Basta morire di lavoro e sul lavoro

Davanti all’ennesima morte sul lavoro, oggi in alta Val di Non, anche le parole non riescono più ad esprimere un cordoglio reso più acuto dal senso di impotenza, che pare aleggiare su questa continua tragedia del nostro tempo. Eppure, al di là del compiersi dei singoli destini, qualcosa si può e si deve urgentemente fare, soprattutto in termini di prevenzione, di formazione dei lavoratori e di maggiore consapevolezza del rischio in quanto tale.
Alessio Manica - Lucia Maestri, 11 giugno 2025

La Giunta provinciale ha molto garantito e, a ben vedere, poco realizzato fino ad ora, assicurando altri impegni, altro sforzo e altra volontà di fermare quella che, ogni giorno di più, sembra una “inutile strage”. Le dichiarazioni però non bastano, di fronte alla crescita di una mortalità che dice del pericolo di certe professioni, ma anche delle responsabilità dei molti soggetti che agiscono sul mercato del lavoro.

Forse qualche impegno più concreto – e soprattutto immediato – potrà essere messo in campo da chi ha assunto l’onore delle competenze politiche in questa materia, facendosi poco carico anche dell’onere. Le ripetute proposte di una costruttiva collaborazione sui temi della sicurezza del lavoro, sono state accolte con lo sdegnoso rifiuto della Giunta provinciale, che ha dichiarato la sua volontà di porre subito mano ad un tema così drammatico. A tutt’oggi mentre si continua, purtroppo, a morire di lavoro, nulla ancora pare profilarsi all’orizzonte, aggiungendo al dolore la delusione delle vane promesse.