Trento città che accoglie la libertà di stampa, di pensiero, e ricorda i giornalisti in carcere

Un flash mob all’ingresso di Palazzo Geremia, sede del Comune di Trento, per informare l’opinione pubblica dell’arresto di 12 giornalisti in Bielorussia per aver svolto il loro dovere e testimoniare le proteste della popolazione contro il presidente Aljaksandr Lukasenko.
R. Rinaldi, https://www.articolo21.org/, 2 maggio 2021

 

Dodici riproduzioni fotografiche con i visi e i nomi dei colleghi che si trovano in carcere. Domenica 2 maggio a Trento si è svolta la manifestazione nazionale per la libertà di stampa che anticipa quella del 3 maggio dedicata alla Giornata internazionale che si celebra domani. Ripresi dalla troupe di Rainews24 e dal Tg3R della sede di Trentino i rappresentanti della Federazione nazionale della stampa con il presidente Giuseppe Giulietti, Rocco Cerone e Lorenzo Basso rispettivamente segretario e vice del Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige, Monica Andolfatto segretaria del Sindacato giornalisti del Veneto, Nicola Chiarini portavoce del presidio Articolo21 Veneto, Roberto Rinaldi di Articolo 21 Trentino Alto Adige, Asmae Dachan giornalista italosiriana, Ekaterina Ziuziuk presidente dell’Associazione bielorussi in Italia “Supolka”, Paola Rosà dell’OBC, Claudio Locatelli giornalista freelance arrestato a Minks e poi rilasciato, Ubaldo Cordellini giornalista del quotidiano Il Trentino rimasto insieme ad altri colleghi senza lavoro per la chiusura senza preavviso da parte dell’editore. I genitori di Antonio Megalizzi, Annamaria e Domenico, la figlia Federica e la presidente della Fondazione Megalizzi.

Ospiti del sindaco Franco Ianeselli che ha accolto la delegazione per partecipare ad un dibattito che è stato trasmesso in diretta facebook dal Comune e dalla pagina di Articolo21. Giulietti ha denunciato con forza la situazione internazionale dove in molti paesi i giornalisti vengono minacciati e impedito a loro di esercitare il diritto di cronaca: dalla Turchia alla Russia, in Ungheria e Polonia, Siria, Egitto e Arabia Saudita, oltre alla Bielorussia, la cui bandiera sventola sulla facciata di Palazzo Geremia a testimonianza di come Trento sia una città che opera per l’inclusione e la difesa dei diritti umani, luogo di accoglienza per i giornalisti minacciati: «I giornalisti sono considerati un pericolo pubblico ma non per il ruolo che svolgono quanto perché informano l’opinione sulla corruzione e le violenze che vengono commesse ogni giorno». A ribadirlo nel servizio andato in onda e in diretta dal canale RaiNews24, anche Ekaterina Ziuziuk ai microfoni di Stefano Corradino: «La voce dei giornalisti in Bielorussia viene negata e non ha diritto di esistere, l’informazione non solo è impedita ma anche punita con il carcere». Lo scorso anno hanno perso la vita 50 giornalisti uccisi mentre documentavano fatti di cronaca e sui fronti di guerra, 387 sono stati arrestati e rinchiusi in carcere, tra cui molti in Siria come conferma Asmae Dachan: «Dieci anni di guerra in Siria hanno provocato un’emorragia di diritti umani e civili e in questo paese non esiste la libertà di stampa. Sono centinaia i colleghi che sono stati privati del diritto di informare e condotti in carcere dove subiscono torture e molti di perdono la vita».

Il sindaco Franco Ianeselli ha spiegato il valore della manifestazione:« Oggi testimoniamo la necessità di esserci: faccio appello anche ai cittadini di Trento affinché non dimentichino quello che succede nel mondo. Siamo qui oggi anche per testimoniare. Fare buona informazione significa rafforzare la democrazia, e la qualità di una democrazia si misura anche dal livello di libertà dei giornalisti, che hanno il dovere di fare le domande scomode al potere». Sono seguiti gli interventi di Rocco Cerone che ha parlato dell’importanza di un giornalismo a difesa della democrazia e dell’articolo 21 della Costituzione; Monica Andolfatto ha spiegato come «l’informazione è come l’aria e per nostra fortuna non subiamo il carcere ma siamo sottoposti ad un altro tipo di censura. Come sindacato denunciamo anche la grave situazione della perdita di posti di lavoro che subiscono molti colleghi. Anche Lorenzo Basso ha denunciato la «precarietà della platea dei lavoratori poveri che si impoveriscono lavorando e la riduzione dei diritti stessi che vengono a mancare. Sono seguite le testimonianze dei colleghi a cui daremo spazio in una prossima pubblicazione, anticipando che domani (lunedì 3 maggio9) il presidente della Fnsi verrà ricevuto da Roberto Fico presidente della Camera dei Deputati a Roma per consegnare «il dossier sui giornalisti intercettati dalla Procura di Trapani, sui cronisti minacciati, sulle querele bavaglio e sull’equo compenso degli ultimi, perché non è possibile che ci siano giornalisti che guadagnano cinque euro lavorando in contesti di pericolo e precarietà, oltre alla sentenza del Tribunale di Milano per il processo Andy Rocchelli e l’assoluzione che ha scagionato l’imputato condannato in primo grado».