Terzo figlio: che brutta pagina di propaganda

Rinviamo alla discussione generale che si aprirà lunedì sulla manovra di assestamento, quale luogo dove dettaglieremo le molte perplessità che ci ha suscitato la relazione del Presidente: una pura lista della spesa priva di una qualsiasi definizione di un orizzonte che la motivi; con temi complessi e scomodi completamente dimenticati, come ad esempio quello dell’invecchiamento o delle fasce di povertà o del disagio giovanile o ancora dei nuovi cittadini.
Alessio Manica, 21 luglio 2025

Non possiamo però non evidenziare due aspetti emersi platealmente questa mattina.

In primo luogo l’assoluta incoerenza rispetto agli stessi dati presentati dello strumento del bonus terzo figlio: se la media della fecondità in Trentino è 1,26 è piuttosto conseguente che la vera sfida è incentivare il passaggio da zero a un figlio e poi da uno o due figli. Evidenza che pare essere ben compresa anche da parte della maggioranza, visto l’aperto scontro interno in atto. Secondo aspetto la profonda distanza che ci sentiamo di rivendicare da quel passaggio in cui il presidente nella foga di ribattere alla propria opposizione interna che aveva additato il bonus terzo figlio come un bonus per le famiglie di immigrati si premura di garantire che i beneficiari saranno per il 63% madri italiane, aggiungendo che questo garantisce che questo nuovo strumento assicurerà “rinnovamento generazionale del nostro territorio, preservando al contempo la nostra identità culturale e sociale, assicurando così una continuità preziosa per la comunità.” 

Affermazioni non degne di una terra come la nostra che si commentano da sole nelle quali non si può non intravvedere un sapore quasi razzista.