«Serve un'azione concertata, tra la politica e le categorie economiche e sociali, e io propongo un gesto simbolico che potrebbe concretizzarsi in una denuncia alle autorità garanti della libera circolazione di persone e merci, per violazione delle norme comunitarie da parte dell'Austria». Alessandro Olivi, vicepresidente e assessore provinciale alle politiche economiche, ritiene che la Provincia non possa stare a guardare mentre l'Austria alza il muro al Brennero e - nel suo piccolo - debba fare sentire forte il suo «no».
L. Patruno, "L'Adige", 29 aprile 2016
Vicepresidente Olivi, industriali e artigiani sono molto preoccupati per i controlli al Brennero che l'Austria vuole ripristinare e i conseguenti danni economici per il traffico delle merci. La Provincia può fare qualcosa?
Premesso che il muro al Brennero lo ritengo una barbarie, innanzitutto sul piano valoriale, rispetto alla questione dei migranti e culturale, devo dire che come assessore all'economia mi sono confrontato oggi (ieri per chi legge, Ndr.) sia con i vertici locali di Confindustria che con l'Associazione artigiani e condividiamo la medesima preoccupazione, perché il corridoio del Brennero è la porta per quasi tutte le nostre esportazioni verso l'Europa e i Paesi dell'Est. Come Provincia abbiamo sempre adottato politiche pubbliche a favore delle imprese rispettose delle regole europee sulla libera concorrenza, perché pensiamo sia un principio sano. Ma limitare la libera circolazione come vuole fare l'Austria è un atto lesivo delle direttive comunitarie e come tale va denunciato.
La denuncia la dovrebbe fare la Provincia di Trento?
La Provincia di Trento da sola non ha strumenti per contrastare la decisione dell'Austria, se non agire sul piano politico con un'azione severissima. E io penso che una denuncia della violazione delle norme sulla libera circolazione di persone e merci, potrebbe essere un gesto simbolico forte. Lo proporrò in giunta domani. Non mi riconosco nell'atteggiamento politically correct verso l'Austria di chi ha partecipato alla prima manifestazione al Brennero.
Si riferisce a quanto detto dal presidente Ugo Rossi?
Mi riferisco a chi è andato al Brennero a manifestare contro il muro, dicendo che non si doveva però dire che era una manifestazione contro l'Austria. Io invece penso che non dobbiamo avere paura a dire che siamo contro l'Austria quando decide di alzare il muro al Brennero e di imporre la sua ricetta per gestire i flussi migratori. Dobbiamo finirla con questa sottovalutazione di quanto sta accadendo, la scarsa reattività delle forze politiche rispetto a questo vento di razzismo mi offende come cittadino e come politico.
L'Euregio può giocare un ruolo in questa situazione oppure no, secondo lei?
L'Euregio è un'importante infrastruttura e non dobbiamo banalizzarla, ma ha senso se è una infrastruttura politica. Se è solo un involucro dove ognuno vede al centro dell'attenzione solo il suo territorio è già morto.
Se alla fine i controlli saranno adottati, potrebbero essere adottate misure per evitare le code al Brennero organizzando verifiche in Trentino?
Non ci stiamo pensando. Adeguarci sarebbe come accettare questa scelta dell'Austria, mentre serve una battaglia che è politica, culturale ed economica: evitare una strettoia che compromette i principi europei.
Dal Brennero un terzo delle merci
I flussi Le esportazioni dall'Italia che transitano di qui pari a 950 milioni l'anno
L'assessorato alle attività economiche della Provincia di Trento ha elaborato alcuni dati sui flussi commerciali del Trentino attraverso il Brennero analizzando esportazioni e importazioni verso i Paesi che utilizzano questa direttrice di traffico (Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Romania). Le esportazioni verso questi Paesi ammontano a 950 milioni di euro l'anno e rappresentano circa il 45% delle esportazioni nell'Ue. Le importazioni dagli stessi Paesi ammontano a circa 800 milioni di euro. Le esportazioni trentine verso l'Ue rappresentano il 64% del totale delle esportazioni, mentre le importazioni sono l' 82% .
Al Brennero sull'autostrada, mediamente in un giorno, transitano circa 27.000 veicoli, il 32% è rappresentato da mezzi pesanti. Di questi camion, 700 vengono dal Trentino.
Secondo un'indagine pubblicata l'altro ieri dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre: «Un terzo delle merci che entrano ed escono su gomma dal nostro Paese attraverso le Alpi passano dal Brennero. Degli 89 milioni di tonnellate di merci che complessivamente transitano ogni anno lungo i nostri confini alpini su Tir, 29 sono "assorbiti" da questo valico. Se poi aggiungiamo anche gli 11,7 milioni di tonnellate di merci che viaggiano su ferrovia, la dimensione complessiva delle merci in transito sul Brennero supera i 40 milioni di tonnellate l'anno». «Secondo uno studio redatto dall'associazione degli autotrasportatori belgi - scrive il coordinatore dell'Ufficio studi, Paolo Zabeo, - ogni ora di lavoro costa mediamente 60 euro . Con un ritardo di sole 2 ore è stato stimato un aumento dei noli del 10% che ricadrà nel medio e lungo periodo sui costi e quindi sui prezzi dei prodotti e sul consumatore». L'Ufficio studi degli artigiani stima infine che i costi per il settore dell'autotrasporto e dell'economia più in generale a seguito del ripristino dei controlli frontalieri potrebbero variare da un minimo di 4,8 miliardi e un massimo di 9,8 miliardi l'anno.