«Valdastico, la giunta è prigioniera della propaganda»

Per rendere l’idea del tempo trascorso da quando Flaminio Piccoli, Mariano Rumor e Antonio Bisaglia gettarono le basi per il prolungamento dell’A31 (a quel tempo la si chiamò Pirubì da una crasi dei tre politici della Dc, oggi Valdastico), Alessio Manica ha ricordato che poco prima l’uomo conquistò la Luna.
M. Damaggio, "Corriere del Trentino", 6 aprile 2022

 

Era il 1969. «Quest’opera non ci sta in questo millennio, ostinarsi a volerla realizzare è come fingere di non vedere che il mondo è cambiato» ha detto in Aula il consigliere del Pd anticipando il tenore di tutti gli interventi fioccati dai banchi della minoranza. Anche ieri il dibattito sulla variante al Piano urbanistico provinciale, passaggio prodromico alla realizzazione della Valdastico, s’è consumato nella forte contrarietà delle forze di opposizione, compatte nell’argomentare il dissenso: l’opera è contraria agli investimenti su rotaia e avrà un impatto economico e ambientale negativo. Ma ad avanzare qualche perplessità, seppur con toni più edulcorati, a sorpresa è anche Ivano Job, consigliere in quota Lega.

Ad ascoltare gli interventi non c’era il governatore Maurizio Fugatti, da sempre sostenitore del prolungamento dell’A31, che tuttavia oggi replicherà in consiglio. Ad aprire il turbillon di interventi è stato Alessio Manica. «Tutti riconosciamo che il futuro della mobilità non sarà più su gomma — ha esordito — Il nostro territorio è più delicato di altri, per la sua natura geologica, per la sua ristrettezza e per l’oculatezza con cui siamo chiamati a consumare ogni pezzo di suolo». Non solo: Manica ha contestato una delle motivazioni dei sostenitori della Valdastico:«Ci troviamo su uno degli assi fondamentali di interscambio: siamo profondamente interconnessi con i mercati d’Europa e non ne abbiamo bisogno». A questo, il consigliere del Pd ha aggiunto i costi («Non è sostenibile ed escludendo i costi di manutenzione ci vogliono 46 anni per ammortizzarla»). In definitiva Manica ha contestato la pervicacia dell’esecutivo: «Siete prigionieri di una propaganda, quella con cui vi siete presentati alle elezioni — ha detto — Ma ignorate che il tempo passa e tutto cambia. La Valdastico sembra immune ai cambiamenti della nostra comunità e al valore che diamo alla sostenibilità, diverso da quello degli anni Sessanta».

A rincarare la dose l’ex governatore Ugo Rossi (Azione) che ha contestato il mancato rispetto della prassi istituzionale: «La sciatteria istituzionale di questo tempo ha raggiunto vette assolute — ha tuonato in Aula — La delibera con cui si dà avvio alla variante del Pup è dell’estate del 2020 e quella delibera si basa su un documento che è un atto aggiuntivo a un atto già firmato da tre istituzioni: governo, Regione Veneto e Provincia di Trento. Su questo documento che firmammo allora si fa un atto aggiuntivo, ma da quel momento