TRENTO - «La città è popolare, non populista. Saremo discontinui: nuova fase»

«Nove mesi di campagna elettorale», fin da quel gennaio in cui, primo dei candidati sindaco a scendere in campo, Franco Ianeselli è stato scelto per rappresentare il centrosinistra. «In questi mesi ho avuto la possibilità di scoprire lo spirito autentico della città di Trento, che è popolare, non populista».
D. Baldo, "Corriere del Trentino", 21 settembre 2020

 

Franco Ianeselli ha chiuso ieri la sua lunga campagna elettorale a Piedicastello, circondato dai candidati e da quel «popolo di centrosinistra» che dal Patt fino a Futura era tutto un battimani. Anche il sindaco uscente Alessandro Andreatta si è messo in prima fila, per un passaggio di testimone simbolico al «futuro sindaco di Trento», perché così è stato annunciato Ianeselli alla platea.

«Abbiamo iniziato questo cammino nove mesi fa con queste tre parole — ha ricordato il candidato sindaco — ascolto, umiltà, coraggio. L’ascolto di tutta la comunità e in modo particolare di chi non la pensa come noi, l’umiltà di frequentare luoghi e temi e spazi che in questi anni abbiamo un po’ trascurato. E coraggio, quello di metterci la faccia, di saper scegliere». Sulla parola coraggio Ianeselli punta fortemente: «Voglio ricordare anche il coraggio dei nostri 271 candidati e candidate che hanno scelto di stare dalla nostra parte, e l’hanno fatto per il futuro della loro comunità. Ma c’è anche il coraggio della nostra città, che quando è arrivato il Covid ha scelto di darsi da fare con una rete straordinaria di volontariato, tanti giovani che si sono messi a disposizione». Giovani, ricorda Ianeselli, «che non sono solo la movida ma che sono il nostro futuro. E pensiamo la città per chi oggi ha vent’anni e alla città tra 20 anni per chi oggi è appena nato».

Guardando il sindaco in carica Alessandro Andreatta, in prima fila sotto al palco, il candidato ha parlato di continuità: «Continuità nei valori, rispetto a chi governa e ha governato bene la città, ma anche discontinuità perché sappiamo che si è aperta una nuova fase». Un nuovo corso che non è solo amministrativo, ma politico, di «visione»: «Si scontrano due idee di città, quella dei riformisti e quella dei sovranisti. E in ballo c’è il futuro della città e della sua comunità. Il candidato della destra Merler vuole recintare i parchi, vuole costruire muri — sottolinea Ianeselli — ma non è così che si risolvono i problemi, servono presidi di comunità».

«In questa campagna elettorale – confida Ianeselli – avevo un obiettivo. O meglio: due; vincere e poi scoprire l’anima profonda della città. Ho scoperto una città popolare, non populista». E a questa città l’appello: «Noi ci chiamiamo oggi “SìAmoTrento” perché quando eravamo molto poveri non ci siamo messi gli uni contro gli altri ma abbiamo inventato la cooperazione. Ci chiamiamo oggi “SìAmoTrento” perché quando la nostra terra era terra di emigrazione non abbiamo chiesto i sussidi ma abbiamo costruito futuro portando qui l’università. Noi “SìAmoTrento” perché non abbiamo mai pensato che le culture e le religioni possano essere usati come strumenti di divisione, perché noi cerchiamo il dialogo e costruiamo ponti. Questo siamo — conclude il candidato — e questo è il tema di queste elezioni».

Prima dei lui, al microfono, si sono alternate sette donne, in rappresentanza delle sette liste che lo sostengono. Silvia Franceschini del Pd che ha ricordato come il suo partito sia «dalla parte del popolo che anima le città, per la partecipazione attiva», Anna Raffaelli della lista civica del candidato «Insieme per Trento» che ha sottolineato la differenza tra i due schieramenti che si contendono la città: «Due diverse visioni della società». Per il Patt Marisa Postal: «Se non ci fossimo noi non ci sarebbe nemmeno Ianeselli, perché su di lui abbiamo puntato per primi, fin da subito». Nusrat Jahan Khan ha parlato per +Trento Viva, parla 5 lingue fa la mediatrice culturale, mentre Maja Urukalo Franov ha rappresentava Europa Verde, Giulia Casonato Trento Futura e Sara Alouani la lista Azione-Unione, esordendo con un «buonasera» ma anche con un sincero «As-Salaam-Alaikum », nella sua lingua d’origine.