Domani la catena umana. Impennata di adesioni

TRENTO Le adesioni alla manifestazione «Il Brennero che unisce» crescono di ora in ora. Intanto ieri al Brennero ha manifestato la Lega per chiedere, al contrario del Pd, la chiusura delle frontiere. Domani una catena umana attraverserà il Brennero per unire simbolicamente Italia e Austria. Un’iniziativa nata dal Pd trentino che ha subito registrato una valanga di adesioni.
"Corriere del Trentino", 19 febbraio 2016

 

Oltre al gruppo consiliare democratico (Lucia Maestri, prima firmataria, Donata Borgonovo Re, Mattia Civico, Luca Zeni, Bruno Dorigatti, Sara Ferrari, Roberto Bizzo, Christian Tommasini Alessio Manica Alessandro Olivi e Violetta Plotegher) ci saranno i parlamentari Giorgio Tonini e Michele Nicoletti e anche diversi esponenti dei verdi e anche dell’Unione per il Trentino: il gruppo consiliare spera in una «reazione positiva da parte di Bruxelles e degli altri Stati dell’Unione europea. 

Alla catena umana hanno aderito tantissimi esponenti del mondo sindacale di Trentino e Alto Adige come Alfred Ebner, Agostino Accarino e Marco Maffei della Cgil altoatesina, l’ex segretario trentino della Cgil trentina Paolo Burli e l’attuale Franco Ianeselli, Walter Alotti e Toni Serafini della Uil, Lorenzo Pomini (che via twitter invita Renzi al Brennero) e Tila Mair della Cisl. Saranno presenti domani al Brennero anche tantissime associazioni come il Forum trentino per la pace, l’Arcigay e le Acli trentine: «L’Europa è innanzitutto un’idea di giustizia, uguaglianza e solidarietà», dice il presidente Fausto Gardumi. E ancora Sergio Bonagura, Roberto D’Ambrogio e Andrea La Malfa dell’Arci, Tommaso Iori e Peter Calò della Uisp, il presidente della comunità islamica trentina Aboulkheir Breigheche. Oltre, naturalmente, ad un piccolo esercito di sindaci, tra cui quello di Trento, Alessandro Andreatta («Alzare un muro tra Italia e Austria significherebbe tornare indietro»), consiglieri comunali e di circoscrizione. Tutti insieme per dire no alla chiusura del confine del Brennero. Una mobilitazione che, curiosamente, è partita da Trento e a cui l’Alto Adige si è associato anche se, almeno per ora, senza grande entusiasmo da parte del mondo di lingua tedesca. 
Se in centinaia sabato saliranno al Brennero per dire no alla chiusura delle frontiere, ieri un pugno di militanti della Lege Nord hanno organizzato un presidio per chiedere esattamente l’opposto. Ovvero la chiusura delle frontiere. 
«Mentre l’Europa fatica a prendere accordi comuni e taluni Stati si tutelano, chiudendo i confini, l’Italia rimane inerte, fingendo un falso quanto utopistico buonismo. Le frontiere vanno subito chiuse» sostengono i militanti della Lega nord guidati dal segretario Maurizio Fugatti. 

 

LEGGI ANCHE: "Protesta. Catena umana al Brennero", "L'Adige", 19 febbraio 2016

Una catena umana «transfrontaliera» per manifestare contro gli imminenti controlli di frontiera. È in programma per domani alle 11 al Brennero. La manifestazione fa parte di un appello, firmato dai consiglieri regionali del Pd, e poi sottoscritto da esponenti del mondo sindacale, associativo, culturale, della società civile e da singoli cittadini, informano gli organizzatori. 
Prima firmataria del documento la consigliera reginale del Pd Lucia Maestri e tra i nomi che seguono quello di Walter Alotti (Uil Trentino), Lorenzo Pomini (Cisl Trentino), Sandro Schmid (Anpi Trentino), Fausto Manzana (amministratore delegato Gpi Italia), Andrea La Malfa (Arci del Trentino), Tommaso Iori (Uisp), Franco Ianeselli (Cgil Trentino), Elisabetta Bozzarelli (consigliera comunale di Trento), Paolo Burli (ex segretario Cgil) e poi i consiglieri Donata Borgonovo Re, Mattia Civico, Alessio Manica , il presidente del consiglio Bruno Dorigatti e l'assessora regionale Violetta Plotegher , oltre agli assessori provinciali Alessandro Olivi, Sara Ferrari e Luca Zeni.
Nel comunicato che spiega l'iniziativa si legge: «Non è un'azione contro l'Austria, alla quale va la nostra solidarietà visto il carico di rifugiati e che - come dichiarato dal suo Governo - cercherà essa stessa per prima ogni forma di controllo alternativa alle barriere. Ma è un no deciso ai muri, che sono il sintomo dell'assenza di una politica europea, e che rappresentano la morte di un'idea e di una straordinaria occasione». Il documento prosegue: «Riteniamo che l'annunciata intenzione delle autorità austriache di costruire al Brennero una barriera per separare e registrare i migranti, sia incompatibile non solo con l'idea di un'Europa aperta, ma sia anche inconciliabile con il profondo significato anti-nazionalista che è racchiuso nella nostra autonomia speciale. Come ha scritto qualche tempo fa Étienne Balibar: i confini sono sempre meno geografici e sempre più sembrano ritagliarsi la funzione di "frontiere per l'interiorità", diventando non solo la linea che divide due Stati, ma il luogo nel quali sono in gioco le concezioni del mondo e quindi - anche - le concezioni dell'uomo». 
Alla manifestazione hanno già annunciato la loro adesione le Acli con il presidente nazionale Bottalico e quello provinciale Faustro Gardumi . «L'idea di Europa è innanzitutto un'idea di giustizia e di eguaglianza, di fratellanza e di solidarietà», ha detto Gardumi. «Non è attraverso soluzioni di questo tipo che si forniscono risposte a problemi di natura globale ed epocale come l'immigrazione e la fuga dai paesi in guerra di migliaia di innocenti. La chiusura - osservano le Acli - serve solo a spostare da un'altra parte un problema che deve invece coinvolgerci tutti. La riproposizione di un'Europa attraverso i vecchi confini rappresenta inoltre - affermano ancora le Acli - un vero e proprio ostacolo al libero transito delle persone e delle merci che avrà pesanti ripercussioni sull'economia e sul turismo e le imprese manifatturiere in particolare». 
Anche l'intero gruppo consiliare dell'Unione per il Trentino - il capogruppo Gianpiero Passamani , gli assessori Tiziano Mellarini e Mauro Gilmozzi e i consiglieri Pietro De Godenz e Mario Tonina - sarà presente per manifestare la propria contrarietà alla decisione di chiusura della frontiera.
«Una manifestazione - afferma il gruppo Upt in una nota - contro il rischio di tornare indietro di vent'anni, una manifestazione a favore di un'Europa più forte e unita, che sappia affrontare con decisione e in modo convincente le sfide che ci si pongono di fronte, l'emergenza profughi in primis e certamente non contro l'Austria, che legittimamente crediamo stia cercando di provocare una reazione positiva da parte di Bruxelles e degli altri Stati dell'Unione europea».
I consiglieri dell'Upt chiedono «una presa di posizione forte da parte del Governo italiano che rivendichi la necessità di trattare in maniera organica - tutti insieme e ciascuno per la propria parte - la questione legata ai profughi che continuano ad arrivare in Europa».
Ieri intanto la Lega Nord ha organizzato una conferenza stampa al Brennero alla quale hanno preso parte tra gli altri il segretario regionale Maurizio Fugatti e il coordinatore locale delle Valli Isarco e Pusteria, Massimo Bessone. «O l'Europa si organizza, o l'Italia deve da subito chiudere i propri confini. Non tanto quello del Brennero quanto quelli a sud ed est, da dove i migranti hanno accesso al nostro Paese», è stato detto. 
«Mentre l'Europa fatica a prendere accordi comuni e taluni stati si tutelano, chiudendo i confini, l'Italia rimane inerte, fingendo un falso quanto utopistico buonismo», sostiene la Lega che chiede «aiuto a chi realmente è in una situazione di sofferenza, ma senza dimenticare gli altoatesini che in queste terre da sempre vivono e vengono penalizzati da queste disorganizzata politica italiana d'accoglienza».