La segretaria del Partito Democratico Lucia Maestri ha convocato per l'1 luglio un incontro di coalizione. Su quello che sta accadendo nel Patt spiega: "Giusto che ogni partito faccia il proprio percorso. Mi risulta però veramente un pochino estemporaneo il ragionamento che stiamo venendo in queste settimane. Che cosa abbiamo fatto a Trento? E a Rovereto? Non mi sembrano cambiate le condizioni dal 2020 e nemmeno la capacità di condivisione di sfere programmatiche importanti".
G. Fin, "Il Dolomiti", 23 giugno 2022
Si terrà l'1 luglio alle 17 a Folgaria il primo incontro informale delle forze di centro sinistra per iniziare a guardare assieme alle provinciali del prossimo anno. Un primo passo informale ma ufficiale per ritrovarsi, dialogare, guardandosi negli occhi, cercando tutti assieme di capire quale direzione prendere.
Ma sarà anche un incontro che vedrà gli occhi puntati sul Patt per capire se le Stelle alpine decideranno di partecipare o se, invece, decideranno solamente di proseguire con il tavolo di centro avviato nelle scorse settimane.
Segretaria Maestri, finalmente la coalizione si incontra. Come mai proprio adesso?
Era nell'aria da tempo e si è aspettato che tutte le forze fossero pronte. Si è atteso l'incontro fatto dagli autonomisti, come richiesto dallo stesso Patt, ed ora che è avvenuto abbiamo pensato di inviare la convocazione.
All'interno del Patt le acque non sembrano essere tranquille. Non si sa nemmeno se parteciperà a questo incontro.
Io rispetto qualsiasi percorso interno di ogni partito. Sarà poi il Patt, ovviamente, a decidere la propria strada ma è chiaro che le porte per gli autonomisti sono aperte.
Il presidente delle Stelle Alpine, Franco Panizza, in un'intervista a il Dolomiti ha fatto capire che gli schieramenti passati sono superati e che serve un progetto nuovo. Lei cosa ne pensa?
Bisogna capire prima cosa si intende per schieramenti. Le forze politiche anche nel 2018 hanno fatto scelte di campo e noi non siamo un'isola staccata dal resto mondo. Ci sono scelte di campo di tipo valoriale che vanno fatte. Ma basta pensare al tema della guerra, se siamo populisti o forze che cercano di tenere unita l'Europa. Se siamo europei o non europeisti. Ci sono scelte che bisogna fare. Ricordiamoci invece che c'è un presidente leghista che postava sui social con grande entusiasmo la foto di chi ammainava la bandiera d'Europa. Se ci diciamo europeisti regionalisti, l'autonomia si deve collocare dentro l'Europa , con l'Europa e per l'Europa.
Ma nel centro sinistra c'è spazio per il centro autonomista?
Ma certamente, lo abbiamo sempre fatto, trovato e condiviso. Mi risulta veramente un pochino estemporaneo il ragionamento che stiamo venendo in questi mesi. Che cosa abbiamo fatto a Trento? E a Rovereto? Non mi sembrano cambiate le condizioni dal 2020 e nemmeno la capacità di condivisione di sfere programmatiche importanti. Il Patt si è stretto assieme a noi dentro una cornice programmatica e valoriale ben chiara.
Per lei la Lega trentina può essere definita territoriale?
No, si è presentata ricordiamoci bene, con il suo capitano e con qualche candidato tipo l'assessore Failoni, a braccetto a Pinzolo con Matteo Salvini. L'immagine della Lega non era Fugatti ma Salvini. E Savoi non manca a ricordarlo in ogni passaggio in aula. Poi certamente governando la Lega ha potuto godere dei rapporti previlegiati con il territorio ma senza un programma di governo territoriale.
Lei ha capito per quale motivi si è creata questa situazione con il Patt?
Non lo so, sono questioni che attengono al Patt e di certo io non posso intervenire in un loro dibattito interno. E' bene ed è fondamentale che ci sia il rispetto dell'altro partito e la strada che sta facendo.
Noi come coalizione non abbiamo mai fagocitato nessuno e ciascuna forza politica ha sempre avuto la possibilità di esprimere le proprie posizioni programmatiche e vederle realizzate. A questo possiamo tenere fede. Ma è importante la scelta di campo, essere territoriali non vuol dire essere piccoli ma avere piedi per terra nella propria realtà geografica e allo stesso tempo avere anche la testa un po' sul mondo. Non possiamo rinchiuderci. La territorialità se non è declinata su questo piano diventa chiusura. E' importante il rapporto con Bolzano e Innsbruck ma anche con Roma dove l'Autonomia va fatta vivere per la sua autorevolezza e non copiando le leggi e basta.
Quando è importante il rapporto con Bolzano?
Lo è assolutamente ancor di più per costruire un rapporto euroregionale con Innsbruck. L'Euroregione deve essere rafforzata per costruire un'Autonomia in dimensione alpina. In tutto questo il dialogo con l'Europa è importante e lo è ancor più oggi con l'arrivo dei fondi Pnrr.