Il primo cittadino di Arco, Alessandro Betta, stufo degli attacchi, ha deciso di rispondere a quanti lo criticano e lo hanno recentemente attaccato anche a mezzo stampa per alcune scelte politiche.
L. Omezzolli, "Trentino", 7 settembre 2016
Qualche tempo di silenzio per rispondere con dati e fatti e spiegare per filo e per segno quello che è stato e sarà il suo operato di amministratore della comunità arcense. «Chi amministra - dichiara Betta - ha il compito di valorizzare la propria comunità e di valorizzare la realtà circostante e il meglio che questa offre». Una direttiva che Betta ricorda essersi dato ancora in campagna elettorale e che lo ha mosso anima e corpo nel governo della propria città. «È sicuramente più facile distruggere che costruire - continua - e spesso si scava nel solco delle divisioni e delle difficoltà per trovare a tutti i costi un colpevole». Betta risponde a chi lo ha accusato di aver aderito a Coldiretti sventolando addirittura la bandiera davanti al Comune per pura propaganda politica senza corrispondergli alcun impegno amministrativo a riguardo.
«Si sbagliano - dichiara - Nell’Alto Garda ci sono 2300 ettari di terreni adibiti ad agricoltura che sono serviti, e lo saranno sempre più, dall’irrigazione pubblica del Consorzio». «Un’opera, questa - ci tiene a precisare il primo cittadino arcense - costata 37 milioni di euro, spesi anche dal Comune di Arco, e che ha permesso di rendere l’irrigazione più capillare senza un dispendio di risorse idriche eccessivo». Betta chiarisce come questa soluzione abbia poi sollevato altri problemi, come il prosciugarsi delle fitte. «Sì - ammette - è un problema, ma la scelta fatta dagli amministratori locali è andata proprio incontro agli interessi degli agricoltori e del comparto agricolo, così che sia più produttivo e con minor sprechi».
Per il sindaco di Arco proprio in questo deve essere letta la sua adesione a Coldiretti. «Ho potuto tastare con mano la passione e lo sforzo che si nasconde dietro ogni agricoltore - precisa - e come amministrazione era nostro compito valorizzare il prodotto e il produttore». Betta vuole far passare il messaggio che amministrare è un lavoro di fino atto a tenere unite tutte le peculiarità di un territorio. «I valori di Coldiretti sono i valori della nostra comunità e trovano risposte adeguate nel nostro programma politico». Quanto all’accusa di essersi iscritto a Greenpeace il primo cittadino chiarisce che non si tratta di un’adesione politica, quanto personale e votata al mondo dei valori che l’associazione promuove a livello globale.
«Greenpeace è apolitica e non accetta infiltrazioni partitiche di alcun tipo. La mia - evidenzia Betta - è un’iscrizione a titolo personale perché mi riconosco nelle modalità di dibattito di questa no profit e nei temi e valori di più ampio respiro». Betta ammette di non condividere tutte le battaglie che Greenpeace sta portando avanti, ma non vede come questo possa interdire una sua sottoscrizione. «Greenpeace promuove il dibattito e si siede al tavolo con tutti per discutere le proprie tematiche, cosa che si dovrebbe fare anche nel piccolo della nostra comunità, senza attacchi personali, ma con la voglia di dialogare».