Che la trattazione delle modifiche alla legge elettorale provinciale del 2003 in materia di parità di genere sarebbe stato un tema caldo dell’autunno lo si era capito già prima della sospensione estiva dei lavori d’Aula. Un assaggio di quella che sarà la discussione sul testo si è avuto ieri. La conta degli emendamenti è salita a quota 5.377 (tra questi anche nove della giunta e uno di maggioranza) e la mattinata è stata interamente occupata da un dibattito dai tratti ostruzionistici.
M. Romagnoli, "Corriere del Trentino", 15 settembre 2016
Nella buvette ieri c’era chi ha definito gli interventi della mattinata una sorta di «ostruzionismo preventivo». In molti si aspettavano, infatti, che la ratifica del consiglio della delibera dell’esecutivo per impugnare davanti alla Consulta la legge 132 sull’istituzione del «Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente» sarebbe avvenuta in tempi brevi per poi lasciare spazio, come previsto dall’ordine del giorno, alla question time (ne riferiamo in basso). Ma così non è stato: il «sì» (con 30 voti favorevoli e Degasperi contrario) è arrivato alle 12.30 circa.
Mezz’ora prima era fissato il termine per la presentazione delle proposte di emendamento al ddl di modifica della legge elettorale in materia di preferenza di genere, ultimo punto previsto dalla convocazione. In mattinata, proprio a causa della lentezza dei lavori, in consiglio in molti davano per scontato che la trattazione del tema sarebbe slittata a ottobre, prospettiva rientrata in serata. La discussione sulla doppia preferenza di genere potrebbe, dunque, iniziare già domani pomeriggio.
Le proposte di emendamento totali sono 5.377: tra queste 2.251 firmate da Borga (Civica trentina), 1.728 da Degasperi (Cinque stelle), 511 da Fugatti (Lega), 410 da Civettini (Civica), 366 da Cia (gruppo misto) e 101 da Viola (Pt). Nel totale anche dieci a firma della maggioranza: nove del presidente Ugo Rossi e una di Maestri (Pd), Manica (Pd), Detomas (Ual), Passamani (Upt) e Ossanna (Patt). Quest’ultimo ddl mira a inserire nell’articolo 8 della legge del 2003 la dicitura: «La giunta provinciale è costituita da rappresentanti di entrambi i generi con almeno due assessori per il genere meno rappresentato». In sostanza un modo di garantire una rappresentanza femminile, spiega Lucia Maestri: «Irrobustisce la legge del 2003 che non prevede forme di equilibrio di rappresentanza in giunta. È un modo di riconoscere le competenze femminili».
«Uno tra gli emendamenti della giunta regola il sistema di elezione del presidente in caso di parità tra due candidati — spiega Rossi — era un buco legislativo. Secondo che regola? Con un ballottaggio tra i primi due, un voto tra i due candidati presidenti. Gli altri sono emendamenti tecnici, adeguamenti che riguardano i rimandi alle leggi nazionali puntuali che sono cambiate». La sostanza però non cambia, ricorda il governatore, «è una questione di pulizia legislativa». Tra gli altri un emendamento disciplina poi la sostituzione in caso di sospensione del presidente della Provincia, un altro «adegua il testo della legge a quanto si è sempre fatto» (ricorda Rossi), cioè elimina la dicitura che conteggia il voto sul nominativo del candidato presidente anche come voto per la lista o la coalizione.
La discussione riprenderà oggi con le mozioni e poi con i due ddl sulla piccola editoria libraria indipendente e sulle carte dei servizi a favore dei minori. Tra le mozioni quella di Fasanelli per il «contrasto alle discriminazioni determinate da genere sessuale, caratteristiche genetiche e fisiche, credo religioso e politico, condizione economica, sociale e razza». Un passaggio potenzialmente problematico, ma il consigliere assicura: «Mi interessava sottolineare che il problema delle discriminazioni non riguarda solo gli omosessuali, ma piuttosto che bloccare l’Aula sono pronto a ritirarlo». Zanella (Arcigay) sul testo: «Una provocazione».