All’ospedale di Arco sono in arrivo quattro nuovi medici, tra cui un anestesista che consentirà, finalmente, il ripristino della copertura h24 del servizio che era stato interrotto un anno fa con la assicurazione che quanto prima sarebbe stato riattivato. Promessa mantenuta. Ma fra le novità che riguardano il nosocomio altogardesano c'è anche lo stanziamento di mezzo milione di euro per il potenziamento del reparto della Procreazione assistita.
"Trentino", 18 ottobre 2016
Lo scopo è farne non solo una delle eccellenze della sanità trentina ma anche il punto di riferimento per le altre regioni del Nord Italia. A darne notizia, ieri mattina, è stato l’assessore provinciale Luca Zeni nell’incontro, in Comunità di valle, con i sindaci e gli amministratori dell’Alto Garda e Ledro riuniti nel Consiglio della salute. «E' giunto il momento di abbandonare le polemiche e di concentrarsi sulle sfide alle quali siamo attesi nell’immediato – ha spiegato il padrone di casa, il presidente della Comunità dell’Alto Garda e Ledro Mauro Malfer – per garantire l’adeguata qualità ai servizi offerti dal nostro presidio sanitario. Quello di oggi vuole essere un nuovo inizio».
L’assessore Zeni, affiancato dal dirigente generale Paolo Bordon, ha illustrato le iniziative messe in campo dalla Provincia per garantire non solo la sopravvivenza dell’ospedale di Arco ma anche una graduale espansione. «I numeri che riguardano questa struttura ospedaliera sono importanti – ha spiegato Zeni – e la dicono lunga sul grado di attenzione che viene garantita dalla Provincia. Attualmente l’ospedale conta 396 unità lavorative e nel bilancio provinciale si assicura una spesa di 36 milioni di euro solo nella parte corrente».
All’incontro di ieri, che aveva come obiettivo anche quello di mettere a tacere le polemiche sulla chiusura del punto nascite, erano presenti i sindaci Alessandro Betta di Arco, Vittorio Fravezzi di Dro, Gianni Morandi di Nago Torbole, Tarcisio Michelotti di Drena e Renato Girardi di Ledro, il vicesindaco di Tenno Giuliano Marocchi, l'assessora di Riva Lucia Gatti più l'assessora di Comunità Patrizia Angeli ed altri amministratori. «Apprendiamo con soddisfazione – ha commentato per tutti Vittorio Fravezzi – che la Provincia sta onorando il patto che aveva preso con il territorio attuando ciò che è previsto nel protocollo firmato con i sindaci. Si tratta di un modello di sanità che punta a garantire degli alti standard qualitativi in una logica incentrata sulla sicurezza e sulla soddisfazione per l'utenza».
Il primo passo è previsto a breve, ovvero l’inserimento in pianta organica (mancano solo i dettagli) del nuovo anestesista che consentirà il ripristino del normale funzionamento di tutti i reparti. «L’assunzione del quarto medico anestesista – ha spiegato il direttore Bordon – garantirà la reperibilità notturna, l’attività in sala operatoria delle due sedute di chirurgia ginecologica, la normale chirurgia generale e anche quella ortopedica, che potrà essere gestita direttamente ad Arco in una piccola sala gessi che verrà realizzata. L’ospedale di Arco ha un grande potenziale».
A seguire saranno assunti un altro pneumologo, un medico in più per il Pronto soccorso in maniera da garantire la presenza continua di 2 medici per un presidio che registra 18 mila accessi all’anno) e quindi un urologo con l’obiettivo di creare un ambulatorio di andrologia e poi, dal mese di novembre, di partire con gli interventi chirurgici che per Arco rappresentano una novità assoluta.
«Sul punto nascite non si torna indietro»
ALTO GARDA «C’è chi mente sapendo di mentire. Si stanno raccogliendo le firme spacciando per veri elementi che invece non sono veritieri. Esistono modalità ben codificate per poter decidere in merito alla deroga, che abbiamo chiesto, e il traffico sulla strada fra la Busa e la Vallagarina non è fra questi. La decisione è stata presa dal Ministero e noi la dobbiamo rispettare. E non si torna indietro». Più chiaro di così non poteva essere. L’assessore alla salute Luca Zeni, nel suo incontro di ieri mattina con i sindaci, ha voluto mettere la parola fine sul discorso del punto nascite. «Non si può chiedere di rivedere la decisione - ha puntualizzato l’assessore - perché farlo significherebbe prendere in giro i cittadini e chi lo sta facendo sta prendendo in giro la gente. Abbiamo chiesto al Ministero di tenere in considerazione gli elementi ambientali prima di prendere la decisione in merito alla deroga ma le condizioni geografiche non sono state ritenute tali».
Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Arco Alessandro Betta: «Il punto nascite non verrà più riaperto, ormai è un dato aclarato, ora è tempo di concentrarsi sulle sfide del futuro. Si possono raccogliere le firme, io preferisco garantire alla cittadinanza un ospedale di qualità. Non sono per la delegittimazione, mai».
Il direttore generale Paolo Bordon ha spiegato che il “pacchetto” di servizi offerto, gratuitamente, alle partorienti è unico in Italia: le future mamme possono prenotare al Cup la possibilità di essere seguite da un’ostetrica durante tutta la fase della gravidanza e di essere sottoposte ad una serie di visite specifiche. «E’ un modello pensato per garantire la necessaria sicurezza e il migliore degli esiti», ha concluso Zeni che poi ha snocciolato alcuni dati per far capire come la maggiore casistica sia l’elemento che fa la differenza in termini di sicurezza.