È stato il primo 2 giugno dai colori giallo-verde e mai come quest’anno la politica ha fatto sentire il peso della sua presenza. Il più duro, dal palco di piazza Duomo, davanti alle rappresentanze militari e a una folla pronta a celebrare il 72° anniversario della Repubblica italiana, è stato il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta: «Poche volte il compleanno della Repubblica è stato festeggiato in un clima politico così conflittuale. Mai la democrazia rappresentativa è stata così delegittimata.
S. Pagliuca, "Corriere del Trentino", 3 giugno 2018
È questo ci preoccupa» ha esordito puntando il dito contro quanti aizzano le masse (qualche giorno fa, Matteo Salvini aveva detto: «La prospettiva è popolo contro élite»): «È pericoloso pensare che il mondo sia un campo di battaglia tra élite egoiste e popolo innocente, tra casta privilegiata e cittadini in difficoltà». E allo stesso modo, Andreatta ha apostrofato chi rifiuta di riconoscersi nei partiti, come il Movimento 5 Stelle: «Era stato il fascismo ad azzerare i partiti e sappiamo bene come finì quell’ubriacatura. Inoltre, è pericoloso vedere ovunque il complotto: se così fosse, solo un pifferaio magico potrebbe riuscire a condurci alla luce». Da qui, l’appello affinché «nessuno scelga la scorciatoia della delegittimazione delle istituzioni perché il disconoscimento di ogni autorità è un punto di non ritorno».
E il richiamo alla fiducia nella Carta costituzionale e nei padri costituenti viene anche dal presidente della Provincia Ugo Rossi. «Il confronto politico non dovrebbe mai mettere in discussione le istituzioni democratiche. Il 2 giugno è stato un giorno di svolta nel ‘46 e deve tornare a esserlo oggi. Dopo giorni di tensione, dobbiamo smorzare i toni». Soprattutto, secondo il governatore, non bisogna sottovalutare le scelte storiche: «La Costituzione ha bisogno del nostro contributo quotidiano perché non fu scontata la sua promulgazione così come non lo è stata quella della nostra Autonomia. Tocca a noi oggi valorizzarla, ricercando il bene comune e contrastando il qualunquismo».
Accanto a lui, Maurizio Fugatti, candidato in pectore per la Lega alle elezioni provinciali di ottobre, non perde occasione per mandare un messaggio pungente proprio a Rossi: «Al presidente non piace la flat tax? È un problema suo. Sono convinto che i trentini saranno felici di pagare meno tasse». Il riferimento è alla preoccupazione espressa da Rossi al Corriere del Trentino circa il nuovo governo: «La flat tax — aveva detto il presidente — costerebbe alle casse della Provincia 500 milioni di euro l’anno». Ma Fugatti, ricordando che la prossima settimana stenderà con la coalizione le basi programmatiche per le elezioni ottobrine, ha ribadito che quello appena nato è il governo migliore possibile: «L’alternativa sarebbe stata il voto e la gente non avrebbe capito. Questa alleanza tiene conto della volontà popolare». Scettica, invece, la parlamentare forzista Elena Testor: «Mi asterrò, condivido solo una parte del programma 5 Stelle–Lega. Riconosco che l’esecutivo politico è la soluzione migliore per il Paese, ma non potrei mai votare provvedimenti come il reddito di cittadinanza». Ancora più netta la verde Lucia Coppola: «Sono molto preoccupata per i diritti civili. Spero non si facciano passi indietro rispetto alle conquiste fatte in questi anni. E ricordo a Salvini che i 5 miliardi di euro che vuol togliere ai migranti vengono dall’Europa, quindi non può che usarli per l’accoglienza». E alle sfide poste dai flussi migratori guarda con preoccupazione anche il commissario del governo, Pasquale Giuffrè: «Gli sbarchi potrebbero riprendere vigore, auspico una presa di coscienza di tutti i Paesi europei nel nome di una responsabilità condivisa. E invito la comunità a tornare a essere unita e coesa, ispirandosi al bel messaggio dato dall’adunata degli alpini».