Il consiglio provinciale condanna il genocidio in atto e chiede al governo di riconoscere lo stato di Palestina
Oggi in Consiglio provinciale è passato il voto proposto dalle minoranze che impegna Parlamento e Governo a prendere posizione su diverse questioni che riguardano il genocidio in atto a Gaza.
Paolo Zanella, 9 settembre 2025
Oltre alla lunga premessa che descrive il gencidio in atto nella striscia di Gaza e l'occupazione illegale dei territori della Cisgiordania, in Consiglio provinciale si è trovato l'accordo sui seguenti punti che sono stati approvati:
- promuovere e sostenere in tutte le sedi internazionali ogni iniziativa volta a giungere a un immediato cessate il fuoco, al rispetto del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario, alla liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, alla fine delle ostilità verso i palestinesi nei territori occupati, alla rapida e costante fornitura e distribuzione di aiuti umanitari sotto l'egida dell'ONU, condannando al contempo qualsiasi atto di discriminazine e antisemistismo;
- riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e di promuoverne il riconoscimento anche da parte dell’Unione Europea - come chiesto rispettivamente dal Parlamento italiano nel 2015 e dal Parlamento europeo nel 2014 - al fine di consentire il rilancio del processo diplomatico che garantisca una convivenza pacifica e sicura, al riparo da atti di terrorismo e di occupazione illegittima, del popolo palestinese a fianco dello Stato di Israele;
- respingere e condannare qualsiasi piano di espulsione dei palestinesi dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania e di ulteriore occupazione illegale dei territori assegnati dalle risoluzioni ONU al popolo palestinese;
- mettere in campo ulteriori programmi di aiuti umanitari alimentari e sanitari ai quali la Provincia Autonoma di Trento possa contribuire ai sensi dell’articolo 52 della legge provinciale 15 marzo 2005, n. 4, anche in attuazione di quanto previsto dalla mozione n. 60 votata dello scorso 5 giugno;
- a tenere in considerazione la disponibilità della Provincia autonoma di Trento di accogliere sul proprio territorio alcuni dei profughi palestinesi - a partire da bambini e bambine - che dovessero giungere nel nostro Paese attraverso i corridoi sanitari, per poterli assistere e accogliere, in ottemperanza a quanto previsto dalla mozione n. 60 votata dal Consiglio provinciale lo scorso 5 giugno 2025.
Rammarico - ma difficilmente si poteva aspettarsi qualcosa di diverso dalla maggioranza di destra - per i due punti che non sono stati approvati:
- esigere da parte dello Stato di Israele la cessazione dell’occupazione militare illegale del territorio palestinese, delle violenze e del sostegno agli insediamenti dei coloni in Cisgiordania:
- sostenendo l'adozione in sede europea di sanzioni nei confronti del Governo israeliano per la violazione del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario e nei confronti dei coloni responsabili delle occupazioni e delle violenze in Cisgiordania;
- rivedendo la propria posizione sulla sospensione dell'Accordo di associazione Unione Europea-Israele, per le ripetute violazioni dell'articolo 2 del suddetto accordo da parte del Governo israeliano e la violazione delle fondamentali regole dello Stato di diritto in atto, come denunciato anche dalle forze di opposizione israeliane;
- riconoscendo piena legittimità ai mandati di arresto emessi dalla Corte Penale Internazionale, anche in ottemperanza all’obbligo di cooperazione da parte degli Stati membri, senza delegittimare l’operato delle istituzioni cardine della giustizia internazionale;
- sospendere la compravendita di armi con Israele al fine di scongiurare che tali armamenti possano essere utilizzati per commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario.
Il Consiglio provinciale prende quindi una posizione ferma a favore del riconoscimento dello Stato di Palestina e condanna il genocidio in corso a Gaza, l'occupazione illegale dei territori, chiedendo la fine delle ostilità, l'ingresso di aiuti umanitari e il rispetto del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario.