Sara Ferrari: ''Dopo due mesi di assenza di regia e di confronto con il mondo della scuola, l’assessore in evidente mancanza di idee, si appropria, come aveva già fatto con i tablet donati dalla Caritro - spiega Ferrari - di una iniziativa promossa da altri per colmare un vuoto che la Provincia stessa ha generato.
"Il Dolomiti", 25 aprile 2020
''Diciamo che si è trattato di un comunicato fuorviante costruito come se sembrasse che il questionario fosse stato realizzato su commissione. Un errore, evidentemente, perché semmai si è trattata di un'iniziativa della consulta poi condivisa dall'assessorato e non viceversa''.
A parlare è il presidente della consulta provinciale dei genitori Maurizio Freschi che, suo malgrado, si è trovato al centro di una querelle che gli è costata diverse spiegazioni a tanti genitori rimasti spiazzati per quanto dichiarato in un comunicato stampa della Provincia.
Al centro di molte polemiche e accusato di una quasi totale inerzia, l'assessorato all'istruzione (con addirittura petizioni dei genitori lanciate online per chiedere a Mirko Bisesti di fare qualcosa, di dare un segnale, di comunicare cosa si è fatto in questi due mesi di silenzio mentre famiglie, studenti, insegnanti, dirigenti scolastici di rimboccavano le maniche e di fatto si autogestivano) si è, infatti, praticamente intestato un'iniziativa che di suo non aveva niente e lo ha fatto con un comunicato stampa uscito ieri sera che recitava così.
''Partecipazione e collaborazione sono il denominatore comune della strategia messa in campo dall’assessore all’istruzione Mirko Bisesti, per superare la complicata fase che anche la scuola trentina sta affrontando a causa dell’emergenza sanitaria. Gli incontri che l’assessore sta conducendo in questi giorni con tutti gli attori del mondo scolastico, riscontrano partecipazione e soprattutto la consapevolezza che la straordinarietà del momento necessita del contributo di ognuno per poter essere affrontata con sistematicità e efficacia. A riprova di tutto ciò le Consulte Provinciali dei Genitori e degli Studenti hanno accolto l’invito dell’assessore e, con il contributo scientifico di Maria Vidi, psicologa sociale del lavoro e delle organizzazioni, specializzata in formazione delle risorse umane, hanno predisposto un questionario che mira a raccogliere quante più informazioni possibili sui temi della didattica a distanza effettuata in questo periodo di sospensione delle lezioni in presenza''.
''In realtà si trattava di un'iniziativa della consulta dei genitori - chiarisce il presidente Freschi - che ha radici lontane. Già prima dell'emergenza volevamo raccogliere le opinioni del mondo della scuola su temi vari che riguardavano didattica e altro. Poi con la chiusura delle scuole e l'arrivo delle lezioni online abbiamo cercato di velocizzare i tempi per concentrarci sulle problematiche, enormi, che si stanno vivendo in questa fase storica. I problemi sono tantissimi e si va dalla mancanza di strumenti per la didattica online, ai problemi legati alla rete, alla riapertura degli istituti, passando per i casi più specifici che riguardano le scuole primarie con i genitori che, di fatto, restando a casa si sono dovuti dedicare quasi a tempo pieno alla formazione dei loro figli. Abbiamo, quindi lavorato a questo questionario e la citata Maria Vidi, che ci ha aiutato a dare una valenza scientifica alle domande, si è messa a disposizione gratuitamente in quanto anch'essa è una dei nostri genitori''.
Lunedì scorso, poi, si è deciso che era giunto il momento di uscire e il presidente della consulta ha chiesto all'assessorato di aiutarli a diffondere il questionario e quindi a farlo circolare sui registri elettronici e sulle bacheche delle scuole. E lì si è verificato il cortocircuito per Freschi non ricollegabile direttamente all'assessorato quanto a un qualche tipo di incomprensione. Non si sa come e perché ma nel comunicato stampa è apparso quel ''a riprova di tutto ciò le Consulte Provinciali dei Genitori e degli Studenti hanno accolto l’invito dell’assessore e, con il contributo scientifico di Maria Vidi (...), hanno predisposto un questionario'' che faceva presumere ben altra regia. Oggi, poi, dopo il nostro articolo di ieri l'assessore ha diffuso un nuovo comunicato che rettificava quello di ieri sera specificando che ''il questionario è stato predisposto dalle Consulte dei genitori e degli studenti, nella loro autonomia, in quanto organismi istituiti dalla Legge provinciale sulla Scuola trentina''.
Sul caso sono intervenuti anche la Cgil e l'ex assessora all'università e politiche sociali Sara Ferrari. ''Dopo due mesi di assenza di regia e di confronto con il mondo della scuola, l’assessore in evidente mancanza di idee, si appropria, come aveva già fatto con i tablet donati dalla Caritro - spiega Ferrari - di una iniziativa promossa da altri per colmare un vuoto che la Provincia stessa ha generato. Se è lodevole l’intenzione da parte delle consulte di genitori e studenti nel sondarsi informalmente tra di loro per raccogliere pareri sull’esperienza della didattica a distanza, risulta totalmente inopportuno che questo stesso sondaggio si trasformi in un’azione dell’amministrazione. La responsabilità istituzionale impone infatti alla Provincia la serietà assoluta nell’indagare e monitorare un fenomeno su cui ha il compito di intervenire''.
''Se elabora un sondaggio - prosegue l'ex assessora - lo può fare solo con una valenza scientifica certificata, garantita dalla credibilità di chi lo compila, il controllo del contenuto e della somministrazione, che deve avvenire attraverso il canale ufficiale delle comunicazioni scuola famiglia di ogni istituto perché possano rispondere solo i veri utenti e non chiunque e centinaia di volte, vanificandone l’attendibilità. Solo con queste garanzie si potrebbe poi procedere ad una interpretazione dei risultati da parte del comitato di valutazione o di Iprase per strutturare l’esperienza della didattica a distanza in modo efficace. In mancanza di questo, è evidente il tentativo da parte dell’assessore di perdere altro tempo. Ma governare non vuol dire solo inaugurare e tagliare nastri, vuol dire prendersi la responsabilità del proprio mandato''.
E se le mancanze dell'assessorato sono sempre più evidenti ci sono anche delle carenze da parte del dipartimento. Se l'idea del questionario era ritenuta percorribile, perché non lavorare in tempi rapidi a un'iniziativa simile senza attendere che, dopo due mesi, fossero genitori e studenti a realizzarla? E se pure i dirigenti scolastici hanno fatto sondaggi interni per monitorare la situazione dei loro istituti perché non si è cercato di coordinarsi per arrivare a delle domande omogenee e quindi confrontabili? Domande al momento senza risposta.
La segretaria della Flc del Trentino Cinzia Mazzacca nel condividere quanto dichiarato dall'ex assessora Ferrari aggiunge che ''peraltro il sondaggio è stato diffuso al termine di un confronto tra la Soprintendente, i vertici del Dipartimento della Conoscenza e i sindacati, senza che nessuno nell’ambito di quella riunione facesse riferimento a questa iniziativa. Ribadiamo comunque che il problema non è l’iniziativa in sé, ma l’uso che se ne fa – prosegue la sindacalista -. Il questionario è rivolto a tutti, può essere compilato più volte e alcune domande, a nostro avviso, sono ambigue. Va bene per un feedback, ma non è quello di cui può aver bisogno l’assessorato''.
Flc invoca, infine, che si avvii e in tempi rapidissimi una seria valutazione dell’esperienza della Didattica a distanza. “In queste settimane di emergenza c’è stato un impegno enorme del mondo della scuola, ma non sono mancate le criticità. E’ da una valutazione seria dei limiti e delle opportunità che questa situazione straordinaria ha imposto che bisogna ripartire, avviando una seria riflessione sul prossimo futuro e coinvolgendo dirigenti e insegnanti. Siamo già in ritardo, non si perda altro tempo prezioso. Bambini e ragazzi con le loro famiglie hanno fatto uno sforzo straordinario, ma la scuola deve ritornare al centro delle priorità di questa giunta. Oggi è la grande assente''.