''Non è accettabile che un tema così delicato sia usato come strumento propagandistico - spiega Elisabetta Bozzarelli consigliera del Partito democratico in Comune - che riduce a merce politica un argomento che richiederebbe invece capacità di analisi, di comprensione sociale e di impegno culturale, anche nell’aggiornare con nuovi strumenti applicativi (ad esempio potenziando i consultori), quanto previsto dalla legge 40 anni fa".
L. Pianesi, "Il Dolomiti", 13 marzo 2019
''Finché in Comune ci sarà il Movimento 5 Stelle questo tipo di mozioni non passeranno. Se volevano compattarci alla maggioranza, questa volta ci sono riusciti. Non c'è dubbio che la legge sull'aborto non c'entra nulla con il sostegno alla famiglia e con concetti quali 'Trento città a favore della vita'. La mozione proposta dalla Lega è vergognosa''. Così Andrea Maschio consigliere comunale del Movimento 5 Stelle a Trento sulla mozione della Lega contro la legge 194 (QUI ARTICOLO) depositata pochi giorni fa proprio in Comune, che definisce un diritto di tutte le donne, l'interruzione volontaria di gravidanza, ''uno strumento contraccettivo che non ha affatto debellato l'aborto clandestino''.
''Non è accettabile che un tema così delicato sia usato come strumento propagandistico - spiega Elisabetta Bozzarelli consigliera del Partito democratico in Comune - che riduce a merce politica un argomento che richiederebbe invece capacità di analisi, di comprensione sociale e di impegno culturale, anche nell’aggiornare con nuovi strumenti applicativi (ad esempio potenziando i consultori), quanto previsto dalla legge 40 anni fa. I colpi ideologici, travestiti da un Sì alla vita, non siano strumento per cancellare il diritto di scelta conquistato. Oggi proprio non ne sentiamo il bisogno, semmai viene spontanea un’altra domanda: “Ma e tutte le vite – tra cui moltissimi bambini - perse nel Mediterraneo? Quelle hanno altri valori?''.
''La mozione presentata in Comune - commenta il collettivo transfemminista queer che l'8 marzo era in piazza per manifestare a favore dei diritti delle donne - è solo l’ultima delle operazioni ideologiche che noi donne stiamo subendo. Che sia stata presentata l’8marzo dimostra tutta la violenza e la volontà di provocare della Lega locale. Che la prima firmataria sia la signora Giuliani, la madre di Bisesti, poi, conferisce un tono da operetta di regimeancor più squallido. Una provocazione inaccettabile, che nasconde i suoi intenti retrogradi e oscurantisti dietro il paravento del "rispetto della dignità della vita" e sciorina interpretazioni faziose dei dati sul numero di interruzioni volontarie di gravidanza. Un attacco gravissimo alla libertà di autodeterminazione delle donne e a quel poco che rimane della legge 194''.
''È evidente - prosegue il collettivo - che si tratta di un disegno di attacco complessivo e su più fronti, che vuole rigettarci nell’incubo dell’aborto clandestino, ancor più ai margini del mercato del lavoro di quanto già non siamo, dipendenti e ricattabili, in famiglia e fuori. Chiediamo a tutte le donne che vivono in Trentino (e ai tanti uomini che sappiamo essere solidali) di aprire gli occhi e non tacere di fronte alla violenza di questi attacchi. Non possiamo tacere e subire. Dobbiamo unirci e organizzare una risposta politica. Quella sì, per davvero, a difesa della vita: la nostra. Invitiamo tutte le donne ad una grande manifestazione, che purtroppo non sarà solo di protesta e di proposta ma anche, vista la violenza di quanto sta accadendo, una forma di autodifesa. Avrete nostre notizie''.
Si prepara, insomma, una grande manifestazione di piazza per dire ''no'' al chiaro e strutturato attacco di stampo reazionario che la Lega sta portando al sistema di diritti in Trentino. La mozione della Lega, infatti, identica a quella presentata in altre città italiane, che ha come prima firmataria Bruna Giuliani, la mamma dell'assessore provinciale all'istruzione Bisesti, fa il paio con l'evento organizzato proprio da suo figlio e dall'assessora provinciale alle politiche sociali Segnana che porterà a Trento alcuni dei più convinti sostenitori dell'esistenza della fantomatica ''Teoria del Gender'' (QUI ARTICOLO).
Un evento che proprio con questi relatori dovrebbe spiegare cos'è l'educazione di genere e che la stessa prorettrice alle Politiche di equità e diversità dell'Università di Trento Barbara Poggio descrive così su Facebook: ''Nessuno dei tre relatori proviene dal mondo scientifico o universitario, né presenta competenze in ambito pedagogico o esperienze pregresse nel campo della formazione in materia di pari opportunità. Ad accomunarli è piuttosto la prossimità ad alcune associazioni fondamentaliste cattoliche che hanno fatto della battaglia “antigender” la loro principale ragione di esistenza''.
''Una posizione - prosegue Poggio - che appare dunque in linea con quella espressa a livello nazionale da personaggi del calibro del senatore Pillon, che riporta le donne al ruolo di subalternità e dipendenza ben espresso dal titolo del volume di un’altra autorevole esperta della galassia antigender, Costanza Miriano, “Sposati e sii sottomessa”. A chi in questa visione del mondo non si riconosce, spetta ora il compito di impegnarsi a partire dal proprio agire quotidiano (di insegnanti, educatori, genitori, studiosi, cittadini..) per favorire una maggiore consapevolezza dei rischi e della gravità delle sue implicazioni''.
E proprio per protestare contro quest'evento a senso unico voluto e promosso da due assessorati provinciali anche Futura ha già annunciato un evento di controinformazione (QUI ARTICOLO). La comunità, insomma, si sta mobilitando da tutte le parti e l'auspicio è che si compatti in un unico grande evento di protesta. Il pensiero reazionario portato avanti da una quota minoritaria, ma ben piazzata politicamente, della Lega sta creando un solco con una parte di Trentino che non ci sta a perdere diritti e libertà acquisite dopo anni di battaglie politiche. Principi basilari che oggi vengono, evidentemente, rimessi in discussione e che andranno, quindi, difesi unitariamente senza divisioni.