Dribbla velocemente le domande su seggi e nomi in vista delle prossime Politiche. Anche se qualche indicazione la abbozza: «Oggi più che mai si dovranno scegliere persone competenti, in grado di essere “ponte” tra Roma e il nostro territorio».
M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 19 novembre 2017
E replica altrettanto telegraficamente a chi, durante la visita dell’ex premier Matteo Renzi in provincia, ha visto nell’organizzazione della giornata un certo «agonismo» tra lui e il vicepresidente di Piazza Dante Alessandro Olivi: «Sono polemiche costruite». Ma quando il discorso cade sui temi strategici del Trentino, Luca Zeni si ferma. E intesse riflessioni più ampie, indicando priorità e obiettivi quasi da programma elettorale (molti indicano l’ambizioso assessore alla sanità come possibile spina nel fianco per la riconferma di Ugo Rossi). «È necessario — dice — rendere il Trentino più attrattivo, non solo in termini turistici. E va riscoperta la relazionalità, restituendo dignità alle persone vulnerabili». Senza dimenticare qualche frecciatina ben assestata agli avversari politici. Locali e nazionali: «Mi spaventa l’idea che l’Italia possa essere governata dall’anarchia progettuale dei 5 Stelle o dalla chiusura sterile di Salvini».
Assessore Zeni, si chiude una settimana politica trentina che ha visto il Pd in primo piano: martedì il treno di Renzi è passato in provincia, venerdì a Trento è arrivato Piero Fassino.
«Si tratta di appuntamenti coerenti con il percorso che stiamo portando avanti. In Trentino l’unica coalizione con una cultura di governo è quella di centrosinistra autonomista e questo ci dà anche delle responsabilità. Prima fra tutti, quella di unire».
In che senso?
«Il maggiore rischio che corre il Trentino è quello della frammentazione. Sociale, associativa. In questo senso, in una fase in cui l’Italia mostra segnali di ripresa, dobbiamo sfruttare il momento per tenere insieme la società. Puntando su due priorità».
Quali?
«In primo luogo, dobbiamo cercare di rendere il Trentino più attrattivo. E non solo dal punto di vista turistico. Ci dobbiamo impegnare per i giovani che decidono di rimanere qui, per chi vuole tornare, per le imprese che decidono di scommettere sul nostro territorio. Questo vuol dire avere un Trentino dinamico e aperto».
E la seconda priorità?
«Si deve riscoprire la relazionalità come chiave di tutte le politiche. Negli ultimi anni sono aumentate le fragilità e le vulnerabilità. Difficoltà che non si combattono solo con il sostegno economico: la vera sfida, infatti, è quella di restituire dignità alle persone. Questi sono concetti che incidono fortemente sulle scelte politiche. E in questo senso ci poniamo in modo diverso rispetto alla visione dei 5 Stelle, ma anche a quella della destra. La nostra prospettiva, quindi, è quella di una autonomia dinamica e solidale. Anche l’accordo tra Pd e Upt va in questa direzione, spingendo sulla responsabilità di unire».
Parla di responsabilità di tenere insieme la società. Eppure la politica spesso mostra divisioni. Non è un controsenso?
«Occuparsi delle polemiche politiche interne è la parte più faticosa. Del resto, la divisione è tra chi fa e chi reagisce a quello che gli altri fanno. Detto in altri termini: dalle opposizioni in questi anni ho visto tante critiche ma poche proposte. Per quanto ci riguarda, come Pd siamo in contatto con il partito altoatesino per far nascere un coordinamento regionale in modo da poter lavorare insieme e rilanciare partite di livello sovraprovinciale, con l’intenzione di continuare a garantire benessere e di non rischiare di far fare salti nel vuoto, come invece propongono altre formazioni politiche».
Tornando alle visite degli ultimi giorni, l’attenzione verso le prossime elezioni Politiche è orma altissima. A livello nazionale si registrano fibrillazioni in tutti gli schieramenti.
«Nel suo passaggio in Trentino, Renzi ha ricordato i risultati economici raggiunti, segno che le riforme hanno dato i loro frutti. Personalmente, mi spaventa l’idea che l’Italia possa essere governata dall’anarchia progettuale del Movimento 5 Stelle o dalla chiusura sterile di Matteo Salvini della Lega Nord».
Guardando in casa Pd: l’ex premier ha aperto a possibili alleanze con centristi e con Mdp. Fassino ieri ha incontrato il leader di Campo progressista Giuliano Pisapia. È possibile un accordo?
«Credo che sia fondamentale concentrarsi innanzitutto sulla proposta politica. Tenendo presente che in questo momento Mdp rappresenta una parte minoritaria del Paese e del Trentino».
Ma con la legge elettorale attuale un ragionamento di coalizione diventa necessario.
«Certo. Ma in questo dialogo il Pd deve avere la funzione di baricentro e non può subire dei ricatti. Va detto, in ogni caso, che esistono anche interlocutori ragionevoli».
Rimaniamo in tema elettorale. In queste settimane in Trentino la questione dei nomi dei possibili candidati sta già appassionando. Qualcuno sostiene sia troppo presto, ma intanto ogni giorno le ipotesi si susseguono. Lei cosa pensa?
«Credo anch’io che ci sia ancora tempo. È presto per parlare di nomi: ora, come ho già detto, ci si deve concentrare sul progetto e lavorare anche per trasmettere la consapevolezza che il territorio cresce anche nel suo rapporto con Roma. In questo senso, un appunto sui candidati può già essere fatto».
Prego.
«Mai come oggi servono persone solide, preparate, competenti, in grado di diventare “ponte” tra il nostro territorio e Roma in un rapporto biunivoco. Si tratta di una scelta delicata: ma sarà la coalizione a ragionare insieme a tempo debito».
Intanto in Trentino è nato un nuovo soggetto politico: gli «Autonomisti popolari per l’Europa dei popoli e delle regioni». Cosa ne pensa?
«Mi pare che questi nuovi movimenti non aggiungano nulla all’attuale assetto politico. Portano avanti dei messaggi che di sicuro non sono nuovi. E in ogni caso aumentano la frammentazione dell’opposizione. Sia chiaro: a noi non compete guardare ai movimenti altrui. Noi dobbiamo concentrarci sulla nostra capacità di proposta, ragionando in termini costruttivi per rinnovarla».
Un’ultima domanda: durante la visita di Renzi in molti hanno letto nei due appuntamenti (a Rovereto e Faedo) una sorta di competizione tra lei e l’assessore Olivi. Quanto c’è di vero?
«Non vale nemmeno la pena di commentare. Come ho già detto, è faticoso doversi occupare delle polemiche costruite da altri. Martedì abbiamo dato dimostrazione di un Pd vivo e abbiamo mostrato le eccellenze del nostro territorio. Questo è l’importante».