Per trent’anni in Trentino si è fatta cooperazione internazionale “alla pari”, esattamente come dice di voler fare oggi la premier Meloni. Oltre a sostenere progetti di emergenza, si sono fatte attività di educazione, preparazione al lavoro, professionalizzazione di operatori sanitari, valorizzazione del volontariato comunitario (sì, anche gli “africani” fanno volontariato), costruzione di ospedali, scuole, centri agrari, perfino di formazione tecnica agli amministratori locali.
Sara Ferrari, 30 gennaio 2024
Il tutto per costruire proprio quelle “occasioni di crescita che permettano agli africani di non dover lasciare il loro paese” come dice oggi la Presidente del Consiglio.
Eppure, appena arrivato al governo della Provincia Autonoma di Trento nel 2018 il presidente Fugatti e la sua Giunta hanno chiuso tutto, tagliando il supporto pubblico alle associazioni trentine che in Africa svolgono attività di sviluppo! Sono sopravvissuti, ma solo in parte, i sostegni alle emergenze umanitarie e ovviamente quelli europei, che, grazie alla competenza maturata, le nostre associazioni maggiori riescono ad ottenere, vincendo i bandi. Così al grido “i soldi dei Trentini devono restare ai Trentini”, il centro destra nostrano ha smesso di cofinanziare i progetti, smantellando un sistema virtuoso di collaborazione tra pubblico e volontariato, di cooperazione allo sviluppo, di relazioni internazionali che era unico in Italia.
Ogni valle del Trentino ha partecipato negli anni a queste iniziative, che hanno creato ponti tra comunità e persone ed hanno offerto - nel loro piccolo - occasioni di crescita a migliaia di donne e uomini in Africa e nel nostro territorio. Ora che il governo italiano sdogana con lo show del Piano Mattei un modello di cooperazione che è sempre stato il nostro, Fugatti e compagni non hanno più scusanti: devono ripristinare il sostegno a quei progetti, alle realtà trentine che operano con grande capacità, sottoposta anche a valutazione tecnica terza e che sono stati chiusi per un capriccio politico, per una posizione di pregiudizio ottuso, con una leggerezza che ha ignorato e sbeffeggiato quel volontariato di qualità che allora e oggi ci viene riconosciuto da tutta Europa.
La premier Meloni, che al vertice italo africano dichiara di voler superare un approccio colonialista nel rapporto con l’Africa e investire finalmente nella crescita economica e sociale di quel continente, mentre ignora che questo si faceva da tempo e qualcuno dal Trentino l’ha fatto per decenni, ha segnato, per ora a parole, una linea politica che, se non è propaganda, deve portare necessariamente anche il presidente Fugatti a tornare sui suoi passi e ridare la giusta dignità, il giusto sostegno al valore delle nostre decine di associazioni trentine, che quel lavoro lo hanno fatto con riconosciuta qualità per molti anni e riportare la nostra provincia ad essere protagonista di relazioni internazionali, che generano tanto bene reciproco, su molti piani anche per la nostra realtà.