È stata approvata ieri, a Palazzo Montecitorio, la proposta di legge Richetti, che ridisciplina e ricalcola sulla base di un sistema contributivo — e non più retributivo — i vitalizi percepiti dagli ex parlamentari: 348 i voti a favore, 17 i contrari; astenuti, come preannunciato, Forza Italia e Mdp.
M. Montanari, "Corriere del Trentino", 27 luglio 2017
Si sono schierati con la maggioranza del Partito democratico, che ha portato in aula il dibattito, Movimento 5 stelle, Lega Nord, Fratelli d’Italia e Sinistra Italiana. Contrari, invece, alcuni esponenti del Pd.
La norma, di cui ora si attende l’approvazione in Senato, è stata oggetto di una polemica che ha diviso i deputati italiani. Quando Richetti ha portato il aula la proposta di legge, il Movimento 5 stelle ha reagito rivendicando la paternità dell’iter legislativo, tipico della sua battaglia «anti-casta». Scintilla presto spenta dal deputato trentino Riccardo Fraccaro, che ha espresso il «disinteresse alla genitorialità della proposta. L’importante è il contenuto, e mi sento di definirlo positivo». La dichiarazione del deputato pentastellato non è la sola voce trentina a giungere dalla capitale; si mescola a quelle di Michele Nicoletti, deputato del Partito democratico, Sergio Divina, senatore della Lega Nord, e Lorenzo Dellai, capogruppo di Democrazia solidale. Preferiscono non proferire parola sulla questione due ex parlamentari trentini che potrebbero essere direttamente toccati dalla legge Richetti. «Che decida il Parlamento, poi vedremo» dice Marco Boato, seguito a ruota da Luigi Olivieri.
A chi vede nella proposta di legge sfumature di incostituzionalità, o teme che si diffonda tra i cittadini un sentimento antiparlamentare, Riccardo Fraccaro risponde aspramente: «Non si tirino fuori scuse per tutelare privilegi che deputati e senatori si sono auto-concessi». Più cauto nelle affermazioni, Michele Nicoletti non ha dubbi: «Il sistema previdenziale proposto non mette in discussione la legittimità e la rappresentatività del parlamento». Le perplessità relative alla proposta di un sistema contributivo retroattivo sui vitalizi di ex deputati e senatori virano velocemente verso i concetti di costituzionalità ed equità. Lorenzo Dellai preannuncia il rischio che la norma sia dichiarata incostituzionale: «Si tratta di una legge manifesto dettata dal populismo», che rischia di «causare migliaia di ricorsi». Non appare invece preoccupato Nicoletti, tranquillizzato dalle valutazioni del giudice costituzionale Valerio Onida, che ha definito plausibile la costituzionalità della norma. Il deputato Pd è inoltre convinto che «l’impianto della legge sia equo e potrebbe definitivamente equiparare i trattamenti previdenziali, sottraendo certi privilegi che accentuano il divario tra la classe dirigente e i cittadini». Continua a difendere il concetto di equità Riccardo Fraccaro. Pur essendo entusiasta della proposta, il grillino rimane con l’amaro in bocca a causa di un emendamento approvato nella mattinata di ieri: «la norma — in linea con la legge Fornero — alzerà i requisiti anagrafici per le pensioni dei parlamentari, ma lo farà a partire dalla prossima legislatura». Il M5s non condivide questa posticipazione e avverte la necessità di «applicare da subito la legge Fornero sulle pensioni dei parlamentari».
La norma, agendo retroattivamente sui diritti acquisiti, consente di cambiare le pensioni dei parlamentari che hanno portato a termine il proprio iter istituzionale prima del 2012; Dellai, per questa sfaccettatura, la definisce «una legge ingestibile». Tuttavia, avverte Nicoletti, «non è la prima volta che si agisce su un diritto acquisito». E continua dicendo che chiedere una misura di solidarietà, in questa situazione, è sensato. «Non biasimo chi ha lavorato in politica ed è preoccupato dallo stravolgimento delle condizioni pensionistiche — incalza Sergio Divina — Credo però che si dovrebbero riparametrare i vitalizi, cercando una via consensuale con chi ha percepito, al termine del percorso istituzionale, una pensione d’oro, ben maggiore rispetto a quella che prenderanno i parlamentari della legislatura attuale». Dellai, concorde sulla necessità di «dare segnali di sobrietà», propone di «inserire un tetto ai vitalizi», o, in alternativa, di «introdurre percentuali di contributo di solidarietà sulle cifre più consistenti». Ora la palla passa al Senato.