Errori e crimini della politica

Caro Direttore,
condivido l'entusiasmo della senatrice Conzatti, manifestato su "L'Adige" del 21 dicembre, per la vittoria di Joe Biden e Kamala Harris, sancita in via definitiva, nei giorni scorsi, dall'assemblea dei grandi elettori Usa.
Giorgio Tonini, 23 dicembre 2020

Mi permetto solo di ricordare che se il 20 gennaio prossimo la prima vicepresidente donna degli Stati Uniti d'America entrerà alla Casa Bianca accanto al presidente Biden, è anche perché Kamala Harris, sconfitta dallo stesso Biden nelle primarie del Partito democratico, non è stata nemmeno sfiorata dal pensiero di dar vita ad un proprio partito, ma ha portato il suo contributo alla vittoria della casa comune democratica.
La verità è che nelle grandi democrazie i grandi partiti servono (anche) a creare leader da proporre al paese. Da noi invece, chissà perché, sono i leader che ad un certo punto, di solito quando cominciano a perdere presa sui partiti che li hanno creati, decidono di trasformarsi da creature in creatori, dando vita a partiti nuovi, per così dire su misura. Non è un crimine, ovviamente. È solo un errore, di solito di sopravvalutazione di se stessi.
Ma in politica talvolta, come diceva Fouché, un errore è peggio di un crimine.