Il consigliere Luca Zeni ha depositato una interrogazione per sapere come la Giunta intenda porre rimedio ai gravi danni causati dal blocco delle attività delle commissioni per la pianificazione territoriale e paesaggistica delle comunità. Le commissioni decadono il prossimo 16 luglio con i commissari nominati dalla Giunta in attesa della legge di riforma della comunità stesse.
Trento, 5 luglio 2021
Senza le autorizzazioni delle commissioni non potranno prendere il via molti lavori di ristrutturazione e ammodernamento di immobili proprio in un momento di grande ripresa dell'edilizia, facilitata da recuperi fiscali ed incentivi anche provinciali.
La Giunta, con grave ritardo, intende modificare la legge istitutiva dei commissari affinché possano essere poi nominate le varie commissioni: per questo ha inserito una norma specifica nel disegno di legge di assestamento del bilancio provinciale che andrà in discussione a fine mese. Ha avuto altre occasioni per farlo, ma non lo ha fatto. Ancora una volta, si è dimostrata valida a demolire quanto fatto nelle scorse legislature, molto meno a ricostruire sulle macerie da lei stessa provocate.
Intanto, cittadini, imprenditori, costruttori, tecnici e professionisti sono costretti a subire danni e ritardi per l’insipienza del governo provinciale.
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE
Interrogazione n.
Comunità bloccate a causa dei ritardi della Giunta: danni per i cittadini e per l’economia legata all’edilizia
L’articolo 5 della L.P. 6 agosto 2020, n° 6 prevede che “1. In vista di un intervento legislativo di riforma generale dei capi V e V bis della legge provinciale 16 giugno 2006, n. 3 (Norme in materia di governo dell'autonomia del Trentino), non sono indette le elezioni ai sensi dell'articolo 17 quater della legge provinciale n. 3 del 2006 e, entro quindici giorni dallo svolgimento del turno elettorale generale 2020 per l'elezione del sindaco e dei consigli comunali, la Giunta provinciale nomina un commissario per ogni comunità, da individuare nella figura del presidente della comunità uscente o, in caso di impossibilità, in un componente del comitato esecutivo. Fino alla nomina del commissario gli organi delle comunità proseguono nell'esercizio dell'ordinaria amministrazione.”
Sulla base di questo articolo la Giunta ha nominato i Commissari con la deliberazione 1616 del 16 ottobre 2020.
Sei mesi dopo, non avendo visto alla luce alcun intervento legislativo di riforma, anzi, non essendo ancora stato abbozzato alcun intervento legislativo, la Giunta, con la deliberazione 606 del 16 aprile ha prorogato, in base al dettato legislativo, di altri tre mesi la durata del commissari.
Il 16 luglio prossimo i commissari sono destinati a decadere inesorabilmente in quanto la legge provinciale 6 del 2020 che li istituiva prevede espressamente una proroga massima di tre mesi, oltre ai primi sei: proroga, come si è vista, già utilizzata.
La decadenza dei commissari comporta anche la decadenza delle Commissione per la pianificazione territoriale e il paesaggio (CPC) che durano in carica per la stessa durata del commissario.
Le commissioni per la pianificazione territoriale e il paesaggio (CPC) sono organi con funzioni tecnico-consultive e autorizzative. In base all’articolo istitutivo (art. 7 lp 15/2015), “alle commissioni per la pianificazione territoriale e il paesaggio spetta, in particolare:
a) rilasciare le autorizzazioni paesaggistiche di competenza nei casi previsti dall'articolo 64, commi 2 e 3, per i piani attuativi che interessano zone comprese in aree di tutela ambientale e per gli interventi riguardanti immobili soggetti alla tutela del paesaggio;
b) quando non è richiesta l'autorizzazione paesaggistica, esprimere parere obbligatorio sulla qualità architettonica:
1) dei piani attuativi, con esclusione dei piani guida previsti dall'articolo 50, comma 7;
2) degli interventi di ristrutturazione edilizia consistenti nella demolizione e ricostruzione del 50 per cento dell'altezza delle murature perimetrali di edifici inclusi negli insediamenti storici, anche di carattere sparso, specificatamente assoggettati alla categoria di intervento della ristrutturazione edilizia e sulle varianti di progetto relative a tali interventi, fatta eccezione per quelle in corso d'opera, ai sensi dell'articolo 92, comma 3;
3) dei progetti di opere pubbliche di comuni e comunità consistenti in interventi di nuova costruzione e ristrutturazione edilizia di edifici destinati a servizi e attrezzature pubbliche e, negli insediamenti storici, in interventi di generale sistemazione degli spazi pubblici;
4) degli interventi autorizzati con la disciplina della deroga urbanistica e degli interventi di demolizione e ricostruzione disciplinati dall'articolo 106;
b bis) quando non è richiesta l'autorizzazione paesaggistica, esprimere parere obbligatorio e vincolante sulla qualità architettonica nel caso di interventi di ristrutturazione edilizia consistenti nella demolizione e ricostruzione su sedime completamente diverso da quello originario.”
E’ chiaro che se le commissioni decadono tutti gli atti che stavano trattando decadono con esse e tutti gli interventi edilizi che prevedono autorizzazioni commissariali rimangono bloccati. Quanto di peggio possa succedere nell’attuale situazione di (tentata) ripresa post Covid di un reparto di grande importanza nell’economia provinciale. Ripresa in teoria facilitata anche dalla possibilità di detrarre le spese, il famoso 110 per cento, e dagli aiuti provinciali anche recentemente rinnovati, ma a questo punto frenata dalle inadempienze della Giunta provinciale.
A pagare le conseguenze di questo blocco delle attività, ribadiamo dovuto esclusivamente al tempo perso dalla Giunta nel predisporre l’agognata riforma generale delle comunità che si contrappone alla fretta con cui ha voluto smantellare l’esistente, saranno quindi la famiglie trentine che ambivano a fare lavori edilizi utilizzando le agevolazioni statali e provinciali, le imprese edilizie, i tecnici ed i professionisti impegnati nelle costruzioni e con loro le molte attività economiche connesse all’edilizia.
E’ ben vero che anche la Giunta pare essersi accorta del problema, tanto che nel prossimo assestamento di bilancio ha inserito una norma per modificare la legge e prorogare ancoro i commissari, fino a fine anno, e ricostituire le commissioni. Ma, ammesso che la proposta della Giunta diventi legge, non è detto che tutto fili liscio: tra approvazione della norma, ricostruzione delle commissioni, convocazioni delle stesse almeno un mese andrà perso.
Perdere un mese o più in questo momento di grande vivacità in campo urbanistico avrà conseguenze pesanti, con lavori che dovranno essere riprogrammati, altri che non potranno concludersi prima dell’arrivo dell’inverno, altri ancora subiranno aggravi economici per lo slittamento anche delle possibilità di ottenere contributi o detassazioni.
La burocrazia è considerata spesso dai cittadini e dagli imprenditori un costo, una inutile pastoia che impedisce o rallenta il normale svolgimento della vita sociale ed economica. La situazione che si sta creando a causa di facili promesse elettorali realizzate in due anni e mezzo, per quanto riguarda le comunità di valle, solo nella parte distruttiva non potrà che rafforzare tale opinione, anche se in questo caso, non è stata la burocrazia a bloccare tutto, ma i gravi errori programmatori e gestionali della Giunta provinciale.
Tanto premesso
interrogo il Presidente della Provincia e l’Assessore competente
per sapere:
per quale motivo si sono lasciti scadere i termini previsti dalla legge 6 del 2020 in merito alla durata dei commissari delle comunità e, di conseguenza, della durata delle commissioni per la pianificazione territoriale e il paesaggio (CPC), considerando che alcuni recenti disegni di legge della giunta contenevano tutto, dall’invenzione del “Trentino onorario” alla riforma di istituti di ricerca, e quindi avrebbero potuto contenere anche la proroga prevista ora nel disegno di legge di assestamento di bilancio;
come intende la Giunta intervenire per attutire l’impatto dei ritardi causati dalla decadenza delle commissioni per la pianificazione territoriale e il paesaggio (CPC) e quindi ridurre anche i disagi per i cittadini, le imprese ed i professionisti che ne subiranno le conseguenze.
cons. Luca Zeni
A norma di regolamentano chiedo risposta scritta
Trento, 5 luglio 2021