La mattina del 28 giugno 2013 la Società Whirlpool Europe comunicava alla Rsu dello stabilimento di Gardolo, alle Ooss, a Provincia e Comune di Trento, il nuovo Piano di riassetto industriale del Gruppo. Prevedeva la chiusura di alcuni stabilimenti europei, compreso quello situato a Spini di Gardolo. Il Trentino andava così a perdere una realtà industriale manifatturiera che ha determinato la storia del patrimonio produttivo trentino e per decenni ha contribuito alla crescita della comunità e delle famiglie.
Graziano Tomasin, dal 1974 al 2012 lavoratore Whirlpool, "Trentino", 9 dicembre 2015
Una azienda che per quaranta anni era divenuto il simbolo del sistema industriale del Trentino. Tra le varie cause venivano evidenziate: la stagnazione del mercato degli elettrodomestici, l’esubero della capacità produttiva negli stabilimenti italiani, la conquista di quote di mercato da parte delle aziende concorrenti. In questa situazione di crisi per l’industria trentina, la Provincia attraverso l’Assessorato all’economia e al lavoro ha immediatamente coinvolto con appositi incontri, sia i sindacati che i dirigenti dell’impresa, per trovare soluzioni atte a non disperdere il patrimonio professionale dei 460 lavoratori ed a evitare la chiusura dello stabilimento.
Si è agito su due fronti: creare insieme al sindacato, all’Agenzia del lavoro e all’azienda, un piano sociale straordinario che di seguito ha permesso la procedura di Cigs per tutti i lavoratori per la durata di due anni e fino al 2015, ottenere la massima collaborazione da parte di Whirlpool per progettare un percorso attivo, attraverso un gruppo di lavoro ad hoc con la compartecipazione di Trentino Sviluppo proprietaria dell’immobile, per individuare forme di reindustrializzazione e di formazione del personale per una eventuale attività di subentro. Dai vari confronti tra le parti sono scaturiti specifici accordi sottoscritti in tempi ravvicinati nel luglio 2013.
Tali accordi affrontavano i nodi principali del caso Whirlpool: i tempi di dismissione dello stabilimento, il piano straordinario per la riqualificazione e la mobilità dei lavoratori, l’attivazione di un apposito servizio di ricerca di opportunità di reindustrializzazione del sito di Gardolo. Inoltre la Whirlpool si impegnava a rendere disponibili risorse finanziarie per 3 milioni di euro per supportare le attività occorrenti a rendere possibile la riconversione del sito trentino e la riqualificazione dei dipendenti. In aprile del 2015 attraverso Trentino Sviluppo è stato pubblicato un bando per la messa a disposizione per una nuova attività produttiva di parte dello stabilimento ex Whirlpool con relativi investimenti e assunzione del personale in via prioritaria dalle liste dei dipendenti Whirlpool.
Ha partecipato come è noto la Vetri Speciali, azienda trentina con tre stabilimenti nell’area del Nordest, appartenente al Gruppo Marzotto, società presente dal 1974 a Pergine. In agosto 2015 è stato firmato dalle Organizzazioni sindacali, dal Vicepresidente della Provincia Olivi, dalla Vetri Speciali e da Trentino Sviluppo uno specifico accordo che prevede l’utilizzo della nuova impresa del sito di Gardolo, un investimento in sette anni da parte di Vetri Speciali di 41 milioni e l’assunzione entro il 2017 di circa 250 lavoratori provenienti in via prioritaria dalla ex Whirlpool.
Oggi i primi 18 dipendenti dopo la necessaria riqualificazione sono già operativi nello stabilimento ristrutturato in pochi mesi ed entro poco tempo l’azienda di produzione di bottiglie raggiungerà i primi 30 addetti. Questo esempio di riconversione industriale è il frutto di una concreta e immediata azione dell’Assessorato provinciale all’economia e al lavoro, delle buone relazioni sindacali e di una positiva collaborazione tra istituzioni, impresa e politica, ma è soprattutto dell’aver messo da subito al centro i lavoratori e l’impresa. Questa avventura della Whirlpool ha insegnato a tutti che da soli non si cambia nulla e non si va da nessuna parte, ma solo con la condivisione d’intenti si può aprire una nuova stagione di crescita anche per il Trentino industriale. E si può anche fare “buona amministrazione”.