Il centrodestra proprio non ce la fa a non guardare la legge elettorale come strumento da piegare alle utilità di bottega. Il capogruppo della Lega liquida un eventuale doppio turno non perché, ad esempio, lascerebbe liberi i partiti di saltare di qua e di là tra i due turni in base alle convenienze ma perché “non conviene alla destra“.
Alessio Manica, 2 settembre 2025
Il capogruppo di Fdi Biada, preoccupato dai piani personali del presidente Fugatti, si immagina di modificare la legge per evitare di votare due volte in un anno, eventualità che definisce “assurda”, nel caso il presidente candidasse alle politiche.
E in effetti sarebbe assurdo perché vorrebbe dire che il presidente Fugatti, eletto direttamente in virtù di una legge che parte dal presidente per la composizione del consiglio, se ne fregherebbe serenamente della responsabilità assegnata (enorme) per opportunità personali mandando l’intero Trentino al voto anticipato.
Ma non è la norma ad essere assurda, ma il comportamento che diventa irresponsabile.
Il legislatore ha giustamente previsto il ritorno politico limitando al minimo la reggenza, perché non si può aggirare la volontà popolare che ha eletto direttamente quel presidente eleggendo in Consiglio per un anno e mezzo un’altra figura.
Detta in un altro modo, non si prendono del maggioritario solo i pezzi che fanno comodo in quel momento.
I sistemi hanno necessariamente una loro coerenza: il maggioritario carica sul presidente oneri ed onori. Ogni giorno che passa è ormai plasticamente evidente che i partiti del centrodestra guardano alla possibile modifica della legge elettorale ciascuno con la calcolatrice del proprio tornaconto alla mano e non col binocolo del miglior sistema di governo per questo prezioso territorio.
E’ un piano impraticabile e nocivo per il Trentino.