Mentre il Presidente Fugatti concede interviste ecumeniche, raccontando di una Lega che vorrebbe diventare più responsabile e governativa, contemporaneamente procede silenziosamente, insieme alla fidata assessora Segnana, ad applicare la più bieca ideologia salviniana, utilizzando raggiri volti a superare i limiti che il diritto pone al livore leghista.
Trento, 15 giugno 2022
Parliamo di uno dei chiodi fissi di questa giunta, la lotta alla parità di genere, con il consigliere del PD del Trentino Luca Zeni che chiede conto alla Giunta rispetto ai finanziamenti/contributi provinciali per progetti sulla parità di genere.
Il consigliere Luca Zeni parte dal caso specifico un progetto dell’Associazione Alternart: la Giunta, non potendo escludere un progetto legittimo, ha drasticamente azzerato, da un giorno all'altro, tutto il budget previsto per i progetti sulla parità di genere. In questo modo si è potuto lasciare senza contributo il progetto dell’Associazione, che riprendeva un testo contro le discriminazioni di genere della scrittrice Pitzorno, testo che era stato oggetto di polemiche politiche quando la giunta provinciale aveva chiesto alle scuole di non utilizzarlo.
Il risultato, oltre che portare a casa un altro tassello nella lotta alla parità di genere, è che in questo modo si blocca ogni ulteriore richiesta di finanziamento per il 2022. Un danno per tutte le associazioni e, soprattutto, per la diffusione di una positiva cultura sulla parità di genere.
Il caso viene analizzato e ricostruito in tutti i suoi passaggi dal consigliere Zeni in una apposita interrogazione, che si allega.
"La richiesta che facciamo al Presidente Fugatti e all'assessore Segnana, impegnati a ricercare tutti gli stratagemmi per ostacolare i percorsi a favore della parità di genere, è di avere almeno il pudore e la coerenza, al prossimo caso di violenza di genere, di evitare commenti di solidarietà alle vittime", commenta il consigliere Zeni.
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE:
Interrogazione n.
Percorsi per la parità di genere, la giunta prosegue con la lotta ideologica?
Ciclicamente, quando i media riportano l’ennesima notizia di crimini legati alla violenza di genere, esponenti politici di ogni colore fanno a gara per denunciare comportamenti giuridicamente ed eticamente non accettabili, e per esprimere solidarietà alle vittime.
Un passaggio più approfondito è però riconoscere che le radici di ogni comportamento scorretto per motivi di genere si trovano all’interno di modelli culturali che faticano a riconoscere il concetto di parità, ossia che ogni persona ha una sua unicità, e che per questo è portatrice di diritti e opportunità che non possono essere limitati per motivi di genere o di altre forme di discriminazione.
Per superare stereotipi e resistenze, è essenziale che le istituzioni promuovano i percorsi culturali e di formazione che favoriscano la parità di genere, soprattutto a partire dalle nuove generazioni.
Purtroppo posizioni ideologiche che identificano la promozione della parità di genere con la cosiddetta “ideologia gender”, e alle quali ha aderito la giunta provinciale in carica pro tempore, hanno portato la stessa giunta ad ostacolare la promozione della parità di genere.
Per questo nel tempo sono stati adottati provvedimenti che hanno limitato le iniziative, ad esempio nelle scuole, o che hanno simbolicamente modificato gli stessi linguaggi, ad esempio la scelta di modificare il nome del servizio, ora UMSE, in “pari opportunità e prevenzione violenza e criminalità”, eliminando le parole “contro le donne”.
L’Associazione Alternart di Trento denuncia con un post sulla sua pagina facebook la bocciatura di un progetto sulla parità di genere che solleva molti dubbi e fa pensare che una recente e delibera della giunta provinciale segni un nuovo metodo di intervento, che evita sia le polemiche che hanno accompagnato le precedenti scelte di ostacolare la promozione della parità di genere da parte della giunta provinciale, sia i limiti del diritto, per il quale non sempre è agevole venir meno a quanto previsto dalla normativa vigente.
Andiamo con ordine.
La legge 12 del 2012, la legge provinciale sulle pari opportunità, prevede che la Provincia conceda contributi per la realizzazione di interventi di educazione, promozione e sensibilizzazione alla parità di genere.
La giunta provinciale, con delibera 345 dell’11 marzo 2022, ha approvato i criteri per i contributi previsti dalla legge 12/2012, definendo due linee di finanziamento per i progetti privati: una per progetti annuali, una per singole iniziative di sensibilizzazione. In particolare la delibera abbassa da 10.000 a 8.000 euro la somma massima per i progetti annuali, e da 3.000 a 2.000 euro la somma massima per le singole iniziative. Per le singole iniziative la domanda può essere presentata per tutto il 2022 entro 45 giorni prima dell’evento. Lo stanziamento totale è di 90.000 euro (mentre a bilancio non è previsto alcun finanziamento per progetti di soggetti pubblici): 75.000 euro per progetti annuali, 15.000 euro per singole iniziative.
Sulla base della sopracitata delibera, alcune associazioni hanno presentato domanda di contributo per singole iniziative di sensibilizzazione nell’ambito delle pari opportunità tra donne e uomini, entro i termini previsti, e la struttura provinciale chiamata a valutare i progetti ha ritenuto ammissibile il progetto e l’istanza di contributo. Tutto bene, parrebbe.
Invece la determinazione del dirigente 2022-I084-00030, riconoscendo che l’istanza di contributo da parte dell’associazione Alternart di Trento era ammissibile, la stessa non poteva essere accolta perché “le disponibilità di risorse sul bilancio provinciale non sono sufficienti per procedere alla concessione anche parziale del contributo richiesto”.
Quindi la spiegazione più logica dovrebbe essere che sono pervenute domande per oltre 15.000 euro di contributo per singole iniziative, successivamente alla delibera 345 dell’11 marzo 2022, e che tutto il budget annuale è terminato.
In realtà, lo stesso giorno della determina in questione, la giunta provinciale ha adottato una nuova deliberazione, la 1075 del 10 giugno 2022, che ha modificato la n. 345, esclusivamente per la parte relativa alla ripartizione dei 90.000 euro di budget: per i progetti annuali si passa da 75.000 a 86.200 euro, per le singole iniziative da 15.000 euro a 3.800, giustificando la scelta con il fatto che, nei termini previsti, erano pervenute proposte per progetti annuali per un importo superiore ai 75.000 euro, mentre era stato disposto il finanziamento per richieste di singole iniziative per 3.800 euro.
Questa scelta appare del tutto illogica, poiché diversi erano i termini dei due filoni: mentre per i progetti annuali la finestra era una soltanto, e andavano presentati tra il 17 marzo ed il 19 aprile 2022, per le singole iniziative le domande erano flessibili, e potevano essere presentate per tutto il 2022, entro 45 giorni prima dell’evento.
Dalla delibera peraltro non si capisce se gli 86.200 euro previsti fossero sufficienti a coprire tutte le domande su progetti annuali pervenute ed approvate.
Inoltre appare incredibile che si dichiari di lasciare la somma di 3.800 euro complessivi per le singole iniziative, perché alla data del 10 giugno “si è già disposto il finanziamento complessivo” pari a tale somma, ma non si dice che c’era almeno un’altra domanda in valutazione, che è stata ignorata.
Peraltro, come spiega sui social l’Associazione Alternart, il progetto escluso consisteva in uno spettacolo della Nuda compagnia, dal titolo Terrasmus, andato in scena sabato 11 giugno al teatro San Marco, tratto dal libro della scrittrice Pitzorno contro le discriminazioni di genere. Libro che era stato oggetto di polemiche politiche quando la giunta provinciale aveva chiesto alle scuole di non utilizzarlo, al fine di censurarne il contenuto, evidentemente non in linea con i parametri personali degli esponenti della stessa.
Senza ricordare che non dovrebbe competere agli esponenti politici entrare nel merito dei contenuti educativi, sicuramente ancora più problematico risultava bocciare un progetto sulla parità di genere all’interno di un bando come quello previsto dalla normativa provinciale.
Forse una soluzione meno problematica è stata quella di far terminare i soldi a disposizione, escludendo di fatto il progetto, che stava superando la procedura.
In ogni caso, qualunque associazione che avesse fatto affidamento sul bando post delibera 345 dell’11 marzo 2022, e che prevedeva la possibilità di contributi per iniziative singole per tutto il 2022, oggi deve prendere atto della decisione della giunta di bloccare i finanziamenti, e quindi di non finanziare più alcuna iniziativa sulla parità di genere.
Tanto premesso
interrogo il Presidente della Provincia per sapere
- quanto è l’ammontare complessivo dei contributi richiesti per i progetti annuali sulla parità di genere ai sensi della delibera 345/22 presentati e ritenuti idonei;
- per quale motivo abbia scelto di ridurre i finanziamenti per singole iniziative sulla parità di genere per il 2022 da 15.000 a 3.800 euro, andando in tal modo a bloccare ogni richiesta per tutto il 2022, anziché integrare il capitolo con nuove risorse, o impegnandosi in tal senso in previsione della legge di assestamento;
- quanti sono stati i progetti per singole iniziative per il 2022 finanziati per un ammontare complessivo di 3.800 euro;
- per quale motivo si è scelto di escludere dalla somma complessiva di finanziamento un progetto, quello presentato dall’Associazione Alternart e valutato dalla determina del dirigente 2022-I084-00030, già presentato ed in fase avanzata di valutazione, tanto da ottenere una risposta il giorno stesso di pubblicazione della delibera che riduceva il finanziamento;
- quanti sono i progetti per singole iniziative presentati prima della delibera 1075 dd. 10 giugno 2022 e non ammessi per insufficienza di fondi;
- se corrisponda al vero che la giunta provinciale abbia ridotto i finanziamenti per progetti sulle singole iniziative al fine di escludere quell’unico progetto, di cui alla determina del dirigente 2022-I084-00030, perché riprendeva un testo, quello della scrittrice Pitzorno, già ritenuto dalla giunta stessa non conforme ai propri parametri ideologici di riferimento.
cons. Luca Zeni