Siamo convinti che l’esperienza maturata nei mesi scorsi, previo confronto e con i necessari miglioramenti, possa consentire anche alla Provincia di adottare nuove modalità organizzative, varie e flessibili, che guardino più ai risultati che alla forma ed avviare dei processi positivi di cambiamento.
Sara Ferrari per il Gruppo Consiliare provinciale, 1 luglio 2020
In questi giorni migliaia di dipendenti pubblici sono rientrati al lavoro presso gli uffici della Provincia Autonoma di Trento. Questi lavoratori garantiscono ogni giorno la piena operatività dei servizi pubblici, dal trasporto alla scuola, dalla sanità ai servizi sociali, dall’erogazione dei contributi ai provvedimenti urbanistici, dai servizi alle imprese fino all’organizzazione del servizio civile, e moltissimo altro ancora. Recentemente il Cons. Savoi, Presidente della Lega Salvini – Trentino, ha definito i dipendenti pubblici come dei “privilegiati”, ma la verità è che senza il loro lavoro il Trentino si fermerebbe. La maggior parte dei servizi pubblici è stata pienamente garantita anche nei mesi più duri dell’emergenza sanitaria, grazie ad un lavoro costante e a modalità organizzative che se fino a qualche mese fa sembravano inattuabili, si sono invece dimostrate efficaci e talvolta anche migliorative. Ora invece la Giunta ha deciso per il ritorno in ufficio, con una modalità organizzativa del tutto particolare e come sempre senza un preventivo confronto con i dipendenti e con le organizzazioni sindacali. Tutti in ufficio quindi, su due turni di cinque ore, con ingresso e uscita concentrati in pochi minuti, utilizzo del buono pasto anch’esso in un breve lasso di tempo e lavoro a distanza da casa nella stessa giornata, per le ore non prestate direttamente in ufficio, con la turnistica lasciata all’autogestione dei dipendenti medesimi. La soluzione organizzativa voluta dalla Giunta ha già dimostrato in questi primi giorni tutti i suoi limiti e sono moltissime le preoccupazioni che abbiamo raccolto. La nuova organizzazione non tiene infatti in debita considerazione le difficoltà di un contesto ancora segnato dall’emergenza: servizi di trasporto pubblico non ancora a pieno regime, servizi di conciliazione lavoro-famiglia ancora incerti, bonus per servizi all’infanzia che tardano ad arrivare, orario di ingresso alle 7,30 che spesso non consente di portare i figli all’asilo o alle attività estive che iniziano più tardi, forte penalizzazione per chi deve raggiungere Trento dalle valli e poi tornare a casa in fretta e furia per poter svolgere le ultime ore di lavoro al computer, rischio di concentrazione in uffici, mense e mezzi di trasporto di un numero eccessivo di persone.
Ad avviso del nostro Gruppo la soluzione scelta dalla Giunta risulta fortemente penalizzante, in particolare per alcune categorie di dipendenti, a cominciare dalle donne – su cui spesso gravano i maggiori carichi di conciliazione tra lavoro e famiglia – e da coloro che risiedono più lontani dal luogo di lavoro. L’organizzazione a “spezzatino” voluta dalla Giunta rischia inoltre di ridurre di molto i livelli di efficienza e di efficacia del lavoro, a scapito della qualità dei servizi offerti ai cittadini.
Chiediamo quindi alla Giunta con urgenza un bagno di umiltà e l’avvio di un confronto con i rappresentanti dei dipendenti provinciali. Siamo certi che dal confronto e dalla valorizzazione delle esperienze dei dipendenti possano venire soluzioni in grado di migliorare l’organizzazione e la qualità del lavoro, Chiediamo inoltre alla Giunta, come già fatto nei giorni scorsi tramite atti ufficiali, di dare maggiore fiducia alle competenze, al senso di responsabilità e alla motivazione dei dipendenti di una pubblica amministrazione che non a caso è tra le migliori in Europa. E’ necessario analizzare gli esiti delle soluzioni organizzative adottate nei mesi dell’emergenza e valorizzare quelle che nel garantire alle persone una migliore organizzazione dei propri tempi di vita determinano una maggiore produttività al sistema pubblico. Siamo convinti che l’esperienza maturata nei mesi scorsi, previo confronto e con i necessari miglioramenti, possa consentire anche alla Provincia di adottare nuove modalità organizzative, varie e flessibili, che guardino più ai risultati che alla forma ed avviare dei processi positivi di cambiamento.