La XVII Legislatura Provinciale è iniziata come peggio non si poteva. Lo scontro interno alla maggioranza premiata il 22 ottobre alle urne si sta ripercuotendo sulle istituzioni trentine e, di conseguenza, su tutta la nostra Provincia.
Trento, 23 novembre 2023
L’annunciata composizione della Giunta, avvenuta allo scadere dei termini di legge da parte del Presidente Fugatti ha visto, in men che non si dica, lo sgretolarsi degli accordi politici pre-elettorali costruiti in virtù di dinamiche romane.
Innanzitutto, colpisce e amareggia che per la prima volta nella nostra storia, il destino del Governo del Trentino sia posto sul tavolo di spartizione di geografie puramente nazionali. Consideriamo tale cessione di sovranità un debacle per un territorio che può e deve vantare anni di autonoma autorevole e propulsiva capacità di innovazione, per altro resa già claudicante nel precedente quinquennio.
Il “cedere quote di sovranità” si è manifestato, in questi giorni, in un primo fatto grave: il “chiamarsi fuori” da parte di due già nominati assessori di Fratelli d’Italia dalla Giunta Provinciale, un istante dopo la loro nomina. Fatto che dimostra l’incapacità della maggioranza a guida Fugatti di riconoscersi in unico progetto di governo del Trentino, palesando un mercanteggiamento nella distribuzione degli incarichi, che poco guarda alla efficace ed efficienza della azione amministrativa.
La stessa distribuzione delle competenze assessorili fotografa come al primo posto non ci sia la volontà di affrontare in modo efficace le questioni che riguardano il Trentino, ma ci siano le logiche spartitorie utili soltanto ad accontentare gli appetiti dei vari pezzetti della maggioranza. Nella composizione della Giunta, non c’è infatti alcun rispetto dell’omogeneità delle materie e tutto si regge sullo squilibrio di pesi e competenze teso ad indebolire qualche partner ed a privilegiare qualche altro. Ciò influirà negativamente sull’azione amministrativa, perché nello spezzettamento di deleghe e funzioni cresce la fragilità dell’agire politico e la sua autorevolezza.
Auspichiamo che, dopo questo amaro capitolo la compagine di Governo riesca ad anteporre alle basse schermaglie di potere l’interesse di un territorio, quello Trentino, che oggi ha bisogno più che mai, nelle sue diverse articolazioni -dalle imprese ai lavoratori del pubblico, del privato, del terzo settore, dai singoli alle famiglie- di risposte forti e di azioni coraggiose che favoriscano lo sviluppo del territorio.
Il secondo fatto grave, e ancora più sfacciato, è l’utilizzo che Fugatti vuole fare dello strumento giuridico a disposizione del Presidente della Provincia: quello della nomina dell’Assessore Tecnico. Strumento pensato e creato per dare al Presidente la possibilità di portare nella sua Giunta competenze o professionalità specifiche assenti nella sua compagine di eletti, da ricercare tra la cittadinanza. Strumento che, al contrario e senza alcun rispetto per le istituzioni e per la volontà
degli elettori, la destra vuole utilizzare come ulteriore elemento di distribuzione di poltrone interno alla maggioranza. Infatti, con la richiesta di dimissioni da Consigliera provinciale della capolista della Lega, così da farla “rientrare” in qualità di “tecnica” nella compagine di governo, si “libererà” un posto in Giunta per accontentare l’appetito di qualche altro pretendente.
Alla luce di queste considerazioni l’Assemblea Provinciale del Partito Democratico del Trentino:
- ribadisce la propria indignazione e preoccupazione per la situazione creatasi, che dimostra l’assenza di un autentico progetto per il Trentino e fa emergere, invece, logiche puramente spartitorie;
- esprime la sua contrarietà alla paventata richiesta di dimissioni da parte della capolista della Lega dalla carica di Consigliera provinciale in previsione di diventare “assessore tecnico”, ritenendo l’atto legato ad una evidente forzatura giuridica che di fatto reintroduce le superate “porte girevoli” e riduce la dignità e l’autorevolezza dell’Assemblea legislativa tutta;
-si impegna a vigilare in ogni forma e modo per tutelare le prerogative dell’Autonomia speciale davanti alle evidenti e continue ingerenze di dinamiche nazionali che la stanno soffocando.