Resfeber: è il battito impaziente del cuore di un viaggiatore prima della partenza. Un termine scandinavo intraducibile, una sola parola che racchiude una complessità di sensazioni difficili da sintetizzare. Senza voler cadere nella retorica, credo sia il termine giusto per spiegare l'emozione che provo in questi giorni, in vista della presentazione ufficiale della Consulta per la riforma dello Statuto.
Bruno Dorigatti, www.consiglio.provincia.tn.it, 31 agosto 2016
Domenica 4 settembre alle ore 17.00, infatti, in occasione della Giornata dell'Autonomia – quest'anno resa ancora più significativa dal settantesimo anniversario dell'accordo De Gasperi – Gruber – il Presidente della Consulta, prof. Giandomenico Falcon, e gli altri ventiquattro componenti della stessa, saranno presenti presso Sala Depero per un simbolico "taglio del nastro" di questo speciale organismo che, nei prossimi mesi, sarà impegnato nell'elaborazione di una proposta di riforma organica dello Statuto speciale per il Trentino – Alto Adige / Südtirol. Parte domenica, quindi, il "viaggio" che porterà la comunità e le Istituzioni trentine a riscrivere la carta fondamentale della nostra speciale autonomia, ed è normale che l'attesa sia carica di aspettative. In questi mesi, trascorsi tra l'approvazione della legge provinciale 1/2016 che la istituisce e la sua nomina ufficiale avvenuta a luglio, la Consulta è stata al centro di un intenso lavoro, condiviso tra le strutture del Consiglio e quelle della Provincia, in una sinergia di azione che rappresenta, a sua volta, un segnale importante di unità e comunione di intenti. Uno dei passaggi più significativi è stato quello della nomina dei tre rappresentanti del mondo associazionistico trentino: quasi cento le associazioni che si sono accreditate per condividere queste tre designazioni, in rappresentanza di oltre centocinquantamila soci. Ma non solo: precedentemente erano state le organizzazioni economiche e quelle sindacali, l'Università, la Cooperazione, le Autonomie locali, la Conferenza delle minoranze linguistiche a indicare i propri rappresentanti all'interno di questo speciale organismo, integrando così i nove Consiglieri provinciali di minoranza e di maggioranza. Venticinque persone, dunque: non certo una fotografia esaustiva e totale di tutta la società trentina – non era questa la presunzione – ma il tentativo di imprimere il segno della più ampia rappresentatività e partecipazione possibile all'iter di riforma dello Statuto.
È stata una scelta politica forte e non banale, infatti, quella di non seguire un percorso esclusivamente politico e istituzionale, ma di coinvolgere l'intera comunità trentina nella riflessione sui principi della nostra autonomia e nell'elaborazione di una proposta di riscrittura di quella carta che ne definisce le regole, il funzionamento, le prerogative e i limiti. E questo coinvolgimento si è deciso che dovesse reggere su due pilastri: da un lato la forza della rappresentanza, tanto quella politica – espressa dal Consiglio provinciale – quanto quella sociale, dei corpi intermedi, soggetti che in una comunità come la nostra esprimono una vitalità unica in Italia; dall'altro l'energia della partecipazione, mettendo in campo tutti gli strumenti - da quelli tecnologici alle più innovative esperienze di coinvolgimento diretto dei cittadini – che permettano anche al singolo non solo di commentare, approvando o criticando quanto proporrà la Consulta, ma anche di intervenire in modo attivo, con proposte, idee, integrazioni. Ecco allora che il "viaggio" sarà lungo e ricco di tappe importanti. La Consulta avrà quattro mesi per elaborare un documento preliminare, dopodiché per ben sei mesi tutte le trentine e i trentini potranno intervenire in prima persona, liberando il loro protagonismo e arricchendo quanto proposto dai "venticinque". I quali, a loro volta, non avranno mancato di coinvolgere i soggetti di cui sono espressione, in un intreccio virtuoso tra rappresentanza e partecipazione che sono certo porterà ottimi risultati. Al termine dei sei mesi, la Consulta avrà altri sessanta giorni per integrare il documento con quanto emerso dall'iter popolare. Il documento conclusivo sarà trasmesso al sottoscritto e al Presidente della Provincia, il quale attiverà il procedimento disciplinato dall'articolo 103 dello Statuto, che prevede una deliberazione del Consiglio regionale conforme alla proposta emersa dai due Consigli provinciali. Questa sarà una delle sfide più impegnative: condividere con la comunità e le Istituzioni sudtirolesi, impegnate in un percorso analogo al nostro, una proposta comune da presentare al Governo e al Parlamento per la definitiva approvazione, nella consapevolezza che nessuna delle due autonomie provinciali può esistere fuori dall'unico patto fondativo possibile nel quadro costituzionale italiano, ovvero uno Statuto unitario.
L'auspicio è che questo "viaggio" entusiasmante ci porti lontano in tempi certi, esaudendo le aspettative che vi abbiamo riposto e permettendoci, una volta arrivati, di guardare all'indietro con soddisfazione: nell'incoraggiante consapevolezza di aver fatto, tutte e tutti assieme, responsabilmente il nostro dovere.