Tiziano Cova, a 18 anni alla guida del circolo PD Fiemme e Fassa

Mi presento! Mi chiamo Tiziano Silvio Cova, abito nella piccola frazione di Solaiolo del comune di Carano, in val di Fiemme. Diciottenne, sono all’ultimo anno del liceo scientifico delle scienze applicate.
Carano, 4 giugno 2019

Non so dire di preciso quando è nato in me l’interesse per la politica, di certo l’ho maturato durante i primi anni del liceo, avendo avuto la possibilità di rappresentare, per ben tre anni, i miei compagni sia nel ruolo di rappresentante d’Istituto, che come membro della Consulta provinciale degli studenti. Incarichi che mi hanno visto battermi per tematiche quali l’alternanza scuola/lavoro, il diritto allo studio, e la partecipazione dei giovani alla vita politica.

Le numerose ore di storia, che si sono susseguite nel mio percorso scolastico, mi hanno appassionato in particolar modo alla storia della nostra regione, venutasi a creare con la fine della prima guerra mondiale, e, alla stagione autonomistica, suggellata dall’accordo di Parigi del 5 Settembre 1946. Questo mio interesse mi ha portato negli anni a approfondire le vicende passate e a interessarmi alla politica regionale e della nostra provincia autonoma.

Avendo voglia di spendermi personalmente per la cosa pubblica, mi sono messo alla ricerca di quel partito in cui meglio potevo identificare i miei valori e ideali. Ho osservato la politica da fuori, senza sbilanciarmi troppo per l’una o per l’altra corrente, restando sempre piuttosto cauto. Ho deciso finalmente di iscrivermi al Partito Democratico quando, l’ottobre scorso, la Lega, cavalcando l’onda populista delle risposte semplici, senza una visione globale della complessità del mondo in cui viviamo, ha vinto e sottratto la presidenza della provincia al centrosinistra-autonomista dopo anni di buon lavoro.

Dobbiamo difendere il nostro patrimonio storico e culturale, fortemente legato alla tradizione alpina. Le nostre radici sono importanti, ma è altrettanto importante sapere interpretare le istanze della vita contemporanea, i nuovi diritti e doveri della persona, il diritto a un lavoro dignitoso e sicuro per tutti, in una società “liquida” che conosce veloci cambiamenti nel mondo del lavoro, delle imprese, delle famiglie, dei giovani e dei meno giovani.

Cercavo un partito dalle radici profondamente ancorate al territorio, ma al contempo aperto all’Europa, le cui istituzioni politiche stiamo costruendo e consolidando,  anche se con fatica. Cercavo un’attenzione larga e plurale alle sfide dei giorni nostri, in primis alle tematiche ambientali, alla mobilità e al turismo sostenibili.

Per questo ho scelto il Partito Democratico, unico in grado di dare risposte condivise e concrete, vista la sua natura ampia e plurale, dove convivono proficuamente varie anime, ma che ha dato prova di sapere fare sintesi coniugando al meglio  concetti quali “progresso”, “apertura transnazionale”, “europeismo” e “buon governo”.

Nelle valli di Fiemme e Fassa, dove risiedo, ho incontrato un gruppo di iscritti e di simpatizzanti desiderosi di fare. Con loro ci siamo dati l’obiettivo di far rinascere il circolo ripartendo proprio dal contatto con le persone che in questi ultimi anni avevamo smarrito. Proprio per questo alla mozione con cui lo scorso 19 maggio sono stato eletto segretario di circolo ho voluto dare uno slogan semplice, ma che implica un lavoro costante e quotidiano: ripartiamo tra la gente.

Nel nostro circolo è rinato l’entusiasmo, la voglia di fare squadra e di agire collaborando con quelle forze politiche che condividono gran parte dei nostri ideali e dei nostri programmi, per difendere la nostra autonomia, e il buon lavoro che negli anni è stato fatto insieme.

L’autonomia della nostra provincia infatti, in questi primi mesi di governo leghista, sta segnando il passo ed è un peccato che ciò avvenga proprio quando altre regioni del nostro Paese la rivendicano guardando a noi come a un modello da seguire. Dobbiamo far capire alla gente che il benessere e il buon governo, che l’assetto autonomista della nostra regione ci ha dato, non è un fatto scontato e intangibile. Bisogna meritarselo, bisogna coltivarlo e innovarlo!