Ferrovie alpine: solo promesse elettorali

Condividendo, in linea di massima, alcune delle osservazioni indirizzate alla Giunta provinciale dall’associazione “Transdolomites”, il Consigliere provinciale del Partito Democratico del Trentino, Luca Zeni, ha depositato un’interrogazione in Consiglio provinciale relativamente ai programmi infrastrutturali in previsione del grande appuntamento olimpico del 2026. Molte promesse e ripetute assicurazioni, alle quali corrisponde però un grave e totale ritardo del Trentino rispetto al tema infrastrutturale, con particolare riguardo al nodo dei collegamenti ferroviari.
Trento, 7 novembre 2019

A tale proposito, il Consigliere Zeni interroga la Giunta provinciale per sapere quanti e quali progetti sono stati fin qui depositati in tema di collegamenti ferroviari con le vallate e con quali costi ipotizzabili, nonché quali siano le linee guida della Provincia in tema di trasporto su rotaia per il futuro.

 

IL TESTO INTEGRALE DELL'INTERROGAZIONE

FERROVIA DEI SOGNI O DEL FUTURO?

 

Mentre la Giunta provinciale si affanna ad assicurare, in ogni circostanza possibile, la rilevanza del Trentino nel contesto dell’organizzazione delle prossime Olimpiadi invernali dell’anno 2026, non si accorge di sprecare tempo e progettualità sul delicato versante dei collegamenti infrastrutturali, come ha ben evidenziato ripetutamente il presidente dei “Transdolomites” il quale, in un recente documento inviato ai Presidenti della Regione Veneto e della Provincia autonoma di Trento, segnala non solo l’assoluto ritardo trentino nella progettazione di collegamenti ferroviari, ma addirittura l’assenza di una qualsiasi visione di prospettiva capace di investire sul territorio e di rilanciare il trasporto su rotaia a fini turistici e di tutela ambientale.

In Veneto si sta ragionando già in termini di collegamento ferroviario fra Venezia, Calalzo e Cortina, pur nella consapevolezza del segno negativo nel rapporto costi – benefici e si promuove una sorta di “anello infrastrutturale delle Dolomiti” con finalità di sviluppo dell’economia e del turismo bellunese ed a Trento invece ci si limita alle dichiarazioni, anche talora un po’ fantasiose e presuntuose, del Presidente della Provincia autonoma che, in più interviste e prese di posizione pubbliche, ha lanciato progetti ferroviari a getto continuo: dalla ferrovia delle Valli dell’Avisio al collegamento ferroviario dell’altopiano di Pinè con Fiemme e Fassa, per arrivare infine ad ipotizzare un collegamento su rotaia con il lago di Garda. Esternazioni, affermazioni, progetti e sogni ai quali nulla ha mai fatto seguito, anche a dimostrazione della differenza profonda che esiste fra la facile propaganda elettorale e la difficoltà dell’arte di governare e di tenere fede agli impegni assunti.

Quando l’allora Consigliere della Lega salvinista si stracciava le vesti in Aula e sulla stampa contro “lo scempio” rappresentato dalla suggestione progettuale di “Metroland”, forse non pensava che proprio lui avrebbe proposto un modello di sistema ferroviario alpino del tutto ispirato proprio alla visione insita nel disegno politico di “Metroland”, ma così va la storia ed ecco perché, talvolta, la prudenza di giudizio non guasterebbe affatto anche agli attuali e  tronfi reggitori delle magnifiche e progressive sorti del Trentino.

Al di là però di tali considerazioni politiche, ciò che preme qui mettere in luce è il vuoto progettuale di una Giunta provinciale che non sembra in grado nemmeno di essere coerente con le proprie proposte. Non servono le promesse tanto faraoniche quanto impossibili, ma è invece necessaria una seria programmazione pluriennale degli interventi infrastrutturali; con una prospettiva credibile di incidenza sulla spesa pubblica nei futuri bilanci provinciali; con un esame delle reali esigenze attuali dei territori interessati e dei flussi potenziali del turismo su rotaia; con un progetto che non sia il contenitore di tutte le retoriche elettoralistiche, bensì un serio e concreto piano di realizzazioni progressive e funzionali all’industria turistica come alla mobilità dei residenti come alla tutela dell’ambiente montano: questo serve, anziché il comodo vaticinio dell’irrealizzabile.

In questo contesto quindi, le proposte di realtà come “Transdolomites” debbono trovare degno ascolto da parte della politica ed un seguito di concretezze, non foss’altro per evitare l’ennesima deriva debole a favore del Veneto, che sembra essere ormai una delle caratteristiche più eclatanti dell’azione politica del salvinismo trentino, sempre pronto a svendersi all’astuzia di Zaia anche per far comune trincea rispetto agli equilibri interni alla Lega che forse non vedono i due Presidenti “nel cuor di Federigo – Salvini”.

Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

- quanti e quali progetti sono ad oggi depositati presso gli Uffici provinciali in tema di realizzazione di collegamenti ferroviari con le vallate interessate agli eventi olimpionici dell’anno 2026;

- quali costi potrà comportare la realizzazione eventuale di almeno uno dei progetti richiamati al punto precedente e quali previsioni di accantonamento eventuale di fondi sono state fatte dalla Giunta provinciale, dopo l’assegnazione di alcune discipline olimpiche al territorio trentino;

- su quali linee guida si sta sviluppando la politica della Giunta provinciale circa il trasporto su rotaia, posta anche l’incidenza del futuro “Brenner Basis Tunnel” e con quali previsioni di spesa nel medio periodo, posto che proprio gli investimenti nelle infrastrutture sono spesso, come insegna il modello tedesco, un vero volano di sviluppo per le economie locali.

 

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

 

Distinti saluti.

 

 

                                                                                                         - avv. Luca Zeni