#SANITÀ, tornano gli anestesisti negli ospedali di valle

Dal prossimo fine settimana gli anestesisti ritorneranno in servizio in tutti gli ospedali periferici 7 giorni su 7. Per ripristinare la reperibilità notturna bisognerà invece attendere la primavera, quando saranno assunti i sei professionisti selezionati con i bandi di agosto. Sono le buone notizie che l’assessore alla sanità, Luca Zeni, ha dispensato ieri nel corso dell’incontro con la stampa e il personale dell’Azienda sanitaria, nella sede di via Degasperi.
L. Marognoli, "Trentino", 16 dicembre 2015

 

«Tutta l’Italia è in difficoltà per l’entrata in vigore di una normativa che definisce il riposo dei medici cambiando le modalità organizzative», ha affermato. «Noi siamo riusciti subito a fare fronte a questa situazione con 9 milioni di euro per procedere a delle nuove assunzioni, mentre nella legge di stabilità nazionale non sono state inserite risorse analoghe. Viene richiesto uno sforzo in più agli operatori, ma stiamo lavorando per ripristinare l’organico a pieno regime». Per i primari - come affermava il dottor Galligioni ieri sul Trentino - il Santa Chiara rischia il collasso: «Non è una novità che debba sopportare un carico di lavoro molto alto, ma gli standard sono garantiti», commenta l’assessore. Che rassicura: «Oggi non c’è un’emergenza particolare: si lavora a un forte ritmo e per questo anche sull’ospedale ci saranno delle assunzioni per ripristinare il massimo della funzionalità. I bandi sono già stati pubblicati». Sul caso dei punti nascita, la richiesta di deroga avanzata al ministero è mirata a «tenere aperti quelli che sono ritenuti dalla popolazione e dall’amministrazione importanti per le peculiarità di un territorio di montagna». Una domanda - spiega Zeni - che fa leva sulle distanze e le caratteristiche geografiche, sull’attività di eccellenza dell’elisoccorso e sugli “esiti” secondo cui il Trentino ha tassi di mortalità e di cesarei tra i più bassi d’Italia e d’Europa.

«Noi già centralizziamo i parti più problematici e in base a queste considerazioni riteniamo di avere i requisiti di sicurezza necessari». Quanto alle Rsa, secondo l’assessore «hanno un’alta qualità di servizio e godono di un investimento molto più alto rispetto agli standard nazionali. Di fronte all’invecchiamento della popolazione abbiamo la necessità di spostare risorse dalla parte burocratica a quella dei servizi: questo è l’obiettivo e per questo abbiamo chiesto al settore di mettersi in gioco. Ci sono state resistenze corporative che vanno superate e da gennaio inizieremo i confronti sui territori per definire le modalità organizzative migliori. Abbiamo bloccato gli aumenti delle tariffe perché non è giusto scaricare sulle famiglie inefficienze organizzative». Infine il Not, dove - una volta decisa la collocazione assieme al Comune - «la priorità - ha ribadito Zeni - è partire in tempi veloci». Zeni e il direttore dell’Azienda sanitaria, Luciano Flor, hanno colto l’occasione per difendersi dalle critiche e contrattaccare.

«Partiamo da una situazione di forte solidità: il sistema sanitario trentino è ai primi posti in Europa» ha detto l’assessore. «Il rischio che corriamo oggi è che ci siano una confusione e una strumentalizzazione, che creino confusione nei cittadini». Parole dure dal direttore, che ha accusato di «disonestà intellettuale» i professionisti e gli operatori che «cercano di screditare il servizio sanitario trentino». «Chi insinua incertezza nella popolazione - ha aggiunto Flor - fa un servizio pessimo alla collettività: siamo disponibili ad accettare qualsiasi critica ma rifuggiamo allo scandalismo e a polemiche inutili e sterili». Il direttore ha poi snocciolato i numeri che pongono la sanità trentina ai vertici europei (si veda articolo a lato) e che si traducono in «operazioni ai femori entro le 48 ore, ricoveri in tempi sempre più rapidi in oncologia, diminuzione della mortalità per infarto e ictus e un elisoccorso notturno che ha migliorato molto il servizio».

LEGGI ANCHE:

«La nostra sanità è al top». Flor contro i «corvi» che generano sfiducia, "L'Adige", 16 dicembre 2015
 
Vuole far parlare i dati, che collocano l'Azienda sanitaria al top in Italia e in Europa il direttore generale Luciano Flor, stufo delle polemiche e infuriato coi «corvi» interni all'Azienda, pronti a denigrare il lavoro della sanità trentina e creare un clima di sfiducia.
E così snocciola i numeri diffusi poche settimane fa dall'Ocse che ha visto il Trentino, rispetto alle altre regioni italiane, passare dall'11° al 4° posto. Rispetto alla dimensione della salute il Trentino ha raggiunto l'11° posto assoluto su 262 regioni europee. Un ottimo risultato considerato che nel 2010 eravamo al 123° posto. 
Sono stati poi diffusi alcuni numeri raccolti da uno studio finanziato da Confesercenti e chiamato Meridiano Sanità. 
Il Trentino Alto Adige è al primo posto sia per quanto riguarda lo stato di salute della popolazione che, cosa importante, per l'aspettiva di vita in buona salute. Inoltre ha il secondo tasso di mortalità più basso per malattie cardiovascolari, è al primo posto per numero di persone che negli ultimi 12 mesi hanno rinunciato a prestazioni sanitarie o all'acquisto di farmaci per motivi economici e anche al primo posto per spesa pro capite per ticket sui farmaci e sulle prestazioni sanitarie. È poi ancora al secondo posto per il livello di soddisfazione dei cittadini sul servizio sanitario e al quarto per tempi d'attesa per interventi chirurgici ortopedici.
Flor ha fatto poi presente i dati del Programma nazionale esiti dove il livello di performance dell'Azienda risulta tra i migliori a livello nazionale, considerato che il Trentino presenta il 24% di indicatori con valori migliori della media nazionale e solo il 9% degli indicatori con valori inferiori alla media nazionale. E poi ancora decine e decine di altri dati. «Il nostro confronto non deve essere con le altre regioni italiane - dice Flor - perché il nostro standard è più elevato. Il nostro obiettivo è guardare altri paesi europei che son al top e con i quali possiamo competere». 
Altro motivo di vanto per Flor è il report dell'Agenas di un mese e mezzo fa che ha portato il Trentino come esempio di trasparenza e integrità. «Nel report di 127 pagine dell'Agenzia italiana per i servizi sanitari che tiene i rapporti con l'autorità europea sull'anticorruzione - sottolinea il direttore - si legge che l'Azienda sanitaria trentina ha in atto un'esperienza interessante sotto il profilo dell'attività di prevenzione e trasparenza perché da tempo ha impostato un sistema di controllo interno orientato al miglioramento dei processi aziendali e privilegiando i valori dell'etica, della legalità e dell'integrità»
Flor nei suoi discorsi ha parlato poi della necessità di essere pronti al cambiamento, ma anche dell'importanza dell'umanizzazione delle cure e della prevenzione. «Nessuno si lamenta della prevenzione, eppure è la cosa su cui dobbiamo puntare maggiormente». 
Quanto alla riorganizzazione della rete ospedaliera, Flor ha spiegato che non sanno di cosa parlano coloro che dicono che si vogliono chiudere gli ospedali periferici. «Trento e Rovereto, con gli ospedali attuali, non riuscirebbero mai a farsi carico di tutti i pazienti delle periferie».