«Non ci basta essere sezione del Pd nazionale»

Elisabetta Bozzarelli va avanti. Ieri ha presentato la mozione con cui si propone per la guida del Pd trentino. La mossa della consigliera comunale e coordinatrice del Pd di Trento arriva all'indomani della trasferta romana dei big del partito, che hanno introdotto ai vertici nazionali Italo Gilmozzi, il nome che è riuscito a mettere d'accordo varie componenti, esclusa la «sinistra» e parte dell'ex mozione Scalfi con alcuni giovani amministratori locali. 
L. Patruno, "L'Adige", 2 aprile 2016


Neppure il «tradimento» dell'assessore provinciale Luca Zeni, che giovedì era a Roma con Gilmozzi, l'ha turbata. E Bozzarelli dice decisa: «Gliele lascio fare a loro le trasferte. Io preferisco stare a Trento, tra la gente e nei circoli. Comunque non voglio dare un giudizio: il rapporto con il Pd nazionale è importante. Riguardo a Luca, l'amicizia personale è una cosa, la politica è un'altra. Lui farà le sue scelte. È vero che ha provato a dissuadermi dal candidarmi, è un'ulteriore prova che dietro la mia candidatura non c'è Zeni».
Bozzarelli spiega la sua determinazione con «la felicità, la forza positiva che permette di cambiare le cose». 
«Questa ritrovata felicità dell'agire collettivo - dice - l'ho condivisa con molte amiche e amici, ed è stata alla base della decisione di proporre la mia candidatura». La giovane consigliera si propone come candidata «trasversale come lo sono le culture fondative del Pd, consapevole che questo cambiamento non avverrà per proclami, ma grazie al lavoro collettivo e quotidiano di donne e uomini disponibili ad assumersi delle responsabilità». Sottolinea inoltre l'impronta più autonoma che vorrebbe dare al Pd trentino: «Per elaborare una visione del Trentino nel contesto della sua specialità, e per rappresentare la comunità trentina all'interno delle istituzioni dell'Autonomia, non basta limitarsi ad essere una sezione del partito nazionale, ma va data un'interpretazione innovativa della triplice dimensione territoriale, nazionale ed europea. Va ritrovata la forza di rivendicare una forma di autonomia così come era stato fatto alla nascita del Pd del Trentino, con una esaltante e creativa stagione di elaborazione politica».
La «benedizione» di Guerini e Lotti alla candidatura di Italo Gilmozzi, che sarà ufficializzata oggi alle 15 nella sede del Pd, ha suscitato ieri l'immediata reazione del presidente del consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, che è tra i sostenitori di Bozzarelli e non nasconde le sue critiche nei confronti di molte delle riforme del governo Renzi. Nell'incontro romano si è evidenziata la condivisione del gruppo riunito intorno a Gilmozzi di una mozione che contenga al primo punto proprio il sostegno al processo di riforme e all'azione del governo. E in un post su Facebook , Dorigatti ieri ha reagito duro: «L'Autonomia è un esercizio quotidiano di responsabilità. È anche coraggio, voglia di essere artefici del proprio destino. Il dialogo con il livello nazionale è fondamentale. Ma il dialogo che si risolve in gentile concessione è la morte dell'Autonomia. Questo vale soprattutto per un partito come quello democratico: che democraticamente discute, come avvenuto martedì in assemblea, ma che poi subisce scelte prese altrove. Abbiamo di fronte un paio d'anni di grande importanza politica e istituzionale: serve anche un po' di orgoglio, per rilanciare la speranza nel futuro del Trentino».