E gli alleati? Anche se in molti ostentano una certa indifferenza, in realtà l’esito del congresso dell’Upt interessa molto sia al Pd che al Patt. In ballo c’è il baricentro della coalizione, se questo debba cioè essere spostato verso i democratici, o verso gli autonomisti.
T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 28 ottobre 2015
La lettura che si dà da fuori è di un confronto a tre. L’area più vicina a Dellai, che considera improrogabile, per ragioni politiche (Renzi leader centrista del Pd) ed elettorali (l’Italicum), l’avvicinamento al Pd. L’area più autonomista, che ha in Tiziano Mellarini l’esponente più in vista e che vedrebbe di buon occhio la marginalizzazione del Pd a livello locale, poco o nulla preoccupata di avere un riferimento nazionale. Infine la parte forse più corposa del partito, convinta di poter riportare al centro il baricentro della coalizione, che vedrebbe nella scelta di Tonina la «non scelta» tra le due linee precedenti e nell’equidistanza tra i due alleati l’equilibrio migliore da raggiungere, almeno a livello locale.
Tra i democratici il sentimento è di preoccupazione, misto a scetticismo circa le reali capacità dell’Upt di uscire dal guado in cui pare rimasta intrappolata. L’area, maggioritaria, che vedrebbe di buon occhio un dialogo più stretto con l’Upt teme che Dellai non avrà la forza di imporsi e che, anche se ci riuscisse, si tratterebbe di un poco convincente ritorno al passato, né vede figure a lui alternative capaci di farsi interpreti di questa linea. Il capogruppo Alessio Manica è tra i pochi che accettano di rilasciare dichiarazioni sul tema: «Per la posizione che ho sempre avuto rispetto alle possibili evoluzioni dei rapporti tra Pd e Upt, rispetto ai movimenti precongressuali di questi giorni, ciò che mi auspico è che, dal congresso e quindi dalla figura chiamata a guidare l’Upt, esca una linea chiara in merito. In fondo è la stessa cosa che mi auspico anche per il Pd».
Discorso diverso in casa Patt, dove la non prevalenza di Mellarini ha lasciato una certa delusione e l’opzione Tonina viene vista come il meno peggio, ossia come una scelta che lascerebbe aperte le possibili evoluzioni. Inutile dire che un ritorno al timone di Dellai è visto come fumo negli occhi tanto da Ugo Rossi che dalla gran parte del Patt.