Mentre già incespicando prende avvio il “Trento Love Festival”, voluto dal Presidente Fugatti per giustificare, in qualche modo, gli enormi investimenti effettuati su quell’ area – ex San Vincenzo – deserta, vuota e priva di identità, che rimarrà nella memoria di questa terra come unico ricordo triste di una Legislatura inutile, il Consigliere del PD Alessio Manica prova ad indagare sulla realizzazione di un simile evento e sulle sue implicanze, con una specifica interrogazione oggi depositata in Consiglio provinciale.
Trento, 27 luglio 2023
In buona sostanza, Manica pone alcune rilevanti questioni che attengono la “beneficenza” del festival e l’organizzazione della stessa, ma anche i costi di smaltimento dei rifiuti che oggi vengono chiesti agli organizzatori e che solo ieri, nonostante una ben diversa previsione contrattuale, la Provincia ha pagato direttamente, anche se appunto il contratto con il management di Vasco Rossi prevedeva che tali costi sarebbero rimasti in capo proprio agli organizzatori privati del concerto. Inoltre Manica chiede di conoscere nel dettaglio le spese per gli apprestamenti dell’area ex S. Vincenzo; il costo degli artisti e dell’organizzatore privato; quale rischio di impresa si assume quest’ultimo e per quale ragione, in fase di progettazione e poi di riuscita, si è ricorsi ad un soggetto esterno, anziché provvedere in forma autonoma e diretta come già si fa da tempo, ad esempio, per “I Suoni delle Dolomiti”.
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE:
TRENTO LOVE FESTIVAL: VUOTO A PERDERE
Proprio oggi prende avvio quel “Trento Love Festival” che è stato raccontato come il più grande evento benefico nella storia del dopoguerra trentino e che porta sul palco immenso dell’ex area S. Vincenzo, alcuni gruppi poco noti, qualche d.j. set e qualche “voce” tolta dalla polvere dell’oblio. Certo, forse non si poteva fare di più in così poco tempo, ma visto il ricco stanziamento voluto dal Presidente Fugatti, magari qualcosina si poteva ottenere organizzativamente e soprattutto partendo qualche mese prima, senza arrabattarsi in pochi giorni.
L’evento pare peraltro nascere sotto cattivi auspici, dato che già ci sono le prime rinunce di alcuni ospiti, ma attenderemo la conclusione dell’evento nella sua totalità per esprimere ulteriori opinioni in merito.
Ciò che invece preme qui affrontare è lo sforzo economico sostenuto dalle finanze pubbliche per consentire la realizzazione di quest’evento, del quale francamente non si avvertiva una così impellente urgenza, se non quella elettorale. La Provincia ha infatti stanziato ben mezzo milione di euro (che, per chi ha qualche anno in più, corrisponde alla cifra di un miliardo delle vecchie lire), destinandone la metà ad opere urgenti ed indifferibili per apprestamenti dell’area. Si tratta di lavori tali da rendere possibile gli eventi programmati alla rinfusa nelle scorse settimane e poter così giustificare minimamente quel grande spazio vuoto, deserto, spoglio e priva di identità, che rimarrà nella memoria di questa terra come unico ricordo (triste) di una Legislatura inutile.
Presentando, con la consueta magniloquenza, l’appuntamento del festival, l’istituzione provinciale, curiosamente attraverso forse il suo più alto dirigente e non l’ Assessore competente (ma non è la prima volta che si mandano avanti i dirigenti), ha dichiarato che i costi di tutte le utenze saranno comunque a carico degli organizzatori della manifestazione, ivi comprese le spese per lo smaltimento dei rifiuti. Si tratta di affermazioni che innescano più di un interrogativo, a partire dal netto che dovrebbe avanzare ed essere destinato in beneficenza in favore dei territori alluvionati dell’Emilia Romagna.
Posto infatti che il biglietto d’ingresso è pari ad € 2.50 (voci di corridoio sostengono che, fino ad ora, le prevendite hanno piazzato poco meno di mille biglietti, il che significa un introito pari a circa 2.500,00.= euro) e che gli organizzatori non lavorano per la gloria, così come tutti gli operatori che realizzano questi appuntamenti e che i costi delle utenze non saranno di poche centinaia di euro ma ammonteranno a parecchie migliaia, viene anzitutto spontaneo chiedersi cosa rimarrà per “il più grande evento benefico nella storia del dopoguerra trentino”. Ma non solo.
Per il concerto di Vasco Rossi, risulta invece che la Provincia abbia sborsato, in ossequio ad un contratto-capestro che nessun normale organizzatore di eventi avrebbe mai sottoscritto, la bella somma di 300.000,00.= euro, solo per coprire i costi di smaltimento dei rifiuti, prodotti soprattutto dalle attività di “food & beverage” interne all’area che, come noto, erano appannaggio degli organizzatori, in ossequio allo sproporzionato contratto stipulato.
Peccato però che quel contratto, a pag. 13 punto 4.3, prevedesse testualmente che: “L’ORGANIZZATORE provvederà a richiedere ed intestare a proprio carico tutte le utenze relative alla zona spettacolo e quanto usando nell’area assumendone le relative spese (…..).” Dicitura questa che non lascia dubbi sulla questione: il costo dello smaltimento dei rifiuti andava assunto da chi li ha prodotti, ovvero chi ha organizzato l’evento.
Tutto ciò premesso, si interroga quindi la Giunta provinciale per sapere:
- con quale giustificazione giuridica e amministrativa e sulla base di quale previsione contrattuale, la Provincia abbia pagato il costo dello smaltimento dei rifiuti, in occasione del concerto di Vasco Rossi (vedi “Corriere del Trentino” pag. 4 – 19.08.2022);
- nel dettaglio quali spese sostiene la Provincia, per un importo pari a € 250.000,00.=, per gli apprestamenti dell’area ex S. Vincenzo; in cosa constano e quale durata temporale hanno gli stessi;
- sulla base di quale ragionamento si ritiene di poter fare beneficenza, ponendo il costo del biglietto di ingresso ad euro 2.50.=, concedendo un margine di guadagno agli organizzatori e pagando i cachet degli artisti che si esibiscono nel “Trento Love Festival”, quand’è noto che per simili eventi i grandi artisti offrono gratuitamente le loro prestazioni
- a quanto ammonta, nel dettaglio, il preventivo dei costi per gli artisti che si esibiscono e qual’è il margine di guadagno previsto per gli organizzatori di tale evento;
- sulla base di quale scelta o previsione contrattuale si è deciso di caricare su tali costi anche il costo delle utenze, ivi compresi quelli per lo smaltimento dei rifiuti;
- qual è il margine di rischio di impresa che si assumono gli organizzatori dell’evento, se ogni spesa viene coperta dall’ente pubblico;
- infine, per quale ragione si è ricorsi ad un organizzatore esterno e non si è provveduto direttamente, come peraltro già si fa per eventi come la musica in quota ed altri, posto che tutti i costi paiono comunque in capo alla Provincia
A norma di regolamento si richiede risposta scritta.
Cons. Alessio Manica