Dopo Expo: colpaccio per la «Mach»

Dice, Sara Ferrari, assessora all'università e alla ricerca, che è «una stupenda occasione». Per la Fondazione Edmund Mach (FEM), ma per l'intero sistema della ricerca trentino. La «stupenda occasione» è l'annunciata partecipazione della «Mach» ad Human Technopole, Italy 2040, il progetto che il presidente del Consiglio Matteo Renzi presenterà oggi a Milano per il dopo Expo.
D. Sartori, "L'Adige", 10 novembre 2015

 

Un piano, anticipato dal Corriere della Sera, che prevede il riutilizzo di una parte (sette ettari) dell'area espositiva di Rho, per trasformarla in una struttura di laboratori e gruppi di ricerca dedicata allo studio della qualità della vita. Sotto il tema «qualità della vita» ci sta un po' di tutto: tecnologie per il welfare e per fronteggiare l'invecchiamento; medicina di precisione, tra genomica e analisi dei grandi dati, per combattere il cancro e le malattie neurogenerative; tecnologie multidisciplinari per l'alimentazione, la nutrizione, l'agronomia; materiali sostenibili, nanotecnologie verdi, confezionamento del cibo, ciclo dell'acqua, gestione dei rifiuti; innovazione per preservare il patrimonio culturale ed artistico. 
Ambizione alta, stando ai numeri prefigurati: almeno mille «teste», tra scienziati, ricercatori e tecnici, più 600 dottorati post laurea coinvolti nel piano. Per farlo partire il propellente è fatto di 200 milioni di euro: 100 messi dal Governo e 100 dall'Iit, l'Istituto italiano tecnologia di Genova, diretto dal fisico Roberto Cingolani , che avrà la guida del progetto.
Ed è qui che entra in ballo la Fondazione Mach, perché Human Technopole vede, accanto all'Istituto genovese, la collaborazione dell'Institute for international interchange di Torino e la Fondazione di San Michele all'Adige, che dovrebbe in particolare occuparsi di produzione agricola sostenibile e sviluppo di alimenti più sicuri e più sani.
Andrea Segrè, che presiede la Mach da febbraio e oggi sarà a Milano alla presentazione del progetto, ha lavorato con il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina alla elaborazione della Carta di Milano, eredità di Expo 2015 «Nutrire il pianeta».
 Ed è nel gruppo di lavoro col ministro che ha avuto modo di «mettere in in gioco» le competenze della Fondazione di San Michele. «È una dimensione pazzesca il fatto di andare oltre il cibo e di avere un luogo che si occupa di scienze della vita, di salute, malattie, longevità, ambiente, alimentazione» dice Segrè «Io ho raccolto un'eredità importante: senza, non saremmo stati ammessi in questa terna che ha elaborato il progetto per il dopo Expo. Sbaglia la rettrice della Bicocca a definirci piccolo istituto: non lo siamo, né per numeri, né per qualità della ricerca. Abbiamo 44 abilitazioni scientifiche per insegnamenti universitari di prima e seconda fascia». Ma quale ruolo avrà la Fondazione Mach in Human Technopole ? «Primo, abbiamo già avuto un ruolo, per la parte cibo, nel definire il progetto. Secondo, siamo parte attiva nella fase di start-up. E ci saranno ricadute economiche positive. Potremo beneficiare dei finanziamenti del Governo per la ricerca alta (come quella sul genoma nell'ambito delle più avanzate scienze della vita, ndr) e destinare le altre nostre risorse più alla ricerca che ha ricadute immediate sul territorio. Se ce l'abbiamo fatta» osserva Segrè «è anche grazie al lavoro fatto dalla Provincia in ambito Expo. Questo è un successo collettivo. E ci porteremo dentro anche l'Università con cui abbiamo deciso di creare il centro di ricerca agroalimentare di San Michele».
Che cosa potrebbe ricavarne, la Mach? «È un'occasione» risponde l'assessora Ferrari «per valorizzare anche quegli ambiti della ricerca più in difficoltà ad essere riconosciuti, anche in termini di finanziamenti. Dev'essere chiaro che questo è un progetto del Paese, una rete nazionale per pesare di più a livello europeo». L'assessora mette in evidenza un altro aspetto: «Sia l'Istituto di Genova che la Mach sono fondazioni di diritto privato, vigilate però dall'Anvur. Sono quindi finanziate dallo Stato e dalla Provincia. Interessante è anche il coinvolgimento di capitali privati, modello che abbiamo fatto nostro con la creazione dell'Hit: è la chiave per portare avanti, oggi, la ricerca».
Un occhio, dunque, alla visibilità, un altro a futuri, nuovi finanziamenti che la partecipazione ad Human Technopole potrà assicurare.

 

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"Dopo Expo, Mach capofila di Human Technopole. Segré: raccogliamo la vera eredità dell'esposizione", A. Rossi Tonon, "Corriere del Trentino", 10 novembre 2015

"Il piano del governo per il dopo Expo. Tecnologie per la qualità della vita: una cittadella da 1.6oo scienziati". E. Marro, "Corriere della Sera", 9 novembre 2015: http://bit.ly/HumanTechnopole