#Digasull'Adige - Maffei: «Non metterò il paese in dialisi per 25 anni»

Giovedì incontro pubblico sulla proposta di Aquafil. Maffei: «Non possiamo essere d'accordo con quest'opera sarebbe come mettere il paese di Nomi in dialisi per 25 anni». Accanto a lui un fronte di sette Comuni (Oltre a Nomi, Pomarolo, Volano, Besenello, Calliano, Villa Lagarina, Nogaredo e Aldeno), pronti ad elaborare una strategia comune e ribadire la propria contrarietà al progetto di Aquafil che, con la realizzazione della traversa idroelettrica sull'Adige, otterrebbe grossi benefici in termini economici.
"L'Adige", 15 ottobre 2015

POMAROLO - Una riunione tecnica sulle rive dell'Adige. A Pomarolo, martedì, si è tenuto, nell'ambito del procedimento di valutazione d'impatto ambientale (Via), il sopralluogo per approfondire il discusso progetto della diga sul fiume. All'incontro, convocato dal direttore dell'Ufficio per le valutazioni ambientali Alessandro Moltrer, erano presenti tutti i capiservizio della provincia (circa una quindicina), i Comuni di Pomarolo, Nomi e Volano, il Consorzio trentino di bonifica e le aziende proponenti (Aquafil Power e Sws Engineering). Un'occasione di confronto, in cui i committenti hanno illustrato il progetto «Green Energy Vallagarina», che porterebbe alla costruzione di una centralina idroelettrica tra Volano e Pomarolo. Non sono mancate, com'era prevedibile, prese di posizione critiche. Anche dalle istituzioni provinciali.
I dirigenti, pur considerando il progetto di Aquafil inattaccabile dal punto di vista tecnico, hanno mosso alcuni dubbi. In particolare i rappresentanti dell'Azienda provinciale per la protezione ambientale (Appa) e del Servizio Bacini montani si sono detti perplessi per il futuro regime idrico del fiume. Alzare il livello dell'Adige, con un sopralzo di tre metri, metterebbe a rischio le falde. Un rischio che spaventa gli abitanti di Nomi, da anni alle prese con cantine e campi allagati durante i periodi di piena del fiume, e che potrebbe compromettere anche la tenuta del biotopo del Taio. Neanche l'ultima modifica al progetto di Aquafil con il potenziamento delle idrovore e un canale di drenaggio ha convinto. Le misure migliorative, adottate dai progettisti per evitare il problema degli allagamenti, prevedono la costruzione di un canale drenante per Chiusole e Nomi (lungo più di un chilometro e profondo 5 metri) collegato ad un'idrovora in grado di rigettare l'acqua in eccesso a valle della diga e la triplicazione delle idrovore. «Se ora le pompe lavorano 300 ore all'anno, con il nuovo impianto passerebbero a 3600», ribadisce il sindaco di Nomi Rinaldo Maffei.
Sull'altra riva, per tenere sotto controllo il livello della falda, sono previste altre opere di contorno. Qui, il timore più grande è che le campagne più basse rimangano sott'acqua. Ma, come assicurano i progettisti, a Volano il servizio di drenaggio sarebbe garantito dalla fossa maestra lungo la ferrovia e il livello di falda rimarrebbe inferiore di 80 centimetri al terreno. Aquafil, qualora il progetto venisse approvato, s'impegnerebbe nella manutenzione della fossa per tutta la durata della concessione (25 anni). I tecnici di Appa e Bacini montani, critici su alcuni punti, hanno chiesto garanzie, in particolare sui trattamenti delle falde. Intervenire così vicini agli argini del fiume e all'autostrada è sempre molto delicato, sostengono. Il sindaco di Nomi Maffei non nega la preoccupazione per le sorti del suo paese. «Tutto andrebbe a reggersi su un sistema meccanico di pompaggi che dovrà essere in attività sempre, 24 ore su 24». «Non possiamo essere d'accordo con quest'opera - continua Maffei - sarebbe come mettere il paese di Nomi in dialisi per 25 anni». Accanto a lui, si è costituito un fronte di sette Comuni (Oltre a Nomi, Pomarolo, Volano, Besenello, Calliano, Villa Lagarina, Nogaredo e Aldeno), pronti ad elaborare una strategia comune e ribadire la propria contrarietà al progetto di Aquafil che, con la realizzazione della traversa idroelettrica sull'Adige, otterrebbe grossi benefici in termini economici.
Il gruppo, guidato dal presidente di Confindustria Bonazzi, grazie ai contributi statali, in sette anni ammortizzerebbe i costi dell'impianto (16 milioni) e da allora intascherebbe 1,7 milioni all'anno, acquisendo anche le certificazioni verdi per operare sui mercati esteri. Del progetto se ne discuterà ancora il 22 ottobre, alle 20.30 all'auditorium di Pomarolo, dove la provincia ha convocato un'assemblea pubblica. Entro l'8 novembre tutti i Servizi, i Comuni e gli interessati dovranno far pervenire alla Via i parere ufficiali. Poi, la decisione spetterà alla giunta provinciale.