Verso le elezioni, parliamo di montagne: dai grandi carnivori al turismo come la pensano Leu e il Pd

TRENTO. Elezioni, conto alla rovescia. In questi giorni si sprecano i confronti e le interviste dei candidati che si propongono in questa stanca e compassata campagna elettorale. Intervistarli tutti è, ovviamente, impossibile e troppo noioso anche per noi e allora abbiamo deciso di chiedere ai più rappresentativi degli schieramenti di parlarci di un tema che ne comprende tanti.
L. Andreazza, "Il Dolomiti", 20 febbraio 2018

 

 

E siccome ci chiamiamo il Dolomiti non possiamo che parlare di montagne (con tutte le implicazioni che ne discendono: dal turismo, alla presenza di orsi e lupi, dallo spopolamento agli ospedali periferici).

 

Tra black out dei sondaggi, comizi e incontri la volata verso domenica 4 marzo e l'approdo nella capitale è ancora lunga. E allora fuoco alle polveri, oggi con Renata Attolini (Liberi e Uguali) e Elisa Filippi (Partito democratico), mentre prossimamente con Riccardo Fraccaro (Movimento 5 stelle) e Maurizio Fugatti (Lega Nord).

 

Ma quale è il significato che danno i nostri politici alla 'montagna'Quali le istanze da portare a Roma?

 

Renata Attolini (Leu): "La nostra regione, assieme a tutte le regioni alpine, dovrebbe concorrere alla creazione di una macroregione alpina, un territorio vasto, con profonde differenze nei campi del sociale e della politica, ma con caratteristiche orografiche molto simili e quindi con problematiche analoghe, che investono tutti i campi, anche quello dei trasporti e della sanità. È indispensabile che queste regioni progettino proposte di collaborazione credibili e fruibili nel breve, con forme di democrazia partecipata tra le varie nazioni,  perché fra tanti le idee si moltiplicano".

 

Elisa Filippi (Pd): "Il ragionamento si divide tra quanto fatto dalla delegazione parlamentare uscente e quello che ancora si deve fare per rafforzare ulteriormente la nostra Autonomia. Iniziamo dai risultati e penso alla gestione del traffico sui passi dolomitici in accordo con il Ministero dei trasporti, ma anche alla maggiore libertà acquisita sul territorio: il corpo forestale qui non è stato accorpato all'Arma dei carabinieri, come invece avvenuto in Italia, per ragioni funzionali. E' necessario ottenere più strumenti e valorizzare le nostre competenze. Per quanto riguarda la strategia futura, è importante elaborare piani di sviluppo e integrazione a livello alpino. Dobbiamo calarci nella dimensione dell'Euregio e mantenere l'equilibrio per tutelare e preservare il patrimonio".

 

Quale invece il futuro del turismo in Trentino? La Sportiva ha lanciato l'idea di creare un outdoor park, una prospettiva in controtendenza rispetto ai sostegnianche provinciali, ricevuti dalle società impianti che giocano ancora la parte del leone.

 

Renata Attolini (Leu): "Il turismo è importante per la nostra regione, ma anche questo settore deve rientrare in un piano di riconversione ecologica, rispettoso del territorio e delle sue caratteristiche. È inutile e dannoso insistere solo sullo sci, dal momento che nevicherà sempre meno a causa dei cambiamenti climatici. È necessario trovare strade alternative che attraggano in ogni stagione. Le strutture alberghiere devono parimenti essere rispettose dell’ambiente montano e si dovrebbero preferire un turismo diffuso piuttosto che concentrato in grandi complessi".

 

Elisa Filippi (Pd): "Il progetto de La Sportiva è sicuramente interessante e replicabile. I dati di questo inverno sono incoraggianti e importanti, ma gli impianti non possono più giocare un ruolo unico, serve differenziare la proposta e avviare un ragionamento sul lungo periodo, innovativo e in prospettiva, anche in base al cambiamento climatico. La disciplina sciistica è certamente un fattore, ma ormai il comparto si è allargato e oggi comprende anche il tema wellness e benessere. In Alto Adige, un territorio turistico simile al nostro, si stanno già attrezzando e quindi diventa fondamentale approfondire tutti gli aspetti per restare sostenibili, competitivi e attuali".

 

Negli anni si è assistito al graduale spopolamento delle montagneAnche nella nostra realtà gli esercizi commerciali faticano e chiudono

 

Elisa Filippi (Pd): "Questo è tema complesso e centrale. I dati ci dicono che qui siamo in lieve controtendenza rispetto alle altre realtà italiane, ma comunque è un tema che va monitorato. Il popolamento delle valli è fondamentale per lo sviluppo per il nostro territorio, un valore da vivere in termini di residenza e attività economiche. Oggi è necessario guardare ai beni immateriali e anche la ricerca può trovare terreno fertile in periferia".

 

Renata Attolini (Leu): "Dentro il nostro piano verde si prevedono incentivi per stimolare la gente rimanere a lavorare in montagna e in collina, zone che si tanno spopolando. Questo significa rivisitare in chiave moderna, ma rispettosa del territorio la coltivazione e l’allevamento tradizionale, ma anche creare infrastrutture adeguate, dalla scuola ai negozi. Necessario anche pensare anche a un piano della mobilità adeguato all’orografia del territorio". 

 

E i punti nascitaLe riaperture sono un capitolo chiuso e diventa necessario trovare altre misure oppure c'è ancora speranza?

 

Renata Attolini (Leu): "La nostra forza politica è nuova e quindi alcune tematiche dobbiamo ancora approfondirle. In Liberi e Uguali in questo senso le posizioni sono convergenti, anche se le sfumature sono diverse. E' importante avere presidi in grado di adattarsi alla configurazione della geografia montana. Certo non tutto può essere al top, ma si possono creare dei centri specializzati. A Cavalese, per esempio, si potrebbe pensare a un centro di chirurgia ortopedica, considerata la dislocazione. Sia per le gestanti che per patologie specifiche, si dovrebbero costituire presidi sanitari in grado di gestire la routine e di prevedere eventuali difficoltà per trasferire i pazienti ad unità specializzate limitrofe".

 

Elisa Filippi (Pd): "Un altro nodo è quello della salute. L'esigenza è chiaramente quello di tenere insieme sicurezza e prossimità del servizio. Il nostro è un territorio peculiare e quindi dobbiamo instaurare un ragionamento a livello di percorso nazionale dei punti nascite, oltre a approfondire e capire i nuovi bisogni: la popolazione invecchia e l'età media si alza, quindi è necessario creare e potenziale i servizi. E' un tema importante e diventa cruciale quello della mobilità: tanto è migliore e veloce e più si risolvono eventuali problemi".

 

Grandi carnivorisi o noFallimento o opportunità?

 

Renata Attolini (Leu): "Questo è un argomento che non abbiamo ancora trattato internamente, ma ritengo il progetto una violenza alla natura. Prima abbiamo fatto in modo che si estinguessero e ora forziamo il ripopolamento. n controsenso. E' comprensibile la paura dei cittadini, così come la preoccupazione e la rabbia degli allevatori. E' necessario garantire un miglior controllo che non preveda però l'abbattimento. Una soluzione può essere quella di studiare l'argomento con altre realtà simili dell'arco alpino per trovare soluzioni e contromisure". 

 

Elisa Filippi (Pd): "Questo è un progetto molto specifico e il problema è reale. Oggi si può dire che sono stati superati gli obiettivi di ripopolamento e l'attenzione deve spostarsi sul monitoraggio per controllare il territorio".