Lucia Maestri: «C'è bisogno di nuovo e di esperienza»

Lucia Maestri, c'è chi dice: Maestri rappresenta il vecchio gruppo dirigente che non sa farsi da parte. Cosa risponde? Che mi sembra un'argomentazione piuttosto strumentale e debole. È innegabile che la carta d'identità ha un peso, ma la mia non è stata un'autocandidatura, nasce dal basso, anche dai giovani. E poi andiamo a vedere bene cosa c'è dietro al cosiddetto "nuovo"...
C. Bert, "Trentino", 21 febbraio 2019

Cosa c'è? C'è una parte di establishment anche lì, ed è giusto che le squadre siano un mix di persone nuove e di altre con più esperienza.

Come Gigi Olivieri, nome ingombrante ai congressi Pd? È il numero 6 in lista nelle Giudicarie, non credo che faremo il 100%. Ed è un pezzo importante di storia del Pd, come Nicoletti a Trento e Pinter a Rovereto. C'è chi ci mette la faccia.

In molti sostengono che il futuro del Pd non può costruirsi sul vecchio gruppo dirigente. Ci sono responsabilità politiche diverse e comunque io penso che da una casa non si caccia nessuno.

Qual è stato l'errore più grande del Pd trentino? Aver lavorato più "per" i cittadini, anche con riforme importanti, penso al reddito di garanzia, alle politiche attive, che "con" i cittadini.

La cacciata di Donata Borgonovo Re dalla giunta provinciale resta una ferita aperta. Guardando indietro c'è qualcosa che si rimprovera? È una vicenda capitata dentro un partito che soffriva di una governance debole. La forza di un partito si rivela dalla capacità di fare quadrato attorno alle proprie persone. E certamente Ugo Rossi non ha cacciato da solo Donata Borgonovo Re.

Perché c'è ancora bisogno del Pd? Cosa risponde a chi sostiene che di fronte a questa crisi di consensi sarebbe meglio mandarlo in archivio e creare qualcosa di nuovo? Distinguerei i piani. A livello nazionale una forza democratica di respiro europeo ha ragione d'essere anche se oggi può essere di germoglio a un fronte più largo, come ha auspicato per primo l'ex ministro Carlo Calenda. Questo a patto che il Pd sappia far vivere un'unità di intenti che troppo spesso ci è mancata.

Lei chi sostiene tra i candidati alla segreteria nazionale? Le confesso che sono in difficoltà, perché tra Maurizio Martina e Nicola Zingaretti trovo molte affinità. Per la mia esperienza amministrativa sarei più per Zingaretti, ma mi ritrovo anche in tante posizioni della mozione Martina. A prescindere da chi vincerà, il futuro deve vederci assieme.

E il futuro del Pd in Trentino? Il Pd locale ha un futuro importante nel costruire un'alternativa all'attuale giunta provinciale. Non "contro" la Lega, ma la costruzione di un altro tipo di governo, su un programma riformista che veda la collaborazione con altre forze. C'è da ricostruire il rapporto con i nostri ex compagni di strada di Patt e Upt, ma anche da costruire un'alleanza con le forze civiche di cui non possiamo fare a meno perché sono in molti casi un esempio di riformismo.

A chi dice che Futura sta facendo un'opposizione più vivace, visibile e incisiva del Pd.C'è sicuramente la necessità di ingranare una marcia diversa da parte di chi tra noi nella scorsa legislatura ha avuto responsabilità di governo. Ma secondo me c'è anche un modo diverso di fare opposizione. Resto convinta che l'opposizione più efficace, quella che spero possa costruire il Partito democratico, sia quella che di fronte alle proposte della Lega dice "No... ma", ed è in grado di proporre un'alternativa.