda che non può essere sottaciuto.

Il solito trionfalismo “annunciatorio”, per un piano di spesa pari a quasi 100 milioni di euro, non consente comunque di mettere in sordina, confidando nella “memoria corta” di qualcuno, quella “Trentino Music Arena”, fortemente voluta in forme e dimensioni del tutto fuori scala, dall’ostinazione del Presidente Fugatti, per il concerto di Vasco Rossi del 2021 e per il seguito di macroscopici fallimenti delle manifestazioni ospitate in quella specifica area. La pianificazione concordata fra i due enti riconosce finalmente e doverosamente le istanze della città e la sua primazia pianficatoria, mettendo, al contempo, in soffitta un baratro capace solo di inghiottire inutili risorse pubbliche.

L’ Arena insomma non c’è più. Forse rimane una “arenuccia”, rispetto alla spianata da 27 ettari che ospitò l’evento del 2021 ed è un bene, nel merito, ma anche un altro clamoroso fallimento di Fugatti e della sua maggioranza.

Si certifica così come le forzature milionarie di ogni tipo e spesa, realizzate per infrastrutturare l’area in fretta e furia, sono servite solo per i capricci elettorali, non solo di un mega-concerto del tutto inadatto alla realtà locale e voluto solo per “passare alla storia”, ma anche degli eventi disastrosi che lo hanno seguito negli anni successivi.

Tutto questo ha evidenziato l’insensatezza, la superficialità e lo sperpero scandaloso di risorse pubbliche, che ha portato come risultato più concreto al commissariamento del Centro Servizi culturali “S. Chiara”, costretto, per riempire inutilmente di proposte fatte all’ultimo minuto quello spazio enorme, ad accumulare perdite per 1,7 milioni di euro. Un capolavoro al rovescio.

Alessio Manica

Lucia Maestri 

Trento, 5/11/2025