Dire che il presidente di A4 Holding non ha preso bene l’accordo sottoscritto martedì tra Trentino, Veneto e governo è usare un eufemismo. «Non lo avrei firmato nemmeno con la pistola alla nuca — dice —. Nel giorno delle ceneri posso dire che i trentini hanno messo le ceneri sul progetto della Valdastico Nord. Ci siamo fatti prendere per i fondelli. Abbiamo fatto la figura degli sprovveduti».
T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 11 febbraio 2016
La lettura che Attilio Schneck dà dell’accordo è presto detta: il nuovo collegamento non autostradale che dovrebbe collegare il Veneto al Trentino non si farà mai, serve solo a concedere due anni di proroga alla Brescia-Padova e poi si vedrà. «Nell’accordo si dice che entro due anni gli enti locali dovranno dare il loro assenso al progetto, ma tutti sappiamo che non accadrà mai. Lo dico chiaramente, se fossi un valsuganotto non direi mai di sì. Perché dovrei essere favorevole a portare verso la mia valle nuovo traffico pesante? Questo per quanto riguarda i Comuni. La Provincia di Trento, poi, tra due anni tornerà al voto. È facile prevedere che la campagna elettorale si farà dicendo no a questa nuova opera. È solo una grande presa in giro. Devo fare i miei complimenti ai trentini: sono riusciti a prenderci per...i fondelli, bravi. Loro si sono appena portati a casa una concessione trentennale in house per A22 e per noi si profila al massimo una proroga di due anni cui seguiranno altri stratagemmi burocratici per chiederne altri due e così via. La decisione di martedì la dice lunga su quanto conta il Veneto, niente».
Come noto, il rinnovo della concessione autostradale della Brescia-Padova è legato, a Bruxelles, alla realizzazione della Valdastico Nord. L’accordo sottoscritto martedì e già anticipato nelle scorse settimane dal Corriere del Trentino è stato il compromesso suggerito dal ministro Graziano Delrio per non calpestare le prerogative autonomistiche di Trento e non porre il Veneto nelle condizioni di perdere la concessione. A Bruxelles si chiederà così tempo per tramutare il progetto Valdastico Nord in un altro collegamento, non più autostradale, con il Trentino. Una superstrada da Astico a Levico e da qui una nuova bretella che si ricongiunga (nell’ultima ipotesi a Mattarello) alla statale del Brennero.
Il sospetto del Veneto, ossia che poi non si faccia nulla, è la speranza di molti trentini. Tra loro l’ex vicepresidente della Provincia, Roberto Pinter, da sempre ostile al progetto. «In discussione non c’era che tipo di strada fare, ma che modello di sviluppo e di mobilità scegliere. Se si decide di puntare sulla ferrovia, trovo strano che si possa realizzare un’opera come quella che certo non avrebbe l’impatto di un’autostrada, ma nemmeno molto diverso. Si tratterebbe in ogni caso di realizzare una serie di gallerie, per collegare Astico a Levico, per poi realizzare una nuova strada che porti traffico pesante sull’asta del Brennero. Calcolando — continua Pinter — che come ha ricordato Mauro Gilmozzi “la gente va dove non paga”, ci troveremmo a incrementare il traffico. Bene che si sia abbandonata la follia di un inutile collegamento autostradale, ma stiamo attenti a non fare di peggio».
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Sarà il Cipe (il comitato interministeriale per la programmazione economica) a dire se l’intesa sul «corridoio di interconnessione Nord» raggiunta tra Stato, Regione Veneto e Trentino nel comitato paritetico sulla Valdastico ha fondamento oppure no. Dopodiché spetterà al ministero delle infrastrutture e dei trasporti elaborare una proposta progettuale da sottoporre ai territori interessati. Sarà, come è emerso dal documento finale del comitato, una soluzione diversa dall’autostrada (di cui si parla da cinquant’anni), un collegamento di viabilità ordinaria tra Piovene Rocchette, Valsugana e valle dell’Adige. La conclusione del tavolo di lavoro è che l’autostrada non si farà: costi insostenibili (2 miliardi di euro) per un’asse su cui passerebbero 28 mila veicoli al giorno, di cui solo 17 mila di traffico di attraversamento. Ma cosa si potrebbe realizzare al posto dell’autostrada? Una superstrada a quattro corsie o una statale a due?
La Provincia. «Io questo non lo so perché una proposta ancora non ce l’ha fatta nessuno», si limita a dire l’assessore Mauro Gilmozzi, che ha rappresentato la Provincia di Trento al tavolo con Veneto e ministero. «Noi per il momento diciamo che siamo interessati a verificare una soluzione che potrebbe avere un impatto più basso in termini di costi costruttivi, gestionali e ambientali rispetto a un’autostrada, e dall’altra garantire una migliore gestione del traffico interno». Sarebbe questo il secondo obiettivo dell’intesa raggiunta a Roma: una bretella che dalla zona dei laghi di Levico e Caldonazzo porti il traffico che arriva in Valsugana direttamente a Mattarello e all’A22, sgravando così la statale 47 di circa 10 mila veicoli al giorno che proseguono verso Pergine e Trento Nord.
Le tappe. Dopo il passaggio al Cipe, si aprirà una fase di partecipazione sui territori sul progetto elaborato dal ministero, che entro due anni sarà nuovamente sottoposto al Comitato interministeriale dopo essere passato al vaglio, in Trentino, del consiglio provinciale.
I comitati anti-Valdastico. Dal fronte che da anni si batte contro la Valdastico Nord la reazione è di soddisfazione, seppur cauta. «Che l’A31 Nord sia antieconomica (tra i tanti altri contro di questa autostrada) pare sia stato finalmente acclarato - è il commento apparso ieri sul sito del Comitato No Valdastico - ma fino a quando tutte le carte non saranno scoperte è meglio rimanere guardinghi». Emanuele Curzel, consigliere Pd nella Comunità dell’Alta Valsugana, spiega che «i contrari alla Valdastico possono essere contenti di questo risultato, finalmente c’è stata un’immissione di razionalità nella discussione che finora prescindeva dai dati di realtà, sul traffico e sulla ferrovia». «La notizia oggi è che non c’è più l’autostrada. Nell’accordo si parla di collegamenti locali e non si cita più il corridoio europeo, significa che nessuno potrà pretendere di bucare montagne in nome di interessi europei. E da qui in avanti i territori avranno voce in capitolo». Quanto ai possibili tracciati, Curzel è categorico: «Da Piovene per arrivare in Valsugana la montagna devi comunque bucarla. E poi qualcuno dovrebbe spiegarmi perché si può fare una galleria da Levico a Mattarello, forando una montagna problematica, e non si fa il tunnel di Tenna».
Concessione A4: cambia lo scenario. L’intesa di Roma, con il suo scenario ancora da scrivere, potrebbe però bastare al ministro Delrio per andare in Europa e staccare la proroga alla concessione per la A4. Dopodiché ci saranno due anni di tempo per decidere come muoversi: e allora, conti e tracciati alla mano, ci sarebbe tempo per convincere i veneti che la nuova soluzione è più complicata e costosa della prima (non potendo neppure finanziarsi con il pedaggio autostradale). E per la Serenissima potrebbe aprirsi la stessa strada percorsa per l’A22, quella della concessione in house. Con Autobrennero in campo insieme ad Anas.