Olivi interroga: Quale utilizzo per le risorse provinciali che saranno ricavate dall’introduzione del Reddito di cittadinanza?

È un segnale importante di civiltà e di consapevolezza del valore dell’autonomia quello che ci viene dai molti sindaci che ieri, durante il dibattito di merito avvenuto nel Consiglio delle Autonomie Locali – si sono dichiarati contrari all’introduzione del requisito dei 10 anni di residenza come precondizione per l’accesso agli interventi provinciali di sostegno al reddito.
Trento, 21 marzo 2019

 

Un segno evidente del fatto che chi quotidianamente vive a stretto contatto con il territorio e la comunità, ha ben presente la durezza dei problemi e la fatica di chi si trova a fronteggiare le tante forme di povertà che attraversano la nostra società.

Anche in materia di interventi pubblici di sostegno al reddito, sembra dunque che la retorica del cambiamento purchessia si stia scontrando con i fatti e che fortunatamente, un passo (del gambero) alla volta, la Giunta stia riconsiderando le sue prime decisioni. Lo scorso 13 marzo, il Consiglio provinciale ha votato una mia proposta di mozione che impegna la Giunta a introdurre misure di coordinamento tra il reddito di cittadinanza e l’assegno unico provinciale; e che la vincola a utilizzare le risorse provinciali (rese disponibili dalla recente approvazione alla Camera dei Deputati dell’emendamento che permette alla Provincia di Trento di continuare a gestire le misure a sostegno delle persone in difficoltà in base alla proprie politiche) per stimolare in modo efficace e in forme nuove la ricerca di un impiego e il necessario attivismo sociale dei soggetti inattivi, secondo il principio della condizionalità.

Alla luce di tutto ciò, ho interrogato la Giunta per conoscere quali sono le concrete destinazioni delle risorse resesi ora disponibili per effetto dell’applicazione in Trentino del Reddito di cittadinanza; per sapere se verranno introdotte nel Piano provinciale delle politiche del lavoro specifiche misure in materia di politiche di attivazione al lavoro; e se intendono riconsiderare il requisito della residenza decennale come criterio di accesso all’Assegno Unico Provinciale, come richiesto con forza da numerosi Sindaci dei comuni trentini.