Manica interroga la Giunta: "Perchè nessuna deroga in provincia per le attività culturali?"

Il consigliere del Partito Democratico Alessio Manica ha depositato oggi un'interrogazione alla Giunta per chiedere conto delle ragioni che hanno spinto il presidente Fugatti a non introdurre deroghe e alleggerimenti alle prescrizioni previste per le attività culturali come cinema e teatri.
Trento, 27 ottobre 2020

Con l’ordinanza del 26 ottobre 2020 – chiarisce il consigliere Democratico – la Giunta ha introdotto alcune modifiche alle disposizioni nazionali varate negli ultimi giorni, prevedendo deroghe riguardo l’apertura di bar e ristoranti e per lo svolgimento della normale attività didattica nelle scuole. Nulla invece è stato previsto per i cinema o i teatri, settori già molto in difficoltà dopo i lunghi mesi di stop forzato”.

Se è infatti coerente con la nuova impennata dei contagi l’attivazione su tutto il territorio nazionale di vincoli più rigorosi, non è chiaro come mai vengano considerati dalla Giunta provinciale tanto a rischio da non meritare deroghe ambienti come i cinema o i teatri, che operano già con ingressi controllati e rigidi protocolli, che sono loghi nei quali solitamente gli avventori non parlano e siedono distanziati, e nei quali addirittura spesso si usano percorsi diversi per entrare e uscire.

Non credo si possa considerare avventato il Presidente della Provincia autonoma di Bolzano – conclude Manica – ritengo anzi che la scelta fatta in Alto Adige di permettere l’apertura di cinema a teatri tenga nella giusta considerazione aspetti sanitari, economici e che riguardano la funzione sociale delle manifestazioni culturali. È un peccato che il mondo dello spettacolo, che occupa in Trentino diverse centinaia di addetti, tra artisti, tecnici e personale con varie mansioni, una parte consistente dei quali lavora in forma autonoma o con contratti che non possono offrire garanzie di fronte alla chiusura dei luoghi di lavoro, debba tornare a fermarsi”.

 

IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE

 

Interrogazione n.

Anche il mondo dello spettacolo merita attenzione e scelte coerenti

 

Con l’ultima ordinanza del 26 ottobre 2020 il Presidente Fugatti ha “recepito” il DPCM del 24 ottobre 2020 e il decreto legge 33/2020 relativi alle misure per la prevenzione e la gestione dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19.

Il Presiedente, forte dell’autonomia concessa alle Regioni, con la propria ordinanza ha introdotto alcune modifiche alle disposizioni nazionali. Ha previsto deroghe nell’apertura di bar e ristoranti, concedendo un prolungamento dell’orario di apertura, la continuazione dell’attività didattica nelle scuole, la chiusura domenicale delle attività di commercio al dettaglio per evitare “assembramenti” nei giorni festivi, che sembra obbiettivamente contrastare con la concessa possibilità di organizzare i mercati tipici o saltuari, p.e. i mercatini di Natale, pur con l’adozione di appositi protocolli di sicurezza, prevedendo la possibilità di somministrare anche cibi e bevande in aree distinte.

Con la nuova ordinanza il Presidente Fugatti invece nulla ha voluto concedere sul fronte cinema, teatri e luoghi di cultura. Se è indispensabile, per contenere la diffusione del Covid-19, evitare gli assembramenti e la presenza di molte persone in luoghi confinati, è altrettanto importante saper distinguere le varie situazioni. Ora, se è evidente che la cosiddetta movida o la riunione di molti giovani in una discoteca, con uno scarso utilizzo delle mascherine, la vicinanza e la necessità di parlare ad alta voce per poter comunicare e socializzare, rappresentano situazioni favorevoli alla propagazione del virus, non si può dire altrettanto per i cinema o i teatri con ingressi controllati e con tutti i protocolli di sicurezza in atto. Al cinema e a teatro solitamente gli spettatori non parlano, sono solitamente distanziati e utilizzano percorsi diversi per entrare e uscire. Con la possibilità di comprare i biglietti on line evitano anche le file alle casse. Le situazioni di pericolo sono decisamente ridotte, probabilmente minori di quelle che si possono riscontrare su qualsiasi mezzo di trasporto pubblico.

Per il vicino Alto Adige il Presidente Kompatscher ha deciso diversamente, permettendo l’apertura di cinema a teatri, probabilmente tenendo nella giusta considerazione, oltre all’aspetto economico, la funzione sociale delle manifestazioni culturali.

Il mondo dello spettacolo occupa in Trentino diverse centinaia di addetti, tra artisti, tecnici e personale con varie mansioni, una parte consistente di queste lavora in forma autonoma o con contratti che non possono offrire garanzie di fronte alla chiusura dei luoghi di lavoro a causa del Covid. Sospendere tutte le attività senza distinguere tre quelle difficilmente controllabili, come le manifestazioni all’aperto senza posti preventivamente assegnati e distanziati, e quelle invece sottoposte a rigidi protocolli, cinema e teatri con posti assegnati, areati ed igienizzati a dovere non è una scelta razionale e cozza contro l’impegno che è stato finora chiesto ai gestori delle sale e dei teatri.

La scelta del Presidente risulta poi particolarmente incoerente con la minor rigidità negli orari prevista per i bar ed i ristoranti. Infatti, se si vuole evitare la circolazione delle persone nelle ore serali e per questo si vogliono tenere chiusi cinema e teatri non ha senso poi permette a bar e ristoranti di prolungare gli orari di apertura.

Non è questa, a dire il vero, l’unica incoerenza nell’ultima ordinanza del Presidente Fugatti: come indicato sopra, altrettanti dubbi fa sorgere il permesso per l’organizzazione dei mercati tipici o saltuari, di solito si svolgono nei giorni festivi, con la chiusura domenicale dei negozi al dattaglio considerando anche il fatto che è obbiettivamente molto più facile controllare il rispetto dei protocolli sanitari nei negozi che nelle fiere, mercati e mercatini vari.

 

Tanto premesso

 

interrogo il Presidente della Provincia

 

per sapere:

 

sulla base di quali considerazioni scientifiche e logiche ha scelto, con l'ordinanza del 26 ottobre, di derogare alle disposizioni previste nell’ultimo DPCM in merito all'orario di bar e ristoranti prevedendone un prolungamento serale;

 

sulla base di quali considerazioni scientifiche e logiche ha scelto di derogare alle disposizioni previste nel DPCM prevedendo la chiusura nei giorni festivi delle attività di commercio al dettaglio e permettendo contemporaneamente, viceversa, lo svolgimento di fiere e mercati;

 

sulla base di quali considerazioni scientifiche e logiche ha scelto invece di non derogare alle disposizioni previste nel DPCM del 24 ottobre in tema di apertura di teatri e cinema, come viceversa ha fatto la Provincia di Bolzano, non tenendo conto dei rigidi protocolli già adottati per rendere la fruizione di spettacoli in ambienti controllati relativamente sicura da rischi di contaminazione.

 

                                                                                               cons. Alessio Manica

 

A norma di regolamento chiedo risposta scritta.