Conciliazione, tanti strumenti ma poche aziende li adottano

In Trentino sono molti gli strumenti per favorire la conciliazione tra lavoro e famiglia. Troppo poche però le aziende che adottano questi strumenti. «C’è una certa rigidità», rileva il vice presidente Alessandro Olivi. Questo in rapporto al dato Istat che vede in Trentino, ogni anno, 300 donne che lasciano il lavoro nel primo anno di vita del figlio.
"Trentino", 13 luglio 2017

 

Dal 2015 sono attivi corsi di orientamento per le madri disoccupate. Si tratta dell' intervento " Dai figli al lavoro" . Le donne con figli possono frequentare un percorso di orientamento finalizzato ad individuare il proprio obiettivo professionale, proseguire nello studio o immettersi nel mondo del lavoro. Dal 2017 l'Agenzia del lavoro offre un contributo biennale di 20 mila euro alle aziende che assumono a tempo indeterminato, 5 mila euro il contributo per impiego a tempo determinato per 12 mesi. Fin dal 2011 si lavora per la diffusione del part time a tempo indeterminato per motivi di cura (crescita dei figli fino a 12 anni), oltre al contributo per l'assunzione a tempo parziale c’è anche quello per la trasformazione a tempo parziale (Intervento 5). Le aziende vengono sostenute anche per progetti di innovazione riguardanti i regimi di orario, progetto Work family. Si parla di un massimo di 15 mila euro per il progetto di modifica degli orari in ottica conciliativa, oltre a contributi per la flessibilità temprale ad personam, a seconda cioè delle esigenze delle singole madri ed al sostegno per gli acquisti legati alla concessione del telelavoro.

Dal 2015 l'Agenzia del lavoro ha inoltre introdotto l'intervento " 12 Valore Donna", per favorire la valorizzazione delle competenze. 10 mila euro per spese di consulenza legate a questa innovazione. Un esempio possono essere gli aiuti per migliorare l'azienda premiando il raggiungimento degli obiettivi e non le ore lavorate, in modo tale da non penalizzare i part time. Al termine di ogni anno la verifica di quanto fatto ed un premi di 5 mila euro, assieme all'ottenimento di un marchio specifico che certifica le azioni intraprese fatto. C'è poi il progetto relativo a favorire il rientro delle madri in azienda dopo la maternità ( Buon Rientro). Come si nota è elevato il sostegno che viene dato alle consulenze riguardo a questi progetti. Ci sono però delle verifiche che attestano se i progetti sono stati portati a compimento. Gli aiuti sono anche per i papà (Intervento 15) che usano il congedo parentale per almeno 30 giorni, al posto della mamma.

Il contributo della Provincia si vede in busta paga ed arriva fino ad un massimo di 900 euro per quattro mesi. Infine il sostegno alle lavoratrici autonome o imprenditrici (Intervento 17 in Tandem). Se queste donne sono in gravidanza oppure hanno figli di età inferiore a 12anni, il contributo arriva al massimo a 20 mila euro per assumere un sostituto per un massimo di 18 -24 mesi, per ogni figlio o gravidanza.