Dimissioni Soj: la responsabilità della giunta

Un asettico comunicato della giunta provinciale ringrazia il presidente di Trentino Digitale per "la correttezza" delle sue dimissioni in seguito "ad una vicenda giudiziaria attinente l'attività svolta dal professionista alcuni anni fa, in un contesto lavorativo privato, esterno al Trentino".
Luca Zeni, 20 luglio 2020

Pare che in realtà si tratti di una condanna all'interno di un'inchiesta che ha svelato un sistema di sottrazione di milioni di euro a centinaia di comuni italiani da parte di alcune società private che dovevano riscuotere tributi dei cittadini per conto della pubblica amministrazione!

Il consigliere del Partito Democratico del Trentino Luca Zeni ha prontamente depositato un'interrogazione nella quale chiede se Soj avesse comunicato la sua posizione giuridica, come imposto dalla normativa, quindi pare con un rinvio a giudizio già subito ed un procedimento contabile che pare avesse già accertato responsabilità in capo alle società nelle quali Soj era coinvolto. 

In caso di risposta affermativa, per quale motivo la giunta lo avesse comunque nominato. Infatti, anche qualora da un’interpretazione restrittiva della normativa - essendo formalmente Soj responsabile di una società di diritto privato - emergesse non esserci un divieto giuridico di nomina, il fatto che le società coinvolte agissero per conto delle pubbliche amministrazioni, riscuotendo i tributi, e che poi pare sottraessero alle stesse risorse per milioni di euro, un minimo di prudenza a tutela dell’istituzione provinciale imponesse di evitare la nomina, essendo di tipo esclusivamente fiduciario. Infine il consigliere Zeni chiede come intenda ora procedere la giunta e con quali tempistiche per ripristinare al più presto le condizioni per tutelare un’importante società di sistema, le tante persone che vi lavorano e i tanti beneficiari dei servizi forniti.

IL TESTO DELLA INTERROGAZIONE

Interrogazione a risposta scritta


Il gravissimo caso delle dimissioni del Presidente di Trentino Digitale

Nell’ultimo anno Trentino Digitale, spa della quale la Provincia di Trento è socio di maggioranza con oltre l’88% delle azioni, ha vissuto parecchie vicissitudini.
Tutto è partito con la volontà della giunta, ed in particolare dell’assessore competente Spinelli, di voler sostituire il consiglio di amministrazione con persone di propria completa fiducia.
Precedenti interrogazioni, rimaste di fatto senza risposta, ripercorrono le forzature della giunta, che ha svolto forti pressioni (probabilmente oltre il lecito, a parere di chi scrive) al fine di indurre le dimissioni.
Ottenute forzosamente le dimissioni, ha potuto nominare il nuovo cda, indicando come Presidente di fiducia un dirigente di una società informatica della Regione Lombardia, Roberto Soj, nominato il 25 luglio 2019.
Da quando è stato nominato, la società è stata al centro di una serie di contestazioni per l’immobilismo della stessa. In particolare sul piano industriale, che doveva essere approvato entro il 31 dicembre 2019, ci si è limitati a conferire una costosa consulenza ad una società privata perché lo predisponesse al posto del cda. Ma si potrebbe ricordare il blocco dell’assunzione di 12 giovani tecnici che avevano superato una regolare selezione, o il fatto che per pagare il Presidente Soj si sia sforato il tetto della legge Madia, ed in tal modo si sono gettati soldi della Provincia.
Un comunicato del 20 luglio della Provincia di Trento comunica che il Presidente Soj si è dimesso in conseguenza “di una vicenda giudiziaria attinente l’attività svolta dal professionista alcuni anni fa, in un contesto lavorativo privato, esterno al Trentino”. Prosegue poi il comunicato della Provincia: “Prendiamo atto con dispiacere di questa circostanza, e se da un lato le regole impongono di assicurare all’Amministrazione ed alle sue Società il massimo delle garanzie di trasparenza, dall’altro va sottolineata la correttezza del gesto del presidente Soj al quale va il nostro ringraziamento, unito all’augurio che riesca al più presto a chiarire la sua posizione processuale”.
Da informazioni di stampa e da documentazione ufficiale reperita, emerge che il presidente Soj sarebbe stato condannato a 3 anni e 8 mesi in primo grado all’interno di un’inchiesta che ha svelato un sistema di sottrazione di risorse ai comuni da parte di alcune società private che dovevano riscuotere le imposte dei cittadini per conto della pubblica amministrazione!
Un reato molto grave ai danni della collettività e della pubblica amministrazione, con un sistema sofisticato che ha portato alla sottrazione di risorse per milioni di euro.
Pare che tale inchiesta sia partita nel 2016, con il decreto di fissazione dell’udienza preliminare del febbraio 2018, con responsabilità contabili accertate dalla Corte dei conti in appello nel luglio 2018.
Quello che non si riesce a capire, è come la giunta provinciale abbia potuto procedere alla nomina di Roberto Soj a presidente di Trentino Digitale con un procedimento in corso per reati contro la pubblica amministrazione così rilevanti. Nei bandi di nomina viene sempre indicato l’obbligo di indicare la propria situazione giudiziaria, e in caso di contestazione per reati contro la pubblica amministrazione solitamente vi è impossibilità di conferibilità dell’incarico.
Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia e l’Assessore competente per sapere


1. Se al momento della presentazione della sua candidatura per il consiglio di amministrazione e presidente di Trentino Digitale, il dottor Soj abbia comunicato la sua situazione giudiziaria, e se corrisponda al vero che avesse già subito un rinvio a giudizio e che vi fossero già stati procedimenti contabili che avevano condannato le società di cui pare avesse la responsabilità legale;


2. In caso di risposta negativa al punto 1) se non si ritenga del tutto fuori luogo ringraziare il dottor Soj per “la correttezza del gesto” delle dimissioni, augurandogli di chiarire la sua posizione processuale – pare che lo abbia già fatto un giudice - e se non si ritenga invece opportuno avviare quanto necessario per tutelare la Provincia autonoma di Trento, che in tal caso sarebbe stata raggirata, anche richiedendo la restituzione degli emolumenti ricevuti;


3. In caso di risposta affermativa al punto 1):
a) per quale motivo la giunta abbia comunque provveduto a nominare Roberto Soj come presidente di Trentino Digitale;
b) se la nomina fosse compatibile con la normativa vigente;
c) anche qualora da un’interpretazione restrittiva della normativa, essendo formalmente Soj responsabile di una società di diritto privato, emergesse non esserci un divieto giuridico di nomina, il fatto che le società coinvolte agissero per conto delle pubbliche amministrazioni, riscuotendo i tributi, e che poi pare sottraessero alle stesse risorse per milioni di euro, se non si ritenga che un minimo di prudenza a tutela dell’istituzione provinciale imponesse di evitare la nomina, essendo di tipo esclusivamente fiduciario;


4. Come si intenda procedere e con quali tempistiche per ripristinare al più presto le condizioni per tutelare un’importante società di sistema, le tante persone che vi lavorano e i tanti beneficiari dei servizi forniti.


A norma di regolamento, si chiede risposta scritta.

Avv. Luca Zeni