La Valdastico adesso è ancora più assurda

Si sa che il mondo e la vita sono lastricate di buoni propositi, come quando dopo una sbornia ci si ripromette di non farlo più ma il proposito dura fino al sabato successivo. Non era però fuori luogo immaginarsi che la ripartenza dopo il lockdown potesse essere all'insegna di una diversa consapevolezza.
Roberto Pinter, "Trentino", 25 giugno 2020

 

Non dico di un mondo diverso, ma almeno con diverse priorità.Dalla riorganizzazione sanitaria alla cura dell'ambiente, dalle risorse per la scuola alla protezione sociale. Invece si infilano i buoni propositi nei documenti programmatici e si continua ad immaginare che ci sia un solo modello di sviluppo, che l'importante è recuperare risorse per sostenere le imprese e far ripartire gli investimenti senza scegliere la direzione. Tant'è che si rischia di trattare tutti nello stesso modo, senza scegliere l'innovazione, una maggiore giustizia sociale e il contrasto al cambiamento climatico.Nemmeno il lavoro riceve la necessaria attenzione, lasciando che in nome della flessibilità ci siano solo marginalità e precariato.In parole povere: come si è entrati nel lockdown così si rischia di uscirne, chi aveva tanto lo mantiene e chi aveva poco perde tutto, chi pensava al futuro del pianeta continua a pensarci e chi negava il problema continua a speculare.

Fugatti è uno di questi, non solo non dà idea di voler cambiare le priorità ma cerca pure di approfittare del Coronavirus per riproporre il peggio.La Valdastico contro ogni evidenza e convenienza è stata infilata (non si sa bene da chi) tra le opere stradali prioritarie a livello di programmazione nazionale, e in Trentino si fa partire l'iter di variante del PUP solo per inserirvi l'impossibile, cioè lo sbocco a Rovereto.Ora, qualsiasi persona di buon senso, (purtroppo come i guanti e i detergenti il buon senso è un bene che scarseggia), chiamata a far ripartire un paese o una provincia, non indicherebbe mai la Valdastico tra le priorità. Nemmeno se ne fosse un convinto sostenitore: perché l'economia e il lavoro ripartono con i cantieri o quantomeno con le opere cantierabili o delle quali c'è assoluta urgenza, non certo con un progetto che non c'è, con una ipotesi che tutti dicono non sia sostenibile, con una road map che bene che vada indicherebbe la partenza dei cantieri tra una decina d'anni.Eppure non è solo una sparata leghista quella di Fugatti, è un iter di variante, è un atto aggiuntivo al protocollo d'intesa tra Veneto, Trentino e Stato. Protocollo peraltro mai attuato visto che anche il corridoio voluto dalla giunta Rossi non ha mai avuto gli approfondimenti indicati come necessari.

Trovo vergognoso che si approfitti di un paese in difficoltà per coltivare le proprie fissazioni, che in nome della ripartenza cadano nel trabocchetto anche i presidenti trentini degli industriali e degli artigiani, nel sostenere un'opera comunque irrealizzabile nei tempi necessari per ridare fiato al lavoro. Abbiamo un Trentino in ginocchio nel comparto turistico, in difficoltà(anche per l'assenza di una guida politica) nel mondo della scuola, con migliaia di persone che non hanno certezza di lavorare, e pensiamo alla Valdastico , oltretutto nella sua versione più demenziale?Non ci sarebbe bisogno di accelerare il nuovo ospedale che da vent'anni la Provincia sembra boicottare con le proprie incompetenze? O la realizzazione delle nuove strutture per gli anziani e gli investimenti nell'edilizia scolastica? Non sarebbe importante completare il ripristino dopo Vaia e investire nella riqualificazione energetica degli edifici , accelerare la realizzazione delle opere avviate e mettere in cantiere quelle progettate, dotarsi di un piano straordinario per la ciclabilità e per la mobilità pubblica...?

Stiamo sprecando le possibilità di rialzare chi è in ginocchio per difendere l'indifendibile, che non è solo lo sbocco su Rovereto, impossibile, ma anche per rilanciare un'opera, la Valdastico, che nemmeno il Veneto sostiene convintamente essendo l'obiettivo solo quello della concessione della Serenissima. E allora perché non definire una comune strategia che riguardi l'A22, la Serenissima e il rinnovo della concessioni, la ferrovia del Brennero e il ramo della Valsugana, le connessioni infrastrutturali e logistiche tra il nord est e l'Europa? Piuttosto che rimanere chiusi nel recinto delle promesse elettorali?*