Aldeno, maxi cantina in mezzo al verde, stop dei tecnici. Ma Tonina dice sì

Un edificio rettangolare di 10mila metri cubi (27,10 metri per 43,40), con una parte produttiva alta 5,80 metri da terra e una palazzina servizi tra i 10 e gli 11 metri di altezza. È il progetto della nuova cantina Revì (oggi collocata in paese) che il titolare vorrebbe realizzare in una zona agricola di pregio, di fatto ancora integra, e collocata ad est dell'area sportiva di Aldeno, oltre la tangenziale.
"Trentino", 2 ottobre 2019

 

Un progetto che è stato sonoramente bocciato per due volte - proprio per la collocazione - dalla Commissione provinciale per l'urbanistica e il paesaggio (Cup). L'assessore provinciale Mario Tonina però con una delibera nell'ultima seduta di giunta ha invece fatto rientrare dalla porta principale il progetto, accogliendo il ricorso presentato dalla famiglia Malfer avverso il provvedimento della Cup. Una decisione che ha fatto infuriare il consigliere provinciale del Pd Alessio Manica, che ha presentato un'interrogazione chiedendo conto di quello che ritiene un possibile scempio in una zona agricola sotto tutela.

La cantina

La cantina Revì è una realtà in forte crescita ed ha bisogno di ampliarsi su tutti i fronti: trasformazione, affinamento e commercializzazione dei vini (principalmente Trento Doc). Prima dell'attuale richiesta - si legge nella delibera - sono state valutate due ipotesi: una più a nord (all'altezza del distributore), scartata per problemi idrogeologici, e una in un'area prevista dal Prg per i depositi, ma ritenuta impercorribile a causa degli eccessivi costi di acquisto. Da qui la decisione di virare sui terreni che si trovano di fronte al centro sportivo, dall'altra parte della tangenziale, proponendo un progetto che - sulla carta - sarebbe stato studiato per armonizzarsi con il territorio circostante.

Il secco "no" della commissione

Si tratta però di un'area - questo ha scritto la Cup - inserita nel Pup come verde agricolo di pregio e come tale sottoposto a vincolo ambientale. L'area - tolti il centro raccolta materiali e il depuratore - si presenta ancora oggi integra, con la sola presenza di pochi edifici rurali. Il Cup ha rilevato che dal punto di vista agronomico, l'azienda ha i requisiti per realizzare il progetto, ma la collocazione è stata bocciata: "La collocazione del nuovo insediamento in questo contesto - scrive la Commissione - prefigura una trasformazione incongrua del quadro paesaggistico di riferimento, determinando la prima rilevante edificazione della zona agricola, fisicamente separata dalle aree urbanizzate dalla strada provinciale, esposta alle più ampie visuali di chi percorre la medesima infrastruttura principale". Tradotto: un enorme edificio piantato in mezzo al verde che va rovinare il paesaggio, imponendosi allo sguardo di tutti coloro che passano. La società ha fatto notare che nella fascia est di Aldeno c'è anche il grande magazzino ortofrutticolo, ma la Cup ha rilevato che è molto distante e in un contesto completamente diverso da quello dove si vorrebbe costruire la nuova cantina. Insomma, un "no" secco.

Il ricorso

Contro la decisione del Cup la famiglia Malfer ha presentato ricorso alla giunta provinciale (come prevede la legge) il 26 settembre, ottenendo immediatamente soddisfazione. Nella seduta del giorno successivo, infatti, con una delibera proposta dall'assessore Mario Tonina sono state accolte le ragioni del ricorrente. In buona sostanza, la giunta ha valutato le ragioni economiche del progetto e - a fronte dell'impossibilità dell'impresa di acquistare terreni in zone più adeguate di Aldeno - ha ritenuto corretto autorizzare la nuova, enorme costruzione in una zona agricola di pregio. Nella delibera si rimandano poi al Comune le valutazioni sulla compatibilità del progetto sotto il profilo idraulico.

L'accusa di Manica

Sulla vicenda il consigliere provinciale del Pd Alessio Manica ha presentato subito un'interrogazione: «La pagina ufficiale del vicepresidente Tonina sul sito della Provincia indica, alla voce "competenze" e come seconda responsabilità in ordine gerarchico, quella fondamentale di "tutela del paesaggio" - tuona Manica. Il vicepresidente e assessore all'ambiente Tonina ricopre infatti, nella sua veste istituzionale, il ruolo di presidente della Sotto-commissione della CUP per il rilascio di pareri e autorizzazioni ai fini paesaggistici». Il via libera alla cantina per Manica è «l'ennesima conferma che la tutela dell'ambiente e del paesaggio sono temi buoni solo per le interviste e per i convegni, mentre con le azioni si sbugiardano le competenze e i pareri ponderati dei professionisti che siedono in commissione, in forza (si fa per dire) di un impianto motivazionale che in taluni passaggi rasenta il ridicolo, come quando si sostiene che altre ubicazioni sarebbero state più costose». Manica chiede quindi dettagliate spiegazioni sulle motivazioni di tale decisione.