La segretaria del Partito democratico, Lucia Maestri, in vista delle elezioni provinciali del 2023: "In Trentino dinamiche diverse rispetto al nazionale, il Movimento 5 stelle non hai mai partecipato attivamente alla costruzione di una coalizione". Ci sono da definire le partite dei consiglieri uscenti Sara Ferrari, Alessandro Olivi e Luca Zeni: "L'assemblea si è espressa: resta il vincolo statutario dei tre mandati ma si deciderà alla composizione delle liste".
L. Andreazza, "Il Dolomiti", 14 giugno 2022
TRENTO. "I referendum sono nati male e sono finiti peggio. Sono stati strumentalizzati politicamente con il centrodestra che ha abdicato alla funzione parlamentare". Questo il commento di Lucia Maestri, segretaria del Partito democratico del Trentino. "Il risultato evidenzia che è il parlamento a dover legiferare e questa materia è gestita da Cartabia con la riforma della giustizia. L'astensione è comunque preoccupante e ancora di più il calo di partecipazione alle elezioni comunali per eleggere un sindaco, quindi una figura estremamente vicina al territorio di riferimento. La politica deve riflettere su questo scollamento. A Padova e Parma registriamo buone indicazioni come centrosinistra: se il percorso viene costruito di squadra e dal basso si raggiungono risultati importanti. Una conferma di questo modello vincente che ci ha già premiato nel 2020 nella costruzione delle elezioni a Trento e Rovereto".
Si è votato in diverse città e il Partito democratico in alcuni casi si è presentato con il Movimento 5 stelle. Un tema sull'allargamento della coalizione molto dibattuto a livello nazionale. In Trentino questa prospettiva, però, non sembra all'ordine del giorno.
"E' una forza politica che fa parte del campo largo - dice Maestri - ma qui sul territorio le dinamiche sono sempre state diverse: non c'è mai stata una partecipazione attiva nella costruzione di una possibile coalizione e va tenuto conto di questo aspetto. E' sempre stato più un movimento delle individualità che di un progetto politico e non a caso ci sono state diverse fuoriuscite che hanno poi fondato una propria lista. Si riparte dagli appuntamenti elettorali del 2020".
Intanto i cantieri sono aperti per fissare il perimetro della coalizione. L'intenzione è quella di ripartire dall'esperienza che ha portato alla vittoria Franco Ianeselli. "E' stato percorso rilevante - evidenzia Maestri - la sommatoria di un cammino della comunità. Non ci siamo limitati alle sigle di partito ma c'è stato il coinvolgimento della società civile, del volontariato e del tessuto della città. Un discorso simile può essere fatto per la riconferma di Francesco Valduga a Rovereto. Questa è la strada da seguire anche per le provinciali".
Ancora nel limbo il Patt. "Nel 2018 c'è stato purtroppo uno strappo che siamo riusciti a ricucire nel 2020. Nel corso del congresso degli autonomisti - spiega Maestri - c'è stato una determinata e coraggiosa presa di distanza dal governo provinciale. Negli ultimi giorni c'è stata un'involuzione delle Stelle Alpine con la volontà di voler dialogare con tutti a prescindere da equilibri e da valori. E' chiaro che ci siano diverse anime nel partito ma le parole del presidente onorario Luigi Panizza o del vice sindaco di Trento Roberto Stanchina sono importanti. Il centrosinistra e il Patt governano nelle maggiori città del Trentino, escluso a Riva del Garda: qui un ragionamento andrà fatto perché serve una coerenza e una condivisione dei valori. In generale la situazione non è mutata: i dialoghi sono aperti ma non aspettiamo Godot".
Ancora presto per parlare di candidato presidente. "Entro l'estate ci sarà un primo vertice di coalizione ufficiale. Per la scelta riteniamo opportuno adottare il metodo già utilizzato per Trento e Rovereto. Le primarie? E' uno strumento e non un obiettivo. Il Pd intende proporre questo metodo, poi gli alleati decidono in modo collegiale quale sia la scelta migliore. Il prossimo anno ci sono scadenze importanti: le politiche e le provinciali devono essere pianificate contestualmente. Entro fine anno la partita della coalizione del candidato presente devono essere definite".
In casa Pd ci sono da definire le partite dei consiglieri uscenti Sara Ferrari, Alessandro Olivi e Luca Zeni. "L'assemblea del Partito democratico si è espressa praticamente all'unanimità che resta il vincolo statutario dei tre mandati. Sono indubbiamente figure che hanno dato tanto al Trentino e al percorso di crescita del territorio. Non c'è nessuna volontà di rottamare qualcuno ma c'è l'esigenza di un ricambio della classe dirigente. Questo è tra i capisaldi del nostro modo di intendere la politica. Il nostro statuto non prevede deroghe e anche in passato tutti hanno rispettato questi valori e queste regole. A ogni modo l'assemblea è sovrana e deciderà all'atto della composizione delle liste, quindi è ancora presto per una scelta finale", conclude Maestri.