Sull’occupazione femminile si presentino progetti concreti e non parole

Non chiudere la cose buone che sono state costruite in questi anni, far ripartire anche gli incentivi all’imprenditorialità femminile, fare tesoro dell’esperienza del lavoro agile. Costruire le condizioni perché le donne possano lavorare a parità di opportunità degli uomini porta vantaggi a tutti e richiedere azioni concrete, non parole e auspici.
Sara Ferrari, 4 marzo 2021

 

Bisogna che anche il Trentino sappia costruire progetti in questo campo, per intercettare i soldi che arrivano dall’Europa col Recovery plan, non solo per strade e lavori pubblici, ma anche per promuovere l’innovazione sociale e le pari opportunità di genere che sono uno degli ambiti di finanziamento prioritari.

Anche in Trentino le donne che lavorano sono in numero minore degli uomini, guadagnano meno, hanno occupazione più incerta e discontinua, sono sovratitolate per l’attività che fanno, perdono il lavoro quando diventano madri, prendono il part time e ci rimettono, subito in termini di ricchezza per se’ e la famiglia e in futuro sulla pensione, subiscono molestie e discriminazioni sul posto di lavoro, in poche arrivano al vertice delle aziende o le possiedono. 

1) L’occupazione femminile è un potenziale inespresso di ricchezza per il territorio, la comunità, le famiglie, i singoli. Non esprimerlo appieno quel potenziale, è come tenere sotto il cuscino un tesoro e non utilizzarlo.

2) E’oramai noto che il lavoro delle donne genera un vantaggio collettivo, perché fa crescere il pil, aumenta la natalità, eleva la ricchezza delle comunità, delle famiglie, dei singoli, favorisce il contrasto alle discriminazioni e alla violenza. Quello che serve però sono fatti e non parole. Servono azioni che consentano da un lato di liberare le donne dagli ostacoli che impediscono loro di lavorare, dall’altra azioni dirette a promuove lavoro. 

In Trentino negli anni abbiamo fatto molto sulla rimozione degli ostacoli, in particolare offrendo servizi all’infanzia distribuiti sul territorio e di tipologie diverse, per andare incontro a bisogni diversificati di conciliazione delle famiglie. Ancora c’è da fare invece per promuovere servizi per gli anziani non autosufficienti. Si è investito per sostenere la divisione del lavoro di cura, in particolare istituendo il “bonus papà” perché i padri potessero usufruire di un periodo di assistenza ai figli neonati in alternativa alla madre, il che consente agli uomini di costruire fin da subito un rapporto, un legame con i propri figli e alla madre di non perdere il posto di lavoro, come succede purtroppo a moltissime delle neo mamme. 

3) si sono promosse azioni e progetti per avvicinare le ragazze a scegliere le materie stem nei percorsi formativi, ma va fatto ancora orientamento scolastico e i percorsi sulle pari opportunità, che abbiamo chiesto con forza di far ripartire  nelle scuole non servono solo per contrastare la violenza, ma anche perché maschi e femmine facciano scelte formative non più condizionate per appartenenza di genere.

4) sono stati fatti bandi per il sostegno pubblico all’apertura di imprese femminili

5) si è inventato il progetto “in tandem” come servizio di sostituzione delle imprenditrici e libere professioniste che intendano seguire per un anno i figli in crescita

6) si sono previsti incentivi per le aziende che assumono personale femminile 

7) e’ stato incentivato il part time maschile in sostituzione a quello femminile

8) abbiamo previsto sgravi fiscali personali (sul calcolo icef) perché il lavoro femminile non venisse disincentivato dai costi dei servizi pubblici.

Adesso però che stiamo attraversando un periodo di evoluzione importante, bisogna che non facciamo passi indietro su quanto fatto finora e al contempo dobbiamo fare passi avanti.

9) a supporto del lavoro fatto dal comitato per l’imprenditoria femminile nel giugno scorso su proposta di tutte le consigliere  provinciali è stata approvata una richiesta di riaprire i bandi per l’imprenditoria femminile e gli altri strumenti per favorire il lavoro autonomo delle donne trentine,comprendendo anche l’accesso al credito, ma ancora non ci sono risposte concrete. 

10) Nel bilancio di fine anno abbiamo approvato l’istituzione di un tavolo per l’occupazione femminile presso agenzia del lavoro. Pare che sia stato istituito ma non ancora convocato dopo due mesi, quindi bisogna che si acceleri. 

11) il servizio pubblico del consigliere di parità, che tutela le persone che subiscono discriminazione sul posto di lavoro deve essere rafforzato e non indebolito in un periodo così difficile

12) dobbiamo saper regolare e rendere strutturale il lavoro agile, non per togliere le donne dal luogo di lavoro ma come strumento perché madri e padri e persone che abitano in luoghi disagiati  possano continuare la propria attività anche da casa.