Trento «Un momento conviviale». Così è stata definita dallo stesso Francesco Valduga la presentazione del suo programma, frutto degli incontri nei territori visitati dall’Alleanza democratica e autonomista. E infatti ieri l’atmosfera alle Cantine Endrizzi era quasi più di una festa in giardino che di un momento istituzionale.
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D. Cassaghi "Il Corriere del Trentino", 27 luglio 2023
Quello di ieri è stato in realtà un assaggio. Il programma vero sarà stilato e depositato per settembre. Qualche indizio sui temi cari al centrosinistra si poteva però vedere sul tavolo sistemato proprio accanto al punto in cui il candidato presidente si è concesso a un’intervista stile talk-show. C’erano disposti dei cartelloni, con tanto di post-it, frutto delle idee raccolte nel tour programmatico dell’Alleanza. E, appunto, spiegate dallo stesso candidato presidente.
Si parte, ovviamente, dalla sanità. «Sono due le necessità prioritarie. La prima è quella di promuovere una pianificazione a lungo termine, verso una maggiore continuità tra medicina territoriale e ospedale. La sanità ora è troppo ospedale-centrica: una migliore continuità tra ospedale e territorio permette di decongestionare una serie di servizi. La seconda è di breve termine: dobbiamo decongestionare le liste d’attesa, che hanno avuto un peggioramento dopo il Covid». Siccome le liste d’attesa sono «patologiche», intervenire rappresenta «la cosa da fare subito». Ma, Valduga rivendica: «non possiamo pensare di appaltare al privato ciò che prima di tutto deve essere gestito dal pubblico».
Stessa opinione per l’istruzione. E parlando della scuola dell’infanzia, dichiara: «Il tema di nuovi modelli nella cornice dell’Autonomia riguarda anche lo “zerosei” e la scuola in generale. Ma questi devono essere costruiti con la concertazione. Non con facili consensi, dicendo che le insegnanti devono lavorare a luglio perché in altri settori si fa così. Stiamo comunque parlando di un modello educativo, che certo può essere conciliativo. Ma non stiamo parlando solo di conciliazione tempo-lavoro quando parliamo di “zerosei”».
Sui grandi carnivori il programma contiene «un nuovo life ursus». «Siamo un territorio di montagna e non possiamo pensare che le persone non possano viverlo in sicurezza. Abbiamo leggi che ci consentono di assumerci queste responsabilità». E questo vuol dire «abbattimenti e catture in base alla legge provinciale approvata dalla giunta di Ugo Rossi, per quei soggetti che hanno quelle caratteristiche (di pericolosità ndr.)».
All’interno dell’Alleanza il tema più divisivo è forse quello dell’impianto per lo smaltimento dei rifiuti. «C’è la necessità della chiusura del ciclo — chiarisce il candidato presidente — Stiamo facendo delle interlocuzioni per capire quale sia la migliore soluzione. Dentro una cornice di riferimento regionale potrebbero esserci le possibilità di una valutazione politica per capire se il termovalorizzatore di Bolzano sia sufficiente. Ma ci sono elementi di sicurezza della salute pubblica che ci permettono di chiudere il ciclo con serenità». Tradotto: la prima ipotesi è evitare l’impianto, appoggiandosi al vicino altoatesino. Quando questa verrà meno, via libera alla costruzione, benché non sia sciolta la riserva tra l’inceneritore e il gassificatore.
E a chi gli chiede come recuperare il dialogo con le valli, dove la sinistra sembra arrancare, Valduga risponde: «È importante partire dai temi, dalla concretezza e dalla voglia di governare il territorio. Sono esigenze che sul territorio ci sono e vogliamo dare loro voce».