Il quadro del Trentino raccontato dall’ultimo rapporto territori di Asvis riguardo agli obiettivi 2030 mostra in alcune voci una brusca frenata se non un progressivo peggioramento. In particolare il campanello di allarme arriva alle voci disuguaglianze e povertà, rete idrica e trasporto pubblico. Tre aspetti su cui gli indicatori provinciali hanno destato anche la preoccupazione del consigliere provinciale del Partito Democratico, Alessio Manica.
"Il T Quotidiano", 2 febbraio 2024
Secondo il capogruppo del Pd ci sono «aspetti negativi che credo vadano evidenziati nella stretta correlazione con le politiche o le non politiche di questa maggioranza negli ultimi cinque anni». Il primo è proprio il tema della crescita, del 8,8%, della povertà assoluta. «Non possiamo non evidenziare che negli ultimi cinque anni non si ha memoria di politiche strutturali su tale questione. Ma bonus bollette e inasprimenti dei criteri di accesso alla casa» commenta Manica che passa poi a guardare all’efficienza della rete idrica provinciale, ferma al 68% ben lontana dall’obiettivo 2030 del 90%.
«Sulla rete idrica – dice il consigliere – In cinque anni si sono investite briciole lasciando che i comuni cercassero risorse sui fondi nazionali del Pnrr così da poter usare le risorse provinciali per opere ben più visibili e redditizie dal punto vista elettorale quali strade, rotonde e concerti. Basterebbe riprendere i numerosi atti della minoranza che proponevano piani straordinari di investimento sugli acquedotti per rilevare la superficialità e rapidità con cui venivano regolarmente bocciati dalla maggioranza».
Anche sul tema dei trasporti pubblici, dove il rapporto evidenziava un calo dei servizi e un aumento dell’uso del mezzo privato, secondo Manica ci sono responsabilità dirette della Provincia. «Non si è voluto pianificare adottando il Piano Provinciale della mobilità sostenibile previsto per legge, non si è voluto investire sul trasporto pubblico locale e si è lasciato drammaticamente peggiorare quello ferroviario, si pensi alla situazione della Valsugana – denuncia Manica – Certo c’è lo studio di prefattibilità per la ferrovia Rovereto Riva, tanto uno studio non si nega a nessuno, e intanto la ciccia va alle strade. Et dulcis in fundo va ricordato il capolavoro dell’approvazione del disegno di legge Cia per incentivare economicamente i pendolari che usano l’auto, in perfetta incoerenza con gli obiettivi 2030 approvati dalla stessa maggioranza».