Gli impegni internazionali

La scorsa settimana si sono svolte al Consiglio d'Europa le riunioni delle Commissioni politica, giuridica e monitoraggio dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa e le riunioni del Comitato dei Presidenti, del Bureau e della Commissione permanente.
Michele Nicoletti, 17 marzo 2017

 

Gli argomenti che abbiamo trattato sono stati molteplici e di diversa natura, anche in virtù dell'attuale situazione internazionale e geopolitica.
In particolare, ci siamo occupati dei recenti sviluppi della situazione turca, sia per quanto riguarda le misure introdotte dopo il colpo di stato del luglio scorso, sia per quanto attiene al prossimo referendum costituzionale sulle modifiche adottate dall'Assemblea nazionale volte a trasformare il sistema politico da una democrazia parlamentare ad una democrazia presidenziale.

Come Commissione politica abbiamo espresso una forte preoccupazione per le misure introdotte dal Governo turco dopo il fallito colpo di stato, soprattutto in relazione alle limitazioni della libertà di espressione, alle arbitrarie misure detentive nei confronti di centinaia di migliaia di persone, all'eliminazione dell'immunità parlamentare e alle riforme costituzionali recentemente approvate.

Abbiamo infine apprezzato alcune misure adottate dalla Turchia a seguito delle nostre raccomandazioni, tra cui l'istituzione di una commissione che riveda le decisioni relative agli arresti e alla libertà di espressione.
Molto resta ancora da fare e per ristabilire i principi di democrazia e stato di diritto l'orientamento della Commissione è quello di proporre all'Assemblea di aprile il ripristino della procedura di monitoraggio.


Abbiamo inoltre discusso dei due rapporti di cui sono relatore: "Corruzione come regime di governance: una barriera all'efficienza istituzionale e al progresso" e "Verso un summit del Consiglio d'Europa per difendere e promuovere la sicurezza democratica in Europa".

Per quanto riguarda il primo, ho aggiornato i colleghi sugli sviluppi e abbiamo deciso che verrà discusso e votato in Commissione e in Assemblea nella sessione di giugno.

Per quanto riguarda il rapporto sul summit (qui trovate il memorandum aggiornato), la Commissione politica ha sostenuto il mio lavoro, valutando positivamente la proposta di organizzare un summit dei capi di Stato e di Governo dei 47 Paesi per rilanciare il ruolo e la missione del Consiglio d'Europa, organizzazione pan-europea in grado di offrire una comune cornice legale a più di 800 milioni di persone e volta a promuovere la sicurezza democratica nel continente.

Il summit sarà l'occasione per riaffermare al più alto livello politico e istituzionale l'impegno a rispettare e valorizzare i principi e i valori di democrazia, stato di diritto e salvaguardia dei diritti umani, mettendo tutti gli Stati sullo stesso piano in un'ottica di condivisione e rispetto reciproco.


Nel corso delle riunioni, oltre che dei principali temi che attualmente investono il Consiglio d'Europa, ci siamo occupati dei casi di corruzione che ultimamente hanno interessato la nostra organizzazione e in particolare dell'opportunità di istituire dei meccanismi e della procedure di prevenzione e monitoraggio per difendere e valorizzare la dignità e il lavoro del Consiglio d'Europa e dei suoi componenti.

Abbiamo deciso di istituire all'interno dell'Assemblea parlamentare un organismo che si occupi di analizzare in maniera precisa e circostanziata i casi di corruzione e di prevenire tali comportamenti.
La volontà comune è quella di farsi carico propositivamente di questi avvenimenti per tutelare l'importante e prezioso lavoro svolto e per promuovere la buona condotta dei parlamentari.

Tale organismo dovrà avere una natura deontologica, non dovrà sostituirsi agli organi giurisdizionali, dovrà favorire la cooperazione con le autorità preposte alle indagini ed incentivare la cooperazione dei parlamentari rispettando le loro prerogative.